dony64
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venerdì 6 novembre 2009
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film commedia un po' divertente
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Film commedia interpretata in modo piu' che discreto da attori/attrici gia' noti per questo genere.Nel compless piacevole ma poco interessante per l'argomento trattato.Voto 6+
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(di cassandra66)
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luana
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sabato 3 ottobre 2009
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discreto
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La prima parte prometteva bene..sulle righe di il Diavolo veste Prada, con un ottimo Jegg Bridges che evoca la Streep e un buon tasso umoristico. Purtroppo nel secondo tempo si cade in una scontatezza che prevede poche note divertenti con la solita storia d'amore già subodorata ma che poi diventa smaccata; con la "storia" dei soliti valori che davvero contano etc..etc....Insomma gli spunti satirici si perdono frettolosamente nella retorica di genere e la parossistica demenzialità di quel mondo diventa letterale e quindi poco arguta e leggermene demenziale. Peccato. Una storia che si sviluppa in un clichè, anche se nel complesso simpatica e gradevole, con un buon ritmo.
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alain1973
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martedì 8 settembre 2009
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star system
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divertente anche se in alcune scene quasi demenziale
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andy2704
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giovedì 21 maggio 2009
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risparmiare 110 minuti, scoprite come!
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Un film autoreferenziale può essere interessante? A quanto pare, la risposta è un secco ed alquanto brutale no. Un Simon Pegg che continua a non convincere nel ruolo di simpatico ometto. Le battute sono decisamente stantie e rimasticate , balletti osceni, che dovrebbero strappare qualche risata, lasciano il tempo che trovano, la sceneggiature piatta. Partecipano alla "tragedia" in termini cinematografici, una inconsapevole Kirsten Dunst, bella e forse brava, forse dato il fatto che non ha l'occasione di dimostrarlo, chiudono il grottesco quadro un trans-gender dai facili costumi ed un direttore, che avrebbe il ruolo della Streep nel Diavolo veste Prada, ma che non riesce a comunicare niente, neanche un pò di timore reverenziale nel protagonista.
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Un film autoreferenziale può essere interessante? A quanto pare, la risposta è un secco ed alquanto brutale no. Un Simon Pegg che continua a non convincere nel ruolo di simpatico ometto. Le battute sono decisamente stantie e rimasticate , balletti osceni, che dovrebbero strappare qualche risata, lasciano il tempo che trovano, la sceneggiature piatta. Partecipano alla "tragedia" in termini cinematografici, una inconsapevole Kirsten Dunst, bella e forse brava, forse dato il fatto che non ha l'occasione di dimostrarlo, chiudono il grottesco quadro un trans-gender dai facili costumi ed un direttore, che avrebbe il ruolo della Streep nel Diavolo veste Prada, ma che non riesce a comunicare niente, neanche un pò di timore reverenziale nel protagonista.
Apprezzabile è il misero e ripetitivo tentativo di citare la Dolce vita.Misero perchè non ne svela niente, ripetitivo perchè ossessivamente presente.
Beh, potevo impiegare meglio il mio tempo.
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fataignorante
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lunedì 18 maggio 2009
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leggerezza
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Giornalista-Hooligans inglese che ricorda la leggerezza del Peter Seller di Hollywood Party. Carino.
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go with the flow
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lunedì 18 maggio 2009
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la realtà non è quello che vedi
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Star System, che preferisco continuare a chiamare con il suo titolo originale, ovvero "How to lose friend & Alienate People" è una commedia che fa sorridere e spesso ridere. Il suo protagonista è spesso grottesco e fuori luogo e i suoi modi di fare danno il via a gag davvero molto divertenti.
Ma Star System è anche qualcosa di più. E' un'opera che andrebbe letta su più livelli. Sydney Young trasferitosi a New York, dall'Inghilterra, per collaborare con una delle più autorevoli riviste cinematografiche americane, rappresenta l'ingenuità di chi crede che l'informazione dovrebbe essere fatta di verità oggettive e non assecondando interessi economici e giochi di potere. Sydney è un personaggio naif che, scontrandosi con l'assurdità di un modo di fare informazione corrotto, risulta a sua volta assurdo.
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Star System, che preferisco continuare a chiamare con il suo titolo originale, ovvero "How to lose friend & Alienate People" è una commedia che fa sorridere e spesso ridere. Il suo protagonista è spesso grottesco e fuori luogo e i suoi modi di fare danno il via a gag davvero molto divertenti.
Ma Star System è anche qualcosa di più. E' un'opera che andrebbe letta su più livelli. Sydney Young trasferitosi a New York, dall'Inghilterra, per collaborare con una delle più autorevoli riviste cinematografiche americane, rappresenta l'ingenuità di chi crede che l'informazione dovrebbe essere fatta di verità oggettive e non assecondando interessi economici e giochi di potere. Sydney è un personaggio naif che, scontrandosi con l'assurdità di un modo di fare informazione corrotto, risulta a sua volta assurdo. Nel suo bizzarro modo di negare la volontà di essere pedina dell'eterna partita a scacchi fra editoria e uffici stampa, Sydney si ritrova, comunque, a dover riconoscere la supremazia di un mondo che vuole che la realtà sia quella vista dalla parte del più forte, ignorando e oscurando tutto ciò che non ha la forza sufficiente per essere davvero reale.
Azzeccati i riferimenti a "La Dolce Vita" e non solo per sensuali bagni in piscina che rimandano alla celebre scena della Ekberg nella Fonatna di Trevi, ma anche, e soprattutto, per quella sensazione, che già era stata di Mastroiani, di eterna instabilità e indecisione nello scegliere fra un mondo artefatto e ricco di falso successo e la semplicità di una realtà a volte noiosa, ma pur sempre genuina.
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sw3ntrax
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venerdì 15 maggio 2009
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una commedia con un pizzico di romanticismo...
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Aspettavo impaziente questo film per poter rivedere Megan Fox, una donna bellissima ma da valutare ancora come attrice. Il film si pone sotto una luce demenziale ma non lo è; gli attori sono eccellenti, seguono il proprio personaggio molto bene. A me ha divertito molto, in particolar modo il protagonista che si propone in una parte comica-irriverente interessante, con sparate alla homer simpson, cioè senza peli sulla bocca.
In definitiva un film per potersi divertire in compagnia, forse non adattissimo ai minorenni (e mi riferisco principalmente ma non solo alla scena del trans). Io, poi, da fan sfegatato di Kirsten Dunst mi sono divertito nel vedere l'attrice prendere in giro il protagonista ma poi col tempo innamorandosene perdutamente.
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ciccio capozzi
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giovedì 14 maggio 2009
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tra tanta banalità, ecco il mito....
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“STAR SYSTEM-SE NON CI SEI NON ESISTI” di ROBERT B. WEIDE; USA-UK, 09. Il giovane aspirante critico cinematografico inglese di rottura, è chiamato a New York dal più potente editore di riviste di comunicazione glamour. Dovrà lottare per adattarsi e non farsi fagocitare. Ispirato alle autobiografie di Toby Young, giornalista e critico, ha trovato nella messa in film il giusto equilibrio tra la satira e l’osservazione dall’interno di un ambiente così complicato come quello che ruota attorno al cinema. Il luccichio del sistema è per lo più fasullo, perché opera di PR professionisti, e di produttori che programmano gli investimenti su personaggi di totale soave nullità, come il leggiadro corpo parlante della bellissima Megan Fox : ma la fanno diventare mito.
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“STAR SYSTEM-SE NON CI SEI NON ESISTI” di ROBERT B. WEIDE; USA-UK, 09. Il giovane aspirante critico cinematografico inglese di rottura, è chiamato a New York dal più potente editore di riviste di comunicazione glamour. Dovrà lottare per adattarsi e non farsi fagocitare. Ispirato alle autobiografie di Toby Young, giornalista e critico, ha trovato nella messa in film il giusto equilibrio tra la satira e l’osservazione dall’interno di un ambiente così complicato come quello che ruota attorno al cinema. Il luccichio del sistema è per lo più fasullo, perché opera di PR professionisti, e di produttori che programmano gli investimenti su personaggi di totale soave nullità, come il leggiadro corpo parlante della bellissima Megan Fox : ma la fanno diventare mito. Su questa intelligente e non moralistica dialettica è costruito il film. Che risulta perfino realistico: anche più di “Il Diavolo veste Prada”, cui si ricollega in qualche modo. Come nella vicenda esemplare dell’ex capo del protagonista, che, caduto in basso dalla piramide, diventa un banale corrispondente, come tanti altri. L’attore Danny Huston ne dà una caratterizzazione perfetta. L’aspetto collettivo è ritratto con sicurezza; come anche la donchisciottesca, talvolta presuntuosa intellettualità del protagonista: a volte è esilarante come il Peter Seller della serie Clouseau
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houssy
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mercoledì 13 maggio 2009
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star system: leggero con brio
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Sarà che adoro Simon Pegg dai tempi di Shawn of the dead, sarà che idolatro Jeff Bridges dal momento che incrocia il suo sguardo in Starman, sarà che i rimandi ad altri film non si contano, ma devo dire che Star System (orrendo titolo italiano del ben più azzeccato How to lose friends and alienate peolple) conquista dalla prima all'ultima sequenza. La storia del giovane reporter inglese che vola a New York per lavorare ad una blasonata rivista, portando lo scompiglio nel mondo dello show business, cattura le pupille e non le molla più. Se da un lato il repertorio di situazioni catastrofiche è piuttosto prevedibile, dall'altro alcuni dialoghi sono strepitosi (il miglior film del mondo? Con Air.
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Sarà che adoro Simon Pegg dai tempi di Shawn of the dead, sarà che idolatro Jeff Bridges dal momento che incrocia il suo sguardo in Starman, sarà che i rimandi ad altri film non si contano, ma devo dire che Star System (orrendo titolo italiano del ben più azzeccato How to lose friends and alienate peolple) conquista dalla prima all'ultima sequenza. La storia del giovane reporter inglese che vola a New York per lavorare ad una blasonata rivista, portando lo scompiglio nel mondo dello show business, cattura le pupille e non le molla più. Se da un lato il repertorio di situazioni catastrofiche è piuttosto prevedibile, dall'altro alcuni dialoghi sono strepitosi (il miglior film del mondo? Con Air...), se la storia d'amore messa in scena nel film è telefonatissima, il garbo con cui sboccia e cresce, ammalia, così come ammaliano ancora le note de La dolce vita scritte da Nino Rota. Di certo non sarà il miglior film dell'anno, ma nemmeno il peggiore o il più volgare, in definitiva la pellicola interpretata dal bravo Simon Pegg è un sassolino gettato educatamente nel placido stagno del buon gusto. Su tutto poi, resta nella mente la sequenza in cui i due protagonisti ballano al ritmo della musica di Nino Rota, una sequenza dal gusto classico, d'altri tempi, da commedia sofisticata anni 60/70. Un momento che vale mille parole.
LA SCENA CHE VALE IL FILM
Quella appena citata e il finale...la dolce vita.
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cerry85
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mercoledì 6 maggio 2009
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simpatico!
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Ieri sera ho potuto vederlo in anteprima gratuita e mi ha fatto passare una bella serata! Se avessi dovuto pagare il biglietto intero forse non sarei andato a vederlo al cinema, perchè secondo me non è il genere che merita di essere visto al cinema, però è una buona commedia, a metà tra il comico e il romantico. Soprattutto comico, però, con l'irriverente humor del protagonista inglese che mi ha divertito davvero tanto. Ottima la battuta rivolta a Megan Fox che si è bagnata tutto il vestito: <>! La recitazione è molto buona, in particolare Jeff Bridges, pur avendo una piccola parte, ha interpretato alla grande il direttore della rivista Sharp in cui viene assunto il protagonista.
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Ieri sera ho potuto vederlo in anteprima gratuita e mi ha fatto passare una bella serata! Se avessi dovuto pagare il biglietto intero forse non sarei andato a vederlo al cinema, perchè secondo me non è il genere che merita di essere visto al cinema, però è una buona commedia, a metà tra il comico e il romantico. Soprattutto comico, però, con l'irriverente humor del protagonista inglese che mi ha divertito davvero tanto. Ottima la battuta rivolta a Megan Fox che si è bagnata tutto il vestito: <>! La recitazione è molto buona, in particolare Jeff Bridges, pur avendo una piccola parte, ha interpretato alla grande il direttore della rivista Sharp in cui viene assunto il protagonista. Molto bella la colonna sonora. Da segnalare un omaggio a "La dolce vita" di Fellini. In complesso è un buon film, voto: 7,5.
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