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mercoledì 8 maggio 2019
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188.000
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Se al box office ha incassato 188.000 euro un motivo ci sarà stato. Il film è una plateale porcheria. Vederlo in televisione ha il pregio che, di tanto in tanto, il film viene interrotto dalla pubblicità che si rivela essere una valida alternativa alla totale inutilità narrativa (e cinematografica) del lungometraggio di esordio di De Angelis. Prodotto con i contributi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali rappresenta uno dei tanti esempi di soldi pubblici distribuiti "a perdere". Da salvare in parte la fotografia e le scenografie. Dopo De Filippo e Troisi è meglio che gli attori li facciano recitare in italiano, non basta recitare in napoletano per voler dare l'idea di avere talento.
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n.j di girolamo
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lunedì 11 giugno 2012
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sangue e caglio
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Quando l'ho visto ho detto "mam ru'carmn che film"
C'è molto leggerezza visto che il film parla di camorra e dei suoi affari contro la mafia cinese , è una commedia-nera alla Guy Ritchie.
C'è Ciccio Dop che dopo aver finito la pena in galera ritornava a fare il boss , Sofia o meglio Su-fia , Angelo Tatangelo stonato a cantare "zingaro napulitan' " dove ha una relazione con Autilia che alla fine precipita , l'esilarante Gigin a'purpett , e u'zingar napulitan o meglio Vito vissuto in Romania e ex campione di pallanuoto dove vediamo per quasi tutto il film un giocatore di pallanuoto che lui in una partita per sbaglio ha ucciso e da li ha abbandonato tutto ed diventato nu'zingar napulitan in Romania , e poi c'èil ragioniere.
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Quando l'ho visto ho detto "mam ru'carmn che film"
C'è molto leggerezza visto che il film parla di camorra e dei suoi affari contro la mafia cinese , è una commedia-nera alla Guy Ritchie.
C'è Ciccio Dop che dopo aver finito la pena in galera ritornava a fare il boss , Sofia o meglio Su-fia , Angelo Tatangelo stonato a cantare "zingaro napulitan' " dove ha una relazione con Autilia che alla fine precipita , l'esilarante Gigin a'purpett , e u'zingar napulitan o meglio Vito vissuto in Romania e ex campione di pallanuoto dove vediamo per quasi tutto il film un giocatore di pallanuoto che lui in una partita per sbaglio ha ucciso e da li ha abbandonato tutto ed diventato nu'zingar napulitan in Romania , e poi c'èil ragioniere.
Un film bello , drammatico , divertente , fotografia mozzafiato e gli interpreti bravissimi , la regia visionaria di Edoardo De Angelis dove lo dice anche Emir Kusturica.
Il film non ha avuto incassi nel paese d'origine non capisco il perchè c'è anche un lato gangster che a Tarantino gli piacerebbe molto.
Questo film ci fa scoprire anche nuovi attori come Giampaolo che fine adesso è stato nascosto nel teatro.
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astromelia
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mercoledì 11 gennaio 2012
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bufale a go go
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innanzitutto smettiamola di fare film in dialetto! non si capisce nulla,già la trama di questo film è confusa e al principio non ci si raccapezza,la colonna sonora assordante, si può pensare ai film di cassetta degli anni 70 senza infamia senza gloria,con la ranieri sufficiente nella recitazione,il resto non lascia traccia...becera la scena del parto della bufala.
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marcomolina
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domenica 23 ottobre 2011
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un film potente
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Ecco un film italianissimo e potente, senza piagnistei. Gioca con i luoghi comuni e li ribalta, ci fa scoprire attori come Gianpaolo Fabrizio, il "Vespa" di Strisica La Notizia che ci regala un'interpretazione struggente da Mario Merola sofisticato;
Massimiliano Gallo: un fiume in piena nel suo Angelo Tatangelo, una canaglia capace di modulare la voce su toni più variegati rispetto a quelli pure straordinari ma tutti alti del "Gionta" di Fortapasc;
Luisa Ranieri finalmente in un ruolo da Femmina (e non solo da femmina) che gestisce con grande carattere e carisma:
Andrea Renzi che nei panni del Ragioniere tira fuori una notevole "cazzimma" napoletana;
un nuovo attore mai visto prima, Massimiliano Rossi, una faccia che ricorda attori francesi come Cassel o Reno;
una straordinaria e generosa (seppure evidentemente a disagio nella recitazione in lingua italiana) Aida Truturro.
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Ecco un film italianissimo e potente, senza piagnistei. Gioca con i luoghi comuni e li ribalta, ci fa scoprire attori come Gianpaolo Fabrizio, il "Vespa" di Strisica La Notizia che ci regala un'interpretazione struggente da Mario Merola sofisticato;
Massimiliano Gallo: un fiume in piena nel suo Angelo Tatangelo, una canaglia capace di modulare la voce su toni più variegati rispetto a quelli pure straordinari ma tutti alti del "Gionta" di Fortapasc;
Luisa Ranieri finalmente in un ruolo da Femmina (e non solo da femmina) che gestisce con grande carattere e carisma:
Andrea Renzi che nei panni del Ragioniere tira fuori una notevole "cazzimma" napoletana;
un nuovo attore mai visto prima, Massimiliano Rossi, una faccia che ricorda attori francesi come Cassel o Reno;
una straordinaria e generosa (seppure evidentemente a disagio nella recitazione in lingua italiana) Aida Truturro...
Oltre ai personaggi principali, si fa apprezzare tuttta una costellazione di ruoli minori che quando arrivano in scena si portano dietro un mondo, cito con piacere Gigino a' Purpetta, interpretato da Giovanni Esposito, un inguaribile romantico gestore di un bar dotato di toro (di bufalo?) meccanico, dove si servono solo polpette e mozzarella.
In definitiva, si tratta di un film pieno di difetti, ma il torrente vitale della regia li travolge come tutto il resto, compreso lo spettatore.
Da in conservare cineteca.
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debora cinemaniaca
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domenica 23 ottobre 2011
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mozzarella stories parla di noi, italiani, oggi.
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Mozzarella Stories è un film che parla dell'insostenibile leggerezza dell'essere italiani, oggi. Lo sa bene l'inossidabile guitto Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo) che insegue le sue velleità di cantante ed amatore spingendosi tanto oltre da restare bloccato sotto il corpo esanime e irremovibile di Autilia (Aida Turturro).
Lo sa Ciccio dop (Gianpaolo Fabrizio) che proprio non si spiega come il suo amore, la sua forza e la dedizione alle sue amate bufale e alla figlia non riescano a fronteggiare smanie femminili e l'agguerrita concorrenza cinese. Lo sanno bene tutti i pesanti burattini che popolano questa farsa tragicomica e melodrammatica, lo sanno eppure non smettono di tentare goffi salti in alto per uscire fuori dal pantano in cui la vita li ha paludati.
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Mozzarella Stories è un film che parla dell'insostenibile leggerezza dell'essere italiani, oggi. Lo sa bene l'inossidabile guitto Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo) che insegue le sue velleità di cantante ed amatore spingendosi tanto oltre da restare bloccato sotto il corpo esanime e irremovibile di Autilia (Aida Turturro).
Lo sa Ciccio dop (Gianpaolo Fabrizio) che proprio non si spiega come il suo amore, la sua forza e la dedizione alle sue amate bufale e alla figlia non riescano a fronteggiare smanie femminili e l'agguerrita concorrenza cinese. Lo sanno bene tutti i pesanti burattini che popolano questa farsa tragicomica e melodrammatica, lo sanno eppure non smettono di tentare goffi salti in alto per uscire fuori dal pantano in cui la vita li ha paludati.
La regia è schietta e potente, non indugia al movimento di macchina fine a se stesso ma penetra con forza il colorato allestimento di mostri.
Infine, dalla cloaca informe di caglio e sangue, viene fuori una ninfa, Sofia (Luisa Ranieri) che ha una qualità rara: è una visionaria. La sua capacità di immaginare un mondo diverso la porta a stringere alleanze e ad operare fuori dalle regole stantie scritte e non scritte del mondo degli uomini che l'ha cresciuta.
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maria giorgia
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lunedì 10 ottobre 2011
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primo lungometraggio ben riuscito
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Caserta. Ciccio Dop (Giampaolo Fabrizio) è il signore assoluto della mozzarella di bufala. È lui che regna nella produzione del bianco e soffice formaggio. Dopo aver scontato una condanna per aver ucciso la concorrenza con un nerbo per bufale, si riafferma nel mercato, riportando in auge la sua storica azienda. Ma un ostacolo dal sapore orientale mette in ginocchio la produzione. Il re delle mozzarelle entra in una guerra di mercato contro degli imprenditori cinesi, produttori di ottima mozzarella, venduta a metà prezzo. Questo affronto farà scatenare una serie di eventi che coinvolgeranno tutti i protagonisti. Infatti, intorno a Ciccio Dop ruotano vari personaggi: la figlia Sofia (Luisa Ranieri), esuberante ragazza sposata con Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo), un cantante neomelodico squattrinato e innamorato di Autilia (Aida Turturro), burrosa donna dall’incantevole voce, il silenzioso e in crisi esistenziale Dudo (Massimiliano Rossi), uno dei suoi killer, detto “zingaro napoletano”, il fidato Ragioniere (Andrea Renzi), contabile dell’azienda e consigliere, Gravinio (Tony Laudadio), miserabile e spietato uomo che farà di tutto per prendere il posto di re nell’azienda, e poi Gigino “A ‘Purpetta” (Giovanni Esposito), proprietario di un piccolo ristorante, debitore nei confronti di Ciccio Dop.
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Caserta. Ciccio Dop (Giampaolo Fabrizio) è il signore assoluto della mozzarella di bufala. È lui che regna nella produzione del bianco e soffice formaggio. Dopo aver scontato una condanna per aver ucciso la concorrenza con un nerbo per bufale, si riafferma nel mercato, riportando in auge la sua storica azienda. Ma un ostacolo dal sapore orientale mette in ginocchio la produzione. Il re delle mozzarelle entra in una guerra di mercato contro degli imprenditori cinesi, produttori di ottima mozzarella, venduta a metà prezzo. Questo affronto farà scatenare una serie di eventi che coinvolgeranno tutti i protagonisti. Infatti, intorno a Ciccio Dop ruotano vari personaggi: la figlia Sofia (Luisa Ranieri), esuberante ragazza sposata con Angelo Tatangelo (Massimiliano Gallo), un cantante neomelodico squattrinato e innamorato di Autilia (Aida Turturro), burrosa donna dall’incantevole voce, il silenzioso e in crisi esistenziale Dudo (Massimiliano Rossi), uno dei suoi killer, detto “zingaro napoletano”, il fidato Ragioniere (Andrea Renzi), contabile dell’azienda e consigliere, Gravinio (Tony Laudadio), miserabile e spietato uomo che farà di tutto per prendere il posto di re nell’azienda, e poi Gigino “A ‘Purpetta” (Giovanni Esposito), proprietario di un piccolo ristorante, debitore nei confronti di Ciccio Dop.
Quello di Edoardo De Angelis è un lungometraggio d’esordio ben riuscito. La scelta di attori sconosciuti al grande pubblico rende più credibile la loro messa in scena in quanto tutto si colora di kitsch e melodrammatico (caratteristiche presenti in quella realtà imbevuta di folklore, tipicamente napoletana) senza però mai cadere nel grottesco. Certo è che, dopo un incipit chiassoso e volutamente trash (tremenda, ma al tempo stesso, divertentissima scena della pioggia di mozzarelle nella piscina dove tutti gli invitati goderecci si tuffano), la trama narrativa non fila proprio liscia, ci sono troppe storie non sviluppate bene e poco collegate fra loro. La medesima cosa vale per la personalità dei protagonisti. Quindi tutto questo appare troppo lasciato libero all’interpretazione e alla perspicacia del pubblico. Invece, la fotografia è ben curata e la si può notare dalle inquadrature vivaci, ma attente. Per quanto riguarda la colonna sonora, si poteva eccedere di più. Per tutto il film c’è un sottofondo di musica cubana (anche se è notevole “Mambo Napoletano”). Voto 10 per “Zingaro Napulitano” e “L’amore Express” («un pezzo davvero innovativo»). Insomma, bastava osare un po’ inserendo qualche pezzo neomelodico in più.
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giulio_485
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giovedì 29 settembre 2011
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film pessimo
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Il film è una squallida e grottesca rappresentazione della storia di una famiglia del casertano e ridicolizza la cultura dell'italia meridionale, mettendo in risalto i suoi principali difetti.
La trama è contorta e banale e viene resa ancora più difficile da interpretare dalla mediocra performance degli attori del tutto sconosciuti.
Sconsigliato vivamente.
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ginevra89
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mercoledì 28 settembre 2011
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un nuovo polanski
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Due bambini che neanche si presentano agli occhi dello spettatore creano le basi di un dialogo che perdura per ben un'ora e un quarto,ovvero la durata del film.Noia? no. Piuttosto un dialogo calamita,che non fa distogliere l'attenzione neanche per un secondo,uno scambio di battute, a momenti pungenti a momenti simpatiche, ma sempre con una vena triste e malinconica. Due coppie sull'orlo di una crisi di nervi che con un crescendo decisamente palpabile, riescono a toccare con mano un'isteria furibonda ma al contempo non calando di ilarità e vene del tutto ridicole. Un Polanski ben diverso da quello che conosciamo, un Polanski che rischia la sua posta gettandosi in un genere a lui nuovo ma ben riuscito,accompagnato dalle ottime interpretazioni di Jodie Foster e Christoph Waltz.
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Due bambini che neanche si presentano agli occhi dello spettatore creano le basi di un dialogo che perdura per ben un'ora e un quarto,ovvero la durata del film.Noia? no. Piuttosto un dialogo calamita,che non fa distogliere l'attenzione neanche per un secondo,uno scambio di battute, a momenti pungenti a momenti simpatiche, ma sempre con una vena triste e malinconica. Due coppie sull'orlo di una crisi di nervi che con un crescendo decisamente palpabile, riescono a toccare con mano un'isteria furibonda ma al contempo non calando di ilarità e vene del tutto ridicole. Un Polanski ben diverso da quello che conosciamo, un Polanski che rischia la sua posta gettandosi in un genere a lui nuovo ma ben riuscito,accompagnato dalle ottime interpretazioni di Jodie Foster e Christoph Waltz.Impersonificazione di quattro personaggi astratti dalla nostra società piena di stereotipi e buoni costumi, che rivestono amabilmente quegli individui in verità ipocriti e corrotti che non sempre riescono a rimanere in controluce. Traspare da quel piccolo squarcio su New York (nonchè Parigi) il suo sentirsi perseguitato e intrappolato in un luogo che rimanda a una scenografia più prossima al Rope Hitchockiano,che girato a Los Angeles,apriva le porte ad un'ampia Manhattan.
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renato volpone
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martedì 27 settembre 2011
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sangue e mozzarella
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Il cinema italiano osa nuovi percorsi: affronta tematiche attuali quale il confronto dell'Occidente con la Cina calandosi nella storia e nella realtà di un meridione patriarcale e violento. L'amore e la morte fanno da sfondo a questo racconto, il tradimento e la rivalsa ne fanno da cornice, il tutto attorno ad una candida mozzarella macchiata di sangue. Meravigliosa la voce di Aida Turturro, bellissima la fotografia. Il racconto regge e non annoia passando da momenti di ilarità a momenti altamente drammatici. Esperimento riuscito.
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lunfardo
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domenica 25 settembre 2011
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polpettone
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Inizia benino poi si perde in un pasticcio pretenzioso e troppo lungo. Chi non lo vede non si perde nulla.
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