L'uomo che verrà |
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Un film di Giorgio Diritti.
Con Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Stefano Bicocchi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- Italia 2009.
- Mikado Film
uscita venerdì 22 gennaio 2010.
MYMONETRO
L'uomo che verrà
valutazione media:
3,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un episodio paradigmatico del ‘900di RescartFeedback: 8315 | altri commenti e recensioni di Rescart |
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lunedì 6 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Diritti va al cuore del problema quando all’inizio del film il capo del gruppo di partigiani locale, "il Lupo", fa ai nuovi arrivati il "discorsetto di benvenuto”, ricordando loro che, trattandosi di guerra, dovevano considerarsi a tutti gli effetti militari. E come tali non farsi condizionare da nessuna personale convinzione ideologica ma limitarsi ad abbedire agli ordini, come appunto si addice ai veri militari. Sia la storia del film che la Storia con la “S” maiuscola ci dicono che così non fu perché i partigiani non accettavano di essere semplicemente esecutori di ordini provenienti da un comando centrale guidato e coordinato dagli alleati. Mentre a ben vedere erano gli amglo-americani i veri liberatori dell’Italia perché casualmente si trovavano in quel momento sul fronte italiano come i russi si trovavano invece su quello tedesco orientale. Ma come si poteva pretendere che dei giovani idealisti, alcuni dei quali finiti nella resistenza solo perché renitenti alla leva, potessero prescindere dalle loro convinzioni politiche? Come si poteva pretendere che nel clima ideologico diffuso che il fascismo prima e il nazismo poi avevano artificiosamente creato, non vi fosse una reazione uguale e contraria da parte di chi vedeva nei tedeschi la prosecuzione e la radicalizzazione del regime fascista? Dopo la prigionia a Campo Imperatore, infatti, il duce era stato liberato dai tedeschi ma gli storici oggi ci dicono che per realizzare questa impresa i parà tedeschi non dovettero sparare nenache un colpo e non trovarono sulla loro strada neanche l’opposizione degli americani. Il ritorno del duce e la conseguente invasione nazista fu in realtà funzionale al completamento della guerra che avrebbe richiesto ancora un altro anno e mezzo, quanto durò la Repubblica di Salò. Questo nuovo ibrido di fascismo e nazismo sul territorio italiano avrebbe dovuto servire a traghettare l’Italia verso la fine della guerra e la definitiva sconfitta del nazifascismo. Senza la Repubblica di Salò l’Italia sarebbe stato un Paese totalmente allo sbando, senza forze dell’ordine né militari in grado di garantire la sicurezza, e la stessa Emilia Romaga sarebbe sprofondata in forme di brigantaggio che avrebbero fatto impallidire quelle dei tempi del bandito Giuliano. Il Lupo diede ai suoi uditori l’unica bussola che avrebbe potuto portarli indolori alla meta finale ma come tutti i veri profeti in patria (il dialetto è testimonianza “eloquente” di questo appartenere tutti allo stesso ceppo culturale) non fu ben accolto.
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