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martedì 12 maggio 2020
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leggendo il commento critico dopo la visione di un film.....
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Se il film " Gigolò per caso" rappresenta con resa ineccepibile un raffinato e gradevole excursus di realtà, il commento critico ne restituisce simmetricamente appieno l'essenza, esaltandolo magistralmente.
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steffa
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venerdì 17 maggio 2019
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film da pop corn ma c'è un messaggio
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film in generale raffazzonato ... la sceneggiatura è abbastanza noiosa e a tratti forzata, Turturro che fa anche da regista è molto spento, Allen in grande spolvero ma prevedibile, il voto sarebbe 2 stelle ma c'è un messaggio importante che sensibilizza sulla discriminazione ebraica sulle donne, e per questo vale almeno una stellina in più: voto 3, film da vedere con i pop corn !!! ^_^
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marcloud
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lunedì 22 ottobre 2018
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amore e dolore
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Dove hai amore, hai dolore. Questo è il messaggio di Turturro, condiviso in duetto con Allen, in una deliziosa commedia dal sapore irriverente e sensuale.
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francesco2
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giovedì 13 luglio 2017
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cinema d'au-tore, o di at-tore?
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Turturro ha voluto "farsi corpo" del cinema di Allen, almeno è questa l'impressione: oltre ad affidargli un ruolo, quello di "mentore" del protagonista, ha cercato di trasporne lo sguardo
tragicomico sulla realtà, che nei suoi momenti cupi -più o meno esplicitamente- ci riporta a pellicole meno conosciute del regista di "Manhattan", ad esempio "Un altra donna".
Non mancano assolutamente spunti meritevoli di riflessione, che abbracciano temi quali il significato del sesso -argute le scene "lesbiche",- il diritto a giudicare le culture altrui, la
solitudine. Ma tutto questo necessita di una storia e di una sceneggiatura, che mostra spesso i suoi limiti -i rabbini, come qualcuno ha già scritto, sono pure machiette.
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Turturro ha voluto "farsi corpo" del cinema di Allen, almeno è questa l'impressione: oltre ad affidargli un ruolo, quello di "mentore" del protagonista, ha cercato di trasporne lo sguardo
tragicomico sulla realtà, che nei suoi momenti cupi -più o meno esplicitamente- ci riporta a pellicole meno conosciute del regista di "Manhattan", ad esempio "Un altra donna".
Non mancano assolutamente spunti meritevoli di riflessione, che abbracciano temi quali il significato del sesso -argute le scene "lesbiche",- il diritto a giudicare le culture altrui, la
solitudine. Ma tutto questo necessita di una storia e di una sceneggiatura, che mostra spesso i suoi limiti -i rabbini, come qualcuno ha già scritto, sono pure machiette. Comunque
non è un brutto film.
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(di francesco2)
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great steven
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sabato 10 settembre 2016
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pappone e gigolò per necessità economiche
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GIGOLò PER CASO (USA, 2014) diretto da JOHN TURTURRO. Interpretato da JOHN TURTURRO, WOODY ALLEN, SHARON STONE, LIEV SCHREIBER, VANESSA PARADIS, SOFIA VERGARA
A New York vivono e lavorano il fiorista Fioravante e il libraio Murray. Malgrado non siano coetanei (il primo è sessantenne, il secondo quasi ottuagenario), la loro amicizia procede sincera e serena da tanto tempo. Quando si ritrovano in condizioni economiche di cui non riescono a prevedere un futuro tranquillo, Murray propone all’amico di fargli da manager per il lavoro più antico del mondo. Come soprannomi rispettivamente per pappone e gigolò, si scelgono Bongo e Virgilio Howard.
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GIGOLò PER CASO (USA, 2014) diretto da JOHN TURTURRO. Interpretato da JOHN TURTURRO, WOODY ALLEN, SHARON STONE, LIEV SCHREIBER, VANESSA PARADIS, SOFIA VERGARA
A New York vivono e lavorano il fiorista Fioravante e il libraio Murray. Malgrado non siano coetanei (il primo è sessantenne, il secondo quasi ottuagenario), la loro amicizia procede sincera e serena da tanto tempo. Quando si ritrovano in condizioni economiche di cui non riescono a prevedere un futuro tranquillo, Murray propone all’amico di fargli da manager per il lavoro più antico del mondo. Come soprannomi rispettivamente per pappone e gigolò, si scelgono Bongo e Virgilio Howard. Fioravante, benché non si sia mai ritenuto affascinante né fisicamente prestante, scopre in sé stesso una dote eccezionale nel mestiere della prostituzione, e le sue clienti rimangono molto soddisfatte delle sue prestazioni, in particolar modo la dottoressa Parker, apatica e viziosa donna separata dal marito, e la sua amica Selima, spagnola dal sangue caldo. Dal canto suo, Murray capirà che il mestiere del protettore è meno semplice di quanto si aspettava, nonostante gli ingenti introiti, e dovrà fare i conti con un poliziotto ebreo che lo tiene costantemente d’occhio, sospettoso che si stia occupando di affari poco puliti. I suddetti affari procedono a gonfie vele finché non compare Avigal, inibita vedova di un rabbino ebraico ancora legata agli obblighi opprimenti e restrittivi a cui la sottoponeva il burbero marito, di cui Fioravante si innamorerà, felicemente ricambiato, sebbene poi non eserciti mai con lei la sua "professione accessoria". Dopo un improbabile quanto imprevedibile processo al quale interverrà la stessa Avigal in difesa di sé stessa, Murray e Fioravante non dovranno più temere l’ombra sinistra delle forze dell’ordine e della comunità israelitica locale e potranno proseguire con la loro ben più che fruttuosa collaborazione. Alla sua quinta regia, Turturro si ripropone positivamente anche come sceneggiatore e interprete, e dimostra di aver ormai imparato e acquisito i ferri del mestiere. Quello di cineasta a tutto tondo, intendiamoci. Perché riesce in maniera splendida il suo esperimento di realizzare una commedia che, dietro le apparenze fatue e leggere, rivela un’analisi profonda dell’animo umano e, tramite una galleria di personaggi eterogenei che comunque si somigliano fra loro per il desiderio di schietti e puri contatti relazionali, costruisce un mondo misterioso solo in superficie, i cui misteri possono infatti essere disciolti tramite l’amore e l’amicizia e tutto ciò che ruota intorno ai due sentimenti che dalla notte dei tempi definiscono l’aspetto preponderante e ottimistico dei rapporti umani. Il film, perfetto anche nella durata contenuta, commuove, diverte, fa riflettere, pone domande senza la pretesa ossessiva di fornire troppo presto risposte definitive, apre lo sguardo su argomenti che troppo spesso finiscono nel becero e per non meritare la dovuta attenzione, riscalda il cuore evitando di ricorrere a ricatti emotivi e si merita un accorato applauso per svariati motivi: la critica feroce ma lucida ai precetti della religione ebraica ortodossa, la non-distinzione fra uomini e donne quando s’affronta il dialogo dei sentimenti e della ricerca di un completamento fisico, il bisogno di conoscersi per potersi giudicare e anche rapportare come amici o amanti nei migliori dei casi, l’intelligenza del discorso umanitario nei momenti in cui rivolge la propria concentrazione alla tenerezza e alla lealtà. Una fotografia sobria e limpida integra l’ottima qualità delle immagini, abbindandosi ad un’eccellente colonna sonora che privilegia le musiche jazz quiete per accompagnare lo scandire dell’evoluzione umana dei due simpatici protagonisti. E la loro simpatia non nasce dalla stravaganza, anche se le apparenze sembrano suggerirlo: è vero, la loro è innanzitutto una necessità di denaro, dunque una voglia materialistica e pratica da soddisfare e un mezzo per sbarcare più comodamente il lunario, ma le loro intenzioni, col progredire di un mestiere improvvisato che si rivela poi funzionante e funzionale, poco a poco si intensificano e si nobilitano. Un Turturro sotto le righe, flemmatico e paziente, deciso nell’ottenere i suoi scopi e capace di sconfiggere le incertezze. Un Allen nevrotico, timido e imbranato come sempre, ma anche "padre" di una famiglia di ragazzini neri col vizio dei giochi all’aperto e co-inquilino di una formosa donna di colore, e divertentissimo per l’abituale parlata nervosa e sciolta (cui giova anche la voce italiana di Leo Gullotta, che doppia l’attore-regista newyorkese dopo la scomparsa di Oreste Lionello). Una S. Stone più introversa e misurata del solito, attratta dai piaceri della vita carnale e persa nel tormento di una solitudine che desidera colmare con la compagnia dell’altro sesso. Nota di merito finale a L. Schreiber, agente di polizia con cappello nero tipico della tradizione semita, innamorato della vedova del rabbino, che cerca con fatica di conciliare un amore apparentemente impossibile, ma che poi si rivela opportuno e contraccambiato, con le esigenze di un mestiere inviso alle brave persone, rispettato dai colleghi e anche incline a qualche sbandata, in caso di sbadataggine. E poi Fading Gigolo è anche un esempio ormai piuttosto raro di commedia made in USA che non ricorre al registro medio stupido per innescare le risate: un prodotto di una qualità così ricercata, perché ormai scarseggia, merita senza riserve né mezze misure di fare da caposcuola ad un nuovo sottogenere cinematografico d’oltreoceano che sappia reinventarsi grazie alla sagacia, all’abilità dei suoi fautori, alla ponderatezza dei temi e alla lungimiranza degli sguardi che indagano le profondità dell’anima umana quando si realizzano lungometraggi che la pongono al centro della propria storia. Come dovrebbero fare tutte le commedie di serie A. Non resta che augurarsi il meglio dal futuro venturo.
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paolotog
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sabato 18 aprile 2015
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l idea c è ma realizzata cosi cosi
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buona l idea e l atmosfera ma a tratti noioso epoco credibile.
3 stelle per l intenzione 1 per quanto realizzato ....
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antonietta dambrosio
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sabato 1 novembre 2014
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una storia sussurrata
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Una storia sussurrata e come tale si respira, lieve come una carezza e buona come un sorriso, accompagnata da una costante e raffinata melodia jazz, per alcuni tratti struggente, dove si mescolano culture e stili di vita differenti con delicatezza, ironia e sano umorismo. Il filo conduttore di questa pellicola scritta, diretta ed interpretata da John Turturro, è il valore dell'amicizia che si riconosce sin dall'esordio da cui prende forma, e potrebbe sembrare improbabile ed alquanto grottesco, ma è il pretesto che avrà la forza di ridisegnare ed unire i confini di mondi distanti e solo apparentemente in contrasto.
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Una storia sussurrata e come tale si respira, lieve come una carezza e buona come un sorriso, accompagnata da una costante e raffinata melodia jazz, per alcuni tratti struggente, dove si mescolano culture e stili di vita differenti con delicatezza, ironia e sano umorismo. Il filo conduttore di questa pellicola scritta, diretta ed interpretata da John Turturro, è il valore dell'amicizia che si riconosce sin dall'esordio da cui prende forma, e potrebbe sembrare improbabile ed alquanto grottesco, ma è il pretesto che avrà la forza di ridisegnare ed unire i confini di mondi distanti e solo apparentemente in contrasto. Siamo nelle atmosfere autunnali di un quartiere ebraico di New York dove Woody Allen dà il meglio di sé interpretando Murray, un libraio che, costretto a cessare l'attività in tempo di crisi, prende spunto da una strana richiesta della sua dermatologa, la dottoressa Parker (Sharon Stone), e si propone come manager al suo amico di vecchia data Fioravante (John Turturro), lasciando a lui il ruolo di gigolò. Forte si avverte l'identità di Woody Allen che nel ruolo di Murray, si sente libero di interpretare se stesso, geniale, goffo e autoironico, in una famiglia multietnica, e per le strade e le case di New York alla ricerca di donne disposte a generose ricompense in cambio della cura di solitudini diverse. Nulla scade nella volgarità che potrebbe esserci nel "mestiere più antico del mondo" perché Fioravante (il nome non è un caso) è l'uomo visto dalla prospettiva di Murray, l'amico che lo osserva da sempre e sa quanto non abbia paura di sporcarsi le mani, e quanto la cura e la delicatezza che danno vita ad autentiche opere floreali, avranno la forza di entrare piano e portare magia nella solitudine del mondo femminile, un mondo nel quale sente il richiamo lontano di sua madre. E con arte e sapienza John Turturro confonde e mescola le razze, il mondo maschile con quello femminile, sorride ed allunga i confini dell'ortodosso e rigido mondo ebraico; tutto ciò che sembra non è, e molto racchiude in sé l'opposto. Così come l'amore è dolore, sentimento che entra in scena quando Fioravante dischiuderà delicatamente l'animo di Avigal (Vanessa Paradis), vedova di un rabbino, mentre i suoi occhi gli rapiranno il cuore. E questo amore sarà capace di sfumare anche l'erotismo della dottoressa Parker e di Selima (Sofia Vergara). Turturro ci regala una commedia delicata che pur non avendo una forte struttura narrativa, ci lascia un sapore agrodolce, dove ogni parola chiave ci riporta alla scena che ne traduce il senso e la malinconia si trasforma in sorriso.
(Antonietta D'Ambrosio)
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ralphscott
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domenica 13 luglio 2014
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quando il gigolò riaccende la speranza
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Delicata e raffinata commedia,confezionata con astuzia,che deve molto alla simpatia del duo protagonista ed alla notevole colonna sonora di impianto jazz. La vicenda di Avigal é affrontata con un approcio felice,lieve ed intenso allo stesso tempo,che vede un happy end per nulla banale. Ottime battute di un W.A. in gran spolvero,fascino da vendere quello di Turturro. Sontuosa anche in questo caso la presenza della sexy dermatologa S. Stone.
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erasmo paone
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domenica 8 giugno 2014
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cinema di altri tempi
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... Si cinema di altri tempi ... Perché cinema di primi piani ... I sentimenti non vengono mostrati altro che attraverso rapide espressioni che solo grandi professionisti ( il film ne è' pieno) possono offrire .... Un esempio l'espressione della dottoressa quando scopre che il gigolo' e' innamorato ... Deliziosa , umana e gradevole ... Film di Turturro che dirige Woody Allen come Woody Allen avrebbe diretto Turturro... Grande rispetto tra i due che non si rubano mai la scena ... Ebrei schizzati ovunque come da tradizione Alleniana ... Qualche situazione un po' trash ma mai in eccesso ... Belle musiche .
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... Si cinema di altri tempi ... Perché cinema di primi piani ... I sentimenti non vengono mostrati altro che attraverso rapide espressioni che solo grandi professionisti ( il film ne è' pieno) possono offrire .... Un esempio l'espressione della dottoressa quando scopre che il gigolo' e' innamorato ... Deliziosa , umana e gradevole ... Film di Turturro che dirige Woody Allen come Woody Allen avrebbe diretto Turturro... Grande rispetto tra i due che non si rubano mai la scena ... Ebrei schizzati ovunque come da tradizione Alleniana ... Qualche situazione un po' trash ma mai in eccesso ... Belle musiche ...con omaggio a Domenico Modugno .. Insomma un cinema non strillato, una storia carina , personaggi umani un po caricati come deve essere il teatro ... Oops il cinema .... !
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kaji_surfing_records
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giovedì 29 maggio 2014
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poco incisivo
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Oltre a una commedia garbata il film vorrebbe trasmettere qualcosa di più profondo ma a parer mio non ci riesce, la logorrea di Murray contrapposta ai silenzi di Fioravante funziona e anche l'atmosfera un pò stralunata, ma nel complesso la vicenda procede senza coinvolgere fino in fondo e senza dare spunti di riflessione particolarmente interessanti.
[+] io direi questo
(di francesco2)
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