rosalbuccia
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domenica 25 settembre 2011
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credevo fosse una chicca...
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Penso non sia esatto giudicare questo film: " genere commedia".
Si avvicina molto più al genere drammatico.
Vi sono scene molto violente e volgari.
Mi hanno fatto ridere solo due battute.
Abiti molto colorati, ma scenografia molto povera. Si vedono solo dei bufali.
Il trailer fa pensare a un film comico, simpatico, originale.
Invece tutto il primo tempo è molto confuso, si fa fatica a capire cosa vuole esprimere. Sembra un film nozionistico, un film che vuole trasmettere copia (ma non riuscito) di tanti altri film, al contrario riusciti davvero bene. Per esempio, "Qualunquemente" è stato davvero un magnifico film. Ma non si può certamente paragonare a "Mozzarella Stories".
Insomma, visto il cast degli attori, mi aspettavo un grande film.
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Penso non sia esatto giudicare questo film: " genere commedia".
Si avvicina molto più al genere drammatico.
Vi sono scene molto violente e volgari.
Mi hanno fatto ridere solo due battute.
Abiti molto colorati, ma scenografia molto povera. Si vedono solo dei bufali.
Il trailer fa pensare a un film comico, simpatico, originale.
Invece tutto il primo tempo è molto confuso, si fa fatica a capire cosa vuole esprimere. Sembra un film nozionistico, un film che vuole trasmettere copia (ma non riuscito) di tanti altri film, al contrario riusciti davvero bene. Per esempio, "Qualunquemente" è stato davvero un magnifico film. Ma non si può certamente paragonare a "Mozzarella Stories".
Insomma, visto il cast degli attori, mi aspettavo un grande film.
Rngrazio per l'opportunità della critica.
Saluti
Rosalbuccia e altri.
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(di marcomolina)
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venerdì 23 settembre 2011
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opera prima coraggiosa e discontinua
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Il titolo, Mozzarella Stories, e i nomi dei suoi protagonisti, Ciccio Dop, Zingaro Napoletano, Angelo Tatangelo, possono lasciar temere un film provinciale e macchiettistico. Il pregiudizio è sostanzialmente infondato e il primo lungometraggio di Edoardo De Angelis ha, al contrario, modelli internazionali e intenzioni estetiche e contenutistiche a volte anche troppo ambiziose. L’epopea di una potente famiglia casertana di allevatori di bufale e produttori di mozzarelle alle prese con la concorrenza cinese, la camorra locale e una serie di altre vicende affidate alle figure di supporto, spazia dalla frenesia vicina al coproduttore Kusturica alla violenza enfatica di Coppola e quella ipersatura di Tarantino, dalla costruzione di una saga che ricordi le proprie radici alla digressione in racconti bizzarri e quasi indipendenti dal nucleo centrale.
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Il titolo, Mozzarella Stories, e i nomi dei suoi protagonisti, Ciccio Dop, Zingaro Napoletano, Angelo Tatangelo, possono lasciar temere un film provinciale e macchiettistico. Il pregiudizio è sostanzialmente infondato e il primo lungometraggio di Edoardo De Angelis ha, al contrario, modelli internazionali e intenzioni estetiche e contenutistiche a volte anche troppo ambiziose. L’epopea di una potente famiglia casertana di allevatori di bufale e produttori di mozzarelle alle prese con la concorrenza cinese, la camorra locale e una serie di altre vicende affidate alle figure di supporto, spazia dalla frenesia vicina al coproduttore Kusturica alla violenza enfatica di Coppola e quella ipersatura di Tarantino, dalla costruzione di una saga che ricordi le proprie radici alla digressione in racconti bizzarri e quasi indipendenti dal nucleo centrale.
Mozzarella Stories è riuscito proprio nelle sue parti più cariche, nelle rappresentazioni grottesche dov’è solitamente più difficile mantenere l’equilibrio, nella costruzione di un eccesso e uno sfarzo placcato oro da pugno nell’occhio. Tutto comincia con una festa dominata da un enorme idolo neopagano, una statua di bufala sospesa su una piscina dal cui ventre fuoriescono centinaia di mozzarelle, il prezioso “oro bianco”. Riuscita è la presentazione e costruzione di personaggi sopra le righe, che con naturalezza si scambiano frasi lapidarie e ricorrenze dialettiche che quasi commuovono. Tutti gli attori sono in parte ed evidentemente divertiti dal progetto, da Andrea Renzi a Giovanni Esposito a Luisa Ranieri, che sfrutta al meglio la propria fisicità.
Le dissonanze cominciano nell’esecuzione dei passaggi più drammatici, che nel confronto con i momenti spontaneamente eccessivi e in qualche modo anche più realistici, finiscono per mostrare una certa artificiosità. Durante i nodi che si vogliono sottolineare come particolarmente significativi e in qualche modo toccanti, la fotografia ricercata e la sequenza ad effetto si fanno evidenti, ma il film non riesce ad amalgamare compiutamente i diversi toni, anche perché l’aspetto più vicino alla “denuncia sociale” viene reso in maniera molto meno fluida e a volte appare involontariamente superficiale. Ci sono, poi, alcune idee da cortometraggio - come "l'uomo rimasto bloccato sotto il corpo della sua voluminosa amante" - a cui gli autori sembrano essersi affezionati troppo, che vengono inserite in maniera un po’ pretestuosa all’interno del susseguirsi delle vicende.
Mozzarella Stories è un film godibile e coraggioso, i suoi momenti migliori sono in alcuni dettagli e in altrettante esagerazioni, e il risultato finale è forse un’opera più frammentaria che corale, dal valore inferiore alla somma delle sue parti. slowfilm.splinder.com
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lunaaaaa
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mercoledì 22 settembre 2010
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tanti auguri
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