Martyrs

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Un film di Pascal Laugier. Con Morjana Alaoui, Mylène Jampanoï, Catherine Bégin, Robert Toupin, Patricia Tulasne.
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Horror, durata 97 min. - Francia, Canada 2008. - Videa uscita venerdì 12 giugno 2009. - VM 18 - MYMONETRO Martyrs * * 1/2 - - valutazione media: 2,49 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

La fabbrica dei martiri Valutazione 3 stelle su cinque

di Gus da Mosca


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venerdì 6 marzo 2009

Un'altra opera della novelle vague francese dedicata all'estetica visiva della violenza. Quasi 2 film disgiunti, legati da una stessa protagonista. Martyrs ha una fotografia meno tecnica e meno efficace di Frontier(s), si affida nella prima parte a sorprendenti incursioni con la camera a mano in scene annegate nel sangue. In completo contrasto, nella seconda parte il film e' freddamente statico ed immerso in una scenografia di tipo carcerario, ritmata da dissolvenze al nero, che accentuano la ripetivita' ossessiva della violenza. Anche la colonna sonora sostituisce la martellante ritmica industriale iniziale a malinconici accordi funebri, che accompagnano le cinque, sei scene assolutamente e violentemente identiche, nella seconda parte. Scelleratamente come gia' faceva Frontier(s), il film mostra una terribile scena di morte, che porta subito alla mente i Martiri del nazismo gettati nelle fosse comuni. Dopo questa vergognosa scena, la violenza visiva del film diventa oscena ed i contenuti blasfemi. Ad un uso della violenza intenzionalmente pornografico (pur trattandosi di finzione), si accompagna una sceneggiatura provocatoriamente e patologicamente delirante: i "martiri" del film sono portati al'estasi mistica atraverso l'umiliazione della carne. Nel film non c'e' Dio, ma non c'e' neppure erotismo sadomasochistico: resta forte l'impressione che la "mistica" eretica e malata di questo film sia solo una scusa per l'esibizione di violenza gratuita, esattamente come in Frontier(s).- Con Malefique, Haute Tension, Calvaire, A l'interieur, Sheitan, Frontier(s), Martyrs, il cinema horror francese si e' ormai distinto con caratteristiche uniche, che ne fanno un cinema a parte: un'ibridazione forzata tra temi quotidiani sociali, religiosi, psichici, erotici accostati a situazioni di violenza oltraggiosa. Oltraggio della martenita' (A l'interieur, Sheitan), della diversita' sessuale (Haute Tension), dell'erotismo (Calvaire, Sheitan), dei disabili (Sheitan), della fede religiosa (Martyrs), delle tragedie storiche (Frontier(s), Martyrs). Questi temi sono usati provocatoriamente per proporre esasperate situazioni di violenza, che supera sempre i confini della patologia psichiatrica e criminale. Qualcosa di estremamente diverso dai "baracconi degli orrori" cui ci ha abituato la produzione seriale Hollywoodiana. Qualcosa di altrettanto diverso dalle ripetitive storie di rancorosi ectoplasmi asiatici. Quello francese e' un cinema horror psichicamente malato, iniettato di un realismo e di una quotidianita' deviata, lontanissimo dalla grottesca ironia dell'horror violento americano. Pieno di una lucida razionalita' che annulla le paure infantili ed irrazionali del sol levante (Martyrs addirittura fa uno sberleffo a quei fantasmi, trasformandoli in coscienti incubi della mente). Un cinema horror che non fa piu' paura e che non si limita a generare repulsione (come fa semplicisticamente il cinema horror erede di Saw), ma che va oltre profanando nel sangue cultura e costumi comuni, in un esasperato tentativo di superare i veri orrori della realta' quotidiana.

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gus da mosca domenica 8 marzo 2009
perche' questo film e' blasfemo per un credente.
49%
No
51%

Nel film si afferma che e' un martire chi da vivo riesce a vedere l'aldila' e a dare testimonianza di quanto ha visto. Nel film si raggiunge questo stato di "estasi" o "trasfigurazione mistica" atrraverso la mortificazione del corpo col dolore fisico estremo: si tratta di una delirante teorizzazione medioevale, eretica e blasfema !! Blasfema perche' insultante per la figura del Martire. Per le religioni cristiane e musulmane e' un Martire colui che fa apostolato e testimonianza della sua fede a costo di subire persecuzioni fisiche, fino alla morte. La Trasfigurazione e' uno stato di ascesi mistica che NON coincide con la "visione dell'aldila'", ma con la capacita' di distaccarsi mentalmente dalla fisicita' del proprio corpo attraverso la concentrazione nella preghieria, nella venerazione, nella meditazione (l'ascesi nella meditazione c'e' anche nelle religioni orientali e la morte col fuoco dei monaci tibetani e' una tragica forma moderna di martirio).

[+] ma perchè (di vedelia)
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gus da mosca lunedì 9 marzo 2009
laugier copia, ma sa farlo molto bene.
16%
No
84%

Laugier ha attinto a piene mani dalla cinematografia di genere horror, ma la sua bravura gli ha permesso di sfruttare idee altrui dissimulando la copiatura. Un passo della scarna colonna sonora di Martyrs ripete accordi estremamente simili al tema guida di "28 giorni dopo" di Boyle (tema poi ripreso anche nel sequel di Fresnadillo). La corsa disperata con cui apre Martyrs la ritroviamo nel finale di Frontiers, ancora nell'apertura di Haute Tension, ma soprattutto alla fine di Wolf Creek, che e' stato il primo a proporre questo genere di efficace sequenza drammatica. Il taglio di capelli, con la protagonista in lacrime che si specchia nello spettatore, si e' gia' visto in Frontiers, entrambi i film mostrano la protagonista rapata a zero (In Haute Tension invece la protagonista ha i capelli cortissimi gia' dall'inizio). [+]

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gus da mosca venerdì 13 marzo 2009
la "nouvelle-exploitation" francese
70%
No
30%

Dopo il decennio occupato dalla "ectoplasmizzazione" asiatica, i francesi riscoprono "un razionale orrore del corpo". I francesi usano, come Saw, un'idea di cinema non fondata sullo spavento isterico, ma su di un realismo repellente: una compiaciuta' pornografia della violenza sul corpo umano. La "boucherie" americana di Saw e Hostel riattualizza il filone di exploitation sensazionalistica anni 70, ma questi film virano subito sul grottesco e sul meccanismo narrativo ripetitivo e ripetibile. Invece i film francesi compiono un'operazione piu' "culturale" e meno di mercato, spingono oltre l'exploitation del corpo, arrivando ad inventare una "exploitation etica", basata sulla profanazione della "morale corrente" attraverso la profanazione del corpo umano. [+]

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jacopo81 domenica 14 giugno 2009
la cognizione del dolore
82%
No
18%

Io non mi intendo di cinema, nè dal punto di vista storico nè tecnico. Del film ho capito questo: la violenza è una cosa assurda, senza senso. Non esiste una violenza giusta e legittima, neanche a scopo difensivo e catartico: è cmq fine a sè stessa e autodistruttiva. Lucie uccide i suoi carnefici ma questo non serve a mettere a tacere i suoi fantasmi che la portano all'autodistruzione finale. La scena in cui la ragazza si accanisce con un martello sulla testa della donna che l'ha torturata, l'ho riconessa a quando, in seguito, si sbatte da sola la testa contro il muro. Un circolo vizioso da cui non si esce e che porta solo dolore, per sè stessi e gli altri. Qualsiasi forma di violenza e aggressione è inutile, non serve ad ottenere nulla di concreto: la società di "uomini e donne in nero" che da 17 anni tortura persone sperando di ottenere il segreto dell'aldilà, viene beffata in maniera tragi-comica dal suo stesso capo, che si porta il segreto nella tomba. [+]

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gus da mosca mercoledì 17 giugno 2009
quell'attimo prima di un'iniezione
52%
No
48%

Sono solo parzialmente d'accordo con Jacopo81 (che mi precede). La razionalizzazione del dolore porta alla sua accettazione. La convivenza col dolore fisico e psicologico proprio o di altri, alza la soglia di sopportazione e rende insensibili ed incapaci di discriminare verso chi e perche' si fa del male. Ma il film non analizza la genesi dolore fisico e mentale (nella malattia), lo mostra solo in forma di compiacimento sadico (per chi e' sanissimo). Se altri film si soffermano sul gesto sadico in se', improvviso ed inaspettato, Martyrs gioca di piu' sull'attesa del dolore, sul vero aspetto deviato del sadismo: la voglia di incutere dolore, che viene prima del gesto ed e' "compiacimento nell'attesa del dolore che sta per essere inflitto". [+]

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elmajco venerdì 19 giugno 2009
un punto di vista
12%
No
88%

credo che sia scontato dire che la violenza sia una cosa assurda e generi solo altra violenza vedi la ragazza che sbatteva la testa xche' credeva di vedere insetti uscire dalle sue ferite o Lucie che vedeva la ragazza che nn provo a salvare e si auto infliggeva ferite e neanche' la morte dei suoi aguzzini addirittura anche i loro figli riusci a lenire il suo dolore quando ormai si e' psicologicamente distrutti ed in maniera irreversibile si diventi solo pericolosi per se stessi e per gli altri sicuramente questa e' la realta' della vittima il che vuole forse dimostrare che la mente e' la nostra piu' forte arma e se si vanno ad intaccare certi meccanismi il senso della vita cambia completamente poi ci sarebbe da distingure tra i carcerieri che infliggono materialmente le torture provando piacere nel farlo e chi ricerca solo il segreto della vita dopo la morte. [+]

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noillusions domenica 28 ottobre 2012
bravo
0%
No
0%

d'accordo con te in tutto

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serpico mercoledì 18 maggio 2022
copiare è la base di ogni artista
0%
No
0%

Bravissimo per aver colto queste similitudini, specie di Frontiers.

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serpico mercoledì 18 maggio 2022
copiare è la base di ogni artista
0%
No
0%

Bravissimo per aver colto queste similitudini che anch''io avevo notato, specie di Frontiers. Sono un illustratore digitale, e ogni mia opera prende spunto da un Già Visto, che poi personalizzo...anche musicisti eccelsi spesso citano sequenze di note ispirate a ciò che gli è piaciuto, il che arricchisce con una sorta di "tributo" ad altri artisti. Tutta l''arte è un circolo infinito di scopiazzature che però non devono cadere nello scimmiottamento reiterato se non pura emulazione sterile. Ben vengano questi riferimenti se, come ben dici, sono espressi con decenza e personalità

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