ele-sb-
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sabato 29 gennaio 2011
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un buon film
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Un film che vale la pena vedere..che ti lascia quel qualcosa dentro,con una storia che in qualche modo ci riguarda,
ma non tutti la pensano cosi e soprattutto i ragazzi d' oggi... che ormai non credono piu in niente,non combattono per certi ideali e spesso non s'interessano più a nulla
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irontato
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mercoledì 26 gennaio 2011
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sbadiglio
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A me ha fatto venire un grande sonno.
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nalipa
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mercoledì 6 ottobre 2010
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romanzo criminale rimane la sua più grande opera
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Sarà sicuramente un film sincero, ma la sceneggiatura ingarbugliata e i personaggi senza vera anima mi hanno fatto pensare che Placido non si é ancora raggiunto.
Argentero fuori parte un elogio, invece (mio malgrado)a Scamarcio.
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picassa
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giovedì 2 settembre 2010
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con un vetro davanti
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E' piacevole seguire la vicenda, gli attori sono adeguatamente bravi ma ho provato costantemente un certo distacco.
Comunque vale la pena vederlo.
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bibi1978
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giovedì 2 settembre 2010
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ancora un bravissimo a luca argentero
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Un bel film sul 68' che mi ha fatto passare una serata piacevole. Argentero è superlativo oltre che bellissimo come sempre.
Visto che sono nata nel 78', il film mi ha permesso di conoscere un po' meglio questo periodo storico, che avevo già approcciato attraverso la lettura del libro "Formidabili quegli anni" di Mario Capanna. Mi sarebbe molto piaciuto viverlo!!!
Consiglio a tutti la visione del film.
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housebello
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martedì 10 agosto 2010
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compagni ribellatevi
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non se ne può più di film nostalgici verso il 68, specie se italiani. sono contento di sapere che i giovani di una volta erano così bravi e intelligenti, però dai film che si fanno sembrano ridicoli. diciamo pure a quelli che gli piace fare film sul 68 che la lezione l'abbiamo imparata e adesso magari è il momento di pensarne qualcuna di nuova.
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francesco2
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lunedì 26 luglio 2010
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il sogno (infranto) che placido sia un regista
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Almeno a partire da "Ovunque sei"(2004) il cinema di Placido affronta il tema del racconto "A doppia valenza". Lì, la morte di alcuni protagonisti si (con) fondeva con la realtà, provocando un corto-circuito (Troppo pasticciato, però), tra "Immaginato" e "Vissuto".
Quindi, l'intreccio (Tutt'altro che inedito, senza dubbio), tra pubblico e privato non deve stupire più di tanto: è un caso che nel '98 "Del perduto amore", che non ho mai visto, prendesse spunto da una contraddizione dello stesso attore-regista, mi pare poliziotto e presunto comunista al contempo, e che, se non ricordo male, lo stesso personaggio della Mezzogiorno fosse precursore di questa Trinca "Cattocomunista?".
Lo stesso Placido del resto è stato centrista e uomo di sinistra, regista e attore, commissario Cattani dai grandi numeri TV e regista, all'inizio, di film visti da pochi intimi.
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Almeno a partire da "Ovunque sei"(2004) il cinema di Placido affronta il tema del racconto "A doppia valenza". Lì, la morte di alcuni protagonisti si (con) fondeva con la realtà, provocando un corto-circuito (Troppo pasticciato, però), tra "Immaginato" e "Vissuto".
Quindi, l'intreccio (Tutt'altro che inedito, senza dubbio), tra pubblico e privato non deve stupire più di tanto: è un caso che nel '98 "Del perduto amore", che non ho mai visto, prendesse spunto da una contraddizione dello stesso attore-regista, mi pare poliziotto e presunto comunista al contempo, e che, se non ricordo male, lo stesso personaggio della Mezzogiorno fosse precursore di questa Trinca "Cattocomunista?".
Lo stesso Placido del resto è stato centrista e uomo di sinistra, regista e attore, commissario Cattani dai grandi numeri TV e regista, all'inizio, di film visti da pochi intimi. Ma paradossalmente proprio questo rischia di essere il limite di questo discutibile "Grande sogno".Troppa carne al fuoco, troppa disperazione didascalica nel narrare questo microcosmo che ne riflette un "Macro", avolte, spiace dirlo, con esiti disastrosi. Come quei ralenti retorici e inutili che vorrebbero racchiudere nei soprusi sofferti da quei manifestanti, così criticati da Pasolini, l'impotenza di un mondo che credeva di "Non aver colpa", come dice la famosa canzone.
In realtà, chi voglia raccontare un'epoca attraverso le vicende dei singoli deve non esser mai prevedibile, a livello sostanziale ed a livello formale. Le note di curiosità nei canoni usati qui sono poche, tra cui la doppiezza del personaggio di Scamarcio che (Come Placido, guarda caso.......)è al contempo poliziotto e presunto manifestante, come anche poliziotto ed innamorato della Trinca. Quando gli viene chiesto in merito ad una battuta se si riferisca al mestiere di poliziotto o a quello di attore, viene in luce quella che vorrebbe- Credo- essere la scommessa del film: mostrare i risvolti paradossali di tutto quel mondo in fermento. Ma non basta per questo mostrare una catto-comunista alle prese con la solita famiglia che tutti immaginiamo, né costruire un triangolo sentimentale che presenti risvolti più curiosi del solito(Divertente, a questo proposito, la scena tra detto enon detto in cui i tre scherzano, ma non troppo, seduti alla stessa tavola.
Ecco, pensandoci bene, questo film soffre dell'equivoco di un opera ancora più discutibile, "Lavorare con lentezza". Diversamente da quanto facciano (Non sempre benissimo), "Milk", "Alì", "Quando eravamo re", questi film sono insienme troppoe troppo poco documentaristici. Troppo poco, perché schiavi di canoni già consolidati nell'impostazione per poter documentare davvero; ma anche troppo, per come pretendono di fare crona ca modello "Chi l'ha visto?( o magari peggio), illudendosi che basti a rappresentare il reale.
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doni64
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martedì 20 luglio 2010
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film..intenso
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Film intenso interpretato da attori preparati al ruolo tipo scamarcio, argentera ed altri attori preparati al ruolo interpretativo.La trama e' interessante come la interpretazione che e' accattivante.Nel complesso un film intenso e simpatico.Voto 7
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germi86
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giovedì 17 giugno 2010
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il grande sbadiglio
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non vedo la necessità e l'esigenza di fare un altro ennesimo film basato sul '68,ne ho già visti troppi e questo sicuramente non è uno dei migliori film che tratti questo periodo e le tematiche corrispondenti.
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roxipal
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martedì 15 giugno 2010
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riflessivo
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Ho visto il film in un giorno di malattia a casa in religioso silenzio mi è piaciuto abbastanza, concordo sulla regia didascalica, molto bravo Argentero a seguire la Trinca e Scamarcio, ma la cosa che mi ha riportato indietro è il pezzo quando Scamarcio dice che anche la polizia viveva questo dissidio, e nessuno ne parla mai anche ora che la polizia è gestita in un certo modo.
Mio padre era un poliziotto meridionale appassionato di cinema anche perchè come diceva lui poteva entrare gratis, mi ha trasmesso sin da piccola l'amore per il cinema, ho assistito ai suoi primi incontri segreti negli anni 70 per la nascita del sindacato di polizia che viene accennato nel film perchè forse nessuno si ricorda che nel passato i militari dovevano esere apolitici, ed ho visto migliorare le condizioni di pensiero, parola ed economiche dei poliziotti.
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Ho visto il film in un giorno di malattia a casa in religioso silenzio mi è piaciuto abbastanza, concordo sulla regia didascalica, molto bravo Argentero a seguire la Trinca e Scamarcio, ma la cosa che mi ha riportato indietro è il pezzo quando Scamarcio dice che anche la polizia viveva questo dissidio, e nessuno ne parla mai anche ora che la polizia è gestita in un certo modo.
Mio padre era un poliziotto meridionale appassionato di cinema anche perchè come diceva lui poteva entrare gratis, mi ha trasmesso sin da piccola l'amore per il cinema, ho assistito ai suoi primi incontri segreti negli anni 70 per la nascita del sindacato di polizia che viene accennato nel film perchè forse nessuno si ricorda che nel passato i militari dovevano esere apolitici, ed ho visto migliorare le condizioni di pensiero, parola ed economiche dei poliziotti. In noi figli c'era un grande senso di appartenenza, anche se essendo alle scuole superiori negli anni di piombo femminista e rivoluzionaria ho sempre vissuto dentro il conflitto di essere figlia di un poliziotto, queste storie nessuno ha voglia di raccontarle.
Il film mi ha riportato di colpo a mio padre che non ho mai visto in divisa, a mio padre e ai suoi tanti colleghi che l'estate ci portavano al mare con le famiglie e che non ho mai visto come dei picchiatori ma gente che aveva il SOGNO di cambiare un po' la storia gente che aveva conosciuto i picchiatori del fascismo e non voleva più picchiare, ma subiva gli ordini, i rapporti ecc.
Oggi credo che siamo tornati un po' indietro. Grazie per la riflessione che il film ha risvegliato che era dentro di me sopita o dormiente dopo gli ultimi avvenimenti di poliziotti che uccidono a manganellate...
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