Gomorra |
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Un film di Matteo Garrone.
Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra.
continua»
Drammatico,
durata 135 min.
- Italia 2008.
- 01 Distribution
uscita venerdì 16 maggio 2008.
MYMONETRO
Gomorra
valutazione media:
4,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gomorra impone una presa di coscienza Nazionale.di Marco MFeedback: 0 |
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sabato 17 maggio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Fare un film di uno dei libri che ha segnato di più le coscienze degli italiani non è impresa facile. Non lo è perchè "Gomorra" di Roberto Saviano è un viaggio raccontato seguendo precisi percorsi invisibili, che lo scrittore ci ha illustrato sotto forma di romanzo, che romanzo vero e proprio non è. Così non scadere nella banalità delle storie di camorra, che in genere vengono trattate da cinema e tv come mere vendette sanguinarie o motorini che corrono all'impazzita per i vicoli di una città controversa, è impresa ardua e soprattutto molto delicata. La sceneggiatura di Gomorra lascia sapientemente parlare le immagini, reali e crude, girate direttamente nei luoghi caldi delle piazze di spaccio, nelle Vele della 167 di Secondigliano. Dove l'iniziazione di ragazzini alle attività camorristiche è pane quotidiano, dove sparare in fronte a traditori e nemici è un'opera leggitima, che assume connotati di preoccupante normalità, perdendo ogni traccia di delittuosità. Gli attori professionisti svolgono quasi un ruolo marginale rispetto a quelli "presi dalla strada", che impreziosiscono una pellicola senza bisogno alcuno di recitare, mettere in scena qualcosa. La loro naturalezza è il modo migliore per apprezzare a pieno una periferia controversa e pericolosa. Garrone gioca sapientemente con i primi piani dei protagonisti e con i contrasti di alcuni paesaggi inquadrati. Bellissima la scena delle Vele dall'alto presidiate dai giovani camorristi, dove c'è un unico terrazzo colorato da bambini intenti a schizzarsi in una piscina gonfiabile. E' appunto il contrasto l'elemento pregnante di Gomorra film, come di Gomorra libro. Il contrasto tra il giusto e l'ingiusto, in queste terre del tutto capovolto. Inoltre la camorra per la prima volta con quest'opera diventa pane quotidiano di tutti. Dal macellaio dell'aversano all'imprenditore veneto. Nessun tassello di quest'Italia è escluso dalla bramosia della Camorra. Finalmente un'opera che diventa spartiacque tra visioni antiche e nuove della criminalità organizzata, non più problema paesano, cittadino, regionale. Ma nazionale, europeo, mondiale. Un vortiche che parte dall'acqua per impastare il cemento e si conclude nei più grandi cartelli di spaccio di droga, non più unico business camorristico nell'immaginario collettivo. Infatti la nuova visione che si ha di questi ex-sanguinari napoletani è quella di moderni e vincenti imprenditori, che per accumulare potere e ricchezza usano le più avanzate tecniche di marketing e amministrazione. Uno svecchiamento necessario all'immagine della Camorra, rimasta troppo ancora alle immagini de "Il Camorrista" di Tornatore e filtrata malamente da speciali in seconda serata delle più svariate emittenti televisive, buoni per ghettizzare e infamare solo una piccola parte della Nazione. Sbagliando mira e, soprattutto, creando un odio e un disprezzo per una cultura che non è dominata dalla camorra per esigenza, ma solo per mancanza d'alternativa. Giovani camorristi si diventa per necessità unica, non per vanità. E' la risposta a tutto questo è la mancanza di alternative, di cultura. La stessa che ha regnato l'informazione italiana prima del libro di Saviano. Un sentito grazie prima di tutto a lui.
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