I guardiani del destino |
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Un film di George Nolfi.
Con Matt Damon, Emily Blunt, Shohreh Aghdashloo, John Slattery.
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Titolo originale The Adjustment Bureau.
Thriller,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- USA 2011.
- Universal Pictures
uscita venerdì 17 giugno 2011.
MYMONETRO
I guardiani del destino
valutazione media:
2,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il deludente debutto alla regia di George Nolfidi maxamFeedback: 403 | altri commenti e recensioni di maxam |
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lunedì 27 giugno 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gli appaganti ricordi, da cinefilo, di "Blade runner", "Minority report" e "Paycheck" mi convincono a vedere "I guardiani del destino", altra trasposizione cinematografica di un'idea di Philip K. Dick, questa volta il suo racconto breve "Adjustment team". Ma il film, sia che voglia essere un inno all'amore vero, quello che si incontra una sola volta nella vita e quando accade è per sempre, sia che voglia farci riflettere sul libero arbitrio, sulle conseguenze delle nostre più piccole scelte e sull'esistenza di un disegno intelligente, sia che voglia semplicemente trasportarci nell'immaginario paranoico dello scrittore statunitense, fallisce in tutti questi obiettivi, facendo rimpiangere riguardo l'amore la poesia di opere di gran lunga superiori come "Big Fish", "Serendipity" o "Il fantastico mondo di Amelie" e sul tema della scelta persino le sequenze più ragionate della trilogia di "Matrix", ancor apprezzabili seppur diluite in un'abbondante dose di combattimenti e fughe ed effetti speciali. Delude subito questo debutto alla regia di George Nolfi nello strampalato primo incontro tra il politico David (Matt Damon) e la ballerina Elise (Emily Blunt) in un bagno maschile: si vuole presentare al pubblico la magica attrazione che lega i due personaggi e dopo un dialogo approssimativo, davvero superficiale, si propina allo spettatore un bacio appassionato tra i due come per dire brutalmente "okay gente, le cose stanno così, ora andiamo avanti con la narrazione". Il personaggio di Elise non evolverà poi durante tutto il film, passando "in modo piatto" dalla ragazza frivola che si imbuca ai matrimoni e capricciosetta annega il cellulare di David in un caffè americano alla ragazza fragile (ma le femministe non insorgono?) il cui destino ruota completamente intorno all'uomo giusto da sposare. Si capisce che Emily Blunt è brava e non è giusto crocifiggerla per aver accettato questo ruolo: a lei va la mia più sincera solidarietà. Veniamo alle eminenze grigie, i guardiani. Hanno questo tallone d'Achille che non riescono a percepire le decisioni delle persone quando piove o ci si fa una gita in barca: l'escamotage è di per sé penoso, la sceneggiatura infierisce ricordandocelo più volte casomai lo si dimenticasse. Il più temuto dei guardiani, tale Thompson (Terence Stamp) burocrate nemico dell'amore tra David ed Elise, che gli altri guardiani chiamano "il martello", esordisce in una scena in cui riassume a David la storia del genere umano secondo quella semplicistica alternanza di secoli bui e secoli luminosi che oggi sarebbe accettata forse solo fino alla primary school. Ci mette poi poco "il martello" (e nessuna violenza) a convincere David ad abbandonare Elise per il bene di lei e tornare a vestire i panni del politico rampante. Inseguimento nel finale tra le strade di NY ricche di false porte fino all'Adjustment Bureau e salutiamo così Terence Stamp e gli altri guardiani, segnalando a coloro i quali non disdegnino i cartoni e siano alla ricerca di cattivi in giacca e cravatta la coproduzione italo-tedesca "Momo" tanto per rifarsi gli occhi. Altre gravi debolezze: i salti nel tempo sono mal gestiti, in un film del genere anche una sequenza accelerata di un parco che cambia aspetto o qualche intermezzo sull'attività dei guardiani sarebbero stati più appropriati delle banali scritte tipo "tre anni dopo" o la prima, geniale, "la notte delle elezioni" (ma va?!). E la colonna sonora non accompagna il film. Matt Damon è bravo, ma non basta: voto 2.
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