Un nuovo Archetipo.
Cui la definizione di "horror" va indubbiamente stretta, e che dell'Orrore estremizza e sovverte al contempo tutti i topoi più efficaci.
Malata, angosciosa e realmente insopportabile trasfigurazione del dolore in poesia.
Tanto più brutale in quanto follemente insensata nella sua lucida perversione.
Annichilimento violento e chirurgico dell Io/spettatore senza alcuna possibilità di fuga.
Un'opera che disturba e disorienta, scavando un solco rosso sangue di cui rimarrà traccia indelebile, in chiunque abbia la (s)ventura di imbattersi nel martirio -neanche a dirlo- che Pascal Laugier allestisce in modo così crudelmente magistrale durante i novantaequalcosa minuti della pellicola. Il francese mette in scena un'efferata antologia della sofferenza che trascende repentina in delirante teologia del dolore.
Metafisica dello splatter.
Manuale di tortura postmoderna, spaventoso e freddo come un cancro.
La sublimazione del "terrore" su celluloide, insomma. Di cui "Martyrs" è essenza intima e stato dell'arte, misto a molto, molto altro.
Un'esperienza che ci proietta senza pietà nelle peggiori fobie ancestrali dell'animo umano, e lì ci lascia, al buio, per un bel pò. Che disarma, e volontariamente svuota di senso qualsivoglia velleità moralizzante nel critichino di turno.
Pietra miliare pressochè indiscutibile, che ridisegna gli standard, ridimensionando in modo obiettivo e definitivo tutto ciò che, dal "Silenzio degli innocenti" ai vari "Saw", "Hostel" e compagnia squartando, ha fatto gridare al miracolo i più e meno competenti cultori di Cinema "de paura".
Domenico Marchettini
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gus da mosca
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venerdì 3 aprile 2009
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"trasfigurazione del dolore in poesia"...??!
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Non sono cosi' convinto di tutti questi meriti di Martyrs. Martyrs buca piu' di altri film analoghi, grazie al fatto di ammiccare a piu' sottogeneri dell'horror. E' un film fatto di pezzetti di film, alcuni originali altri meno. Fa della discontinuita' una scelta di stile e ci riesce, grazie ad un efficace uso dell'immagine e del suono. Ma l'idea di script, dopo l'incipit furbescamente disorientante e lucidamente sadico, nel "secondo film" si perde in una stupido epilogo fondato sulla volgarizzazione di un'eresia medioevale. L'ultima scena ce l'aveva gia' proposta Balanguero', un altro "eretico" del cinema, mentre la deludente sequenza della "visione mistica" mi ha ricordato addirittura Ghost.
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Non sono cosi' convinto di tutti questi meriti di Martyrs. Martyrs buca piu' di altri film analoghi, grazie al fatto di ammiccare a piu' sottogeneri dell'horror. E' un film fatto di pezzetti di film, alcuni originali altri meno. Fa della discontinuita' una scelta di stile e ci riesce, grazie ad un efficace uso dell'immagine e del suono. Ma l'idea di script, dopo l'incipit furbescamente disorientante e lucidamente sadico, nel "secondo film" si perde in una stupido epilogo fondato sulla volgarizzazione di un'eresia medioevale. L'ultima scena ce l'aveva gia' proposta Balanguero', un altro "eretico" del cinema, mentre la deludente sequenza della "visione mistica" mi ha ricordato addirittura Ghost. In sintesi Martyrs e' molto meglio di quell'altro mix di spezzoni che e' stato Frontieres, ma e' nettamente al di sotto di Inside o di Sheitan. La nouvelle vague d'exploitation francese e' interessante se considerata come fenomeno complessivo di cultura cinematografica, ma i singoli film, visti isolatamente, hanno una valenza limitata e danno un contributo molto parziale di innovazione.
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jacopo81
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domenica 14 giugno 2009
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simbologia in positivo, la cognizione del dolore.
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A dire la verità, in modo semplice e chiaro (spero) sono d'accordo quando dici che è difficile criticare moralmente il film. io non mi intendo di cinema, nè dal punto di vista storico nè tecnico. Del film ho capito questo: la violenza è una cosa assurda, senza senso. Non esiste una violenza giusta e legittima, neanche a scopo difensivo e catartico: è cmq fine a sè stessa e autodistruttiva. Lucie uccide i suoi carnefici ma questo non serve a mettere a tacere i suoi fantasmi che la portano all'autodistruzione finale. La scena in cui la ragazza si accanisce con un martello sulla testa della donna che l'ha torturata, l'ho riconessa a quando, in seguito, si sbatte da sola la testa contro il muro.
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A dire la verità, in modo semplice e chiaro (spero) sono d'accordo quando dici che è difficile criticare moralmente il film. io non mi intendo di cinema, nè dal punto di vista storico nè tecnico. Del film ho capito questo: la violenza è una cosa assurda, senza senso. Non esiste una violenza giusta e legittima, neanche a scopo difensivo e catartico: è cmq fine a sè stessa e autodistruttiva. Lucie uccide i suoi carnefici ma questo non serve a mettere a tacere i suoi fantasmi che la portano all'autodistruzione finale. La scena in cui la ragazza si accanisce con un martello sulla testa della donna che l'ha torturata, l'ho riconessa a quando, in seguito, si sbatte da sola la testa contro il muro. Un circolo vizioso da cui non si esce e che porta solo dolore, per sè stessi e gli altri. Qualsiasi forma di violenza e aggressione è inutile, non serve ad ottenere nulla di concreto: la società di "uomini e donne in nero" che da 17 anni tortura persone sperando di ottenere il segreto dell'aldilà, viene beffata in maniera tragi-comica dal suo stesso capo, che si porta il segreto nella tomba. Il "martirio" di Anna non servirà a far finire la spirale di violenza, perchè la società che l'ha gratuitamente condannata e seviziata continuerà a cercare e a uccidere. A cercare vanamente qualcosa che di fatto non si sa se esiste o no (la vita dopo la morte) e che, comunque, rimane un' esperienza personale non condivisibile con gli altri. Tutti dobbiamo morire, affrontare il dolore che può essere il dolore psicologico dato dalla perdita di una persona cara, o il dolore della carne che accompagna talvolta la morte e il decadimento fisico. Non voglio gridare al capolovaro, ma il film con una certa serietà e rigore (a me pare) dibatte sui grandi problemi che affliggono la società occidentale e l'esistenza delle persone che vivono in questa società. Il dolore, la morte, la sofferenza sono banditi e scordati e nascosti in tutti i modi. Nessuno vuole soffrire, ma la sofferenza e il dolore fanno parte della vita. Le persone che si tagliano deliberatamente la pelle e i muscoli, "i cutter", esistono e vivono accanto a noi. La morte, la violenza, la sopraffazione, i bambini scheletrici esistono e fanno parte della REALTA'. Ci sono le cose belle, ma le cose brutte la nostra impostazione di vita tende in genere a nasconderle. Mi sembra giusto che questo film (almeno questa è la mia interpretazione) suggerisca che certe cose ci sono eccome, e che il dolore è inutile fuggirlo. Che dobbiamo affrontare noi stessi e i nostri demoni.
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raiso
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domenica 24 aprile 2011
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i puffi
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"sovverte al contempo tutti i topoi più efficaci" ma se i puffi a confronto sono geniali
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luisbunuel
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mercoledì 8 febbraio 2012
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recensione ineccepibile
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Una recensione che riassume l'essenza di Martyrs in maniera straordinariamente perfetta. Poche volte mi sono trovato d'accordo sulle recensioni fatte su mymovies. Questo è forse il primo caso. Complimenti ribadisco ineccepibile.
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noillusions
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domenica 28 ottobre 2012
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immondiza, domenico, immondizia
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immondizia senza senso tranne che compiacere chi si bea di guardare la violenza gratuita sugli altri.
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serpico
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mercoledì 18 maggio 2022
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ma quale immondizia
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Quoto ogni tua osservazione...l''immondizia sono gli altri 200.000 pseudo horror fatti di clichè triti e ritriti divenuti insopportabili
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serpico
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mercoledì 18 maggio 2022
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ma quale immondizia
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