fotofa
|
lunedì 4 febbraio 2008
|
nonostante gli sforzi di puccioni
|
|
|
|
La pellicola sembra essere una sagra del luogo comune dove una famiglia alternativa è composta da due donne di differente estrazione sociale dove la partner "povera" lotta per la sopravvivenza, vive soggiogata dalle scelte della compagna benestante che, a sua volta, deve necessariamente avere desiderio di maternità altrimenti inespressa (sia verso la compagna che verso il ragazzo), dove un immigrato del Marocco si arrangia come può (nessuno nel 2007/8 va a cercare parenti alla cieca) e dorme con le scarpe su un divano in una casa lussuosa; dove un albanese è presentato come gretto e subdolo ladro organizzato. Dulcis in fundo la povera ragazza precaria si fa attrarre dall'inevitabile maschio (cosa alquanto improbabile visto l'aspetto da virago che le era stato conferito per volontà dell'autore) e, cosa ancor più grave, il messaggio che arriva è che le relazioni omosessuali non hanno carattere di stabilità (qui sottolineato per giunta da mosse pseudo meschine delle protagoniste).
[+]
La pellicola sembra essere una sagra del luogo comune dove una famiglia alternativa è composta da due donne di differente estrazione sociale dove la partner "povera" lotta per la sopravvivenza, vive soggiogata dalle scelte della compagna benestante che, a sua volta, deve necessariamente avere desiderio di maternità altrimenti inespressa (sia verso la compagna che verso il ragazzo), dove un immigrato del Marocco si arrangia come può (nessuno nel 2007/8 va a cercare parenti alla cieca) e dorme con le scarpe su un divano in una casa lussuosa; dove un albanese è presentato come gretto e subdolo ladro organizzato. Dulcis in fundo la povera ragazza precaria si fa attrarre dall'inevitabile maschio (cosa alquanto improbabile visto l'aspetto da virago che le era stato conferito per volontà dell'autore) e, cosa ancor più grave, il messaggio che arriva è che le relazioni omosessuali non hanno carattere di stabilità (qui sottolineato per giunta da mosse pseudo meschine delle protagoniste). Direi che la figura della coppia omosessuale viene danneggiata più per le scelte personali delle protagoniste che non dal quadro sociale globale presentato.
Troppa carne al fuoco in un'unica visione, troppi i temi voluti affrontare in simultanea (lavoro, amore, denaro, potere, immigrazione, morale, educazione, matrimonio, divorzio, morte, famiglia - tradizionale e non -), troppe le inesattezze - e qui l'elenco è lungo - per una possibile visione realistica. Nel complesso non mi sembra possa andare a risvegliare gli animi per poter sfatare i luoghi comuni ma, al contrario, sembra intenzionato a rafforzarli, allontanando ancor più l'opinione pubblica da un possibile apprezzamento per una famiglia alternativa. Peccato, speravo in qualcosa di più incisivo e utile.
[-]
[+] i tuoi pregiudizi ideologici e il wishful thinking
(di anonimo487291)
[ - ] i tuoi pregiudizi ideologici e il wishful thinking
|
|
[+] lascia un commento a fotofa »
[ - ] lascia un commento a fotofa »
|
|
d'accordo? |
|
giovanni spada
|
venerdì 1 febbraio 2008
|
un nord-est italiano senza riparo
|
|
|
|
Un nord - est fragile e poetico dove i calvi licenziano gli innocenti. Capolavoro sulla nuova guerra dei poveri.
Cuori privati di un'identità culturale, sociale e affettiva. Senza riparo.
|
|
[+] lascia un commento a giovanni spada »
[ - ] lascia un commento a giovanni spada »
|
|
d'accordo? |
|
ilconformista
|
venerdì 25 gennaio 2008
|
oddio! che lesbiche tristi!
|
|
|
|
Mah. Un film inutile. Noioso. Brutto. Le due lesbiche messe in crisi da un ragazzino arabo che ospitano in casa loro. E allora? La cosa più ridicola è la Medeiros che parla discretamente l'italiano, che è figlia di un'attrice teatrale e sorella di una comparsa che parla con cadenza friulana stretta. Ma come si può? Non si potevano avere i tre accenti simili? Tre componenti della stessa famiglia? E quei posti friulani fotografati molto tristemente. I posti scelti di una tristezza...La fabbrica di scarpe, il grande magazzino. Per non parlare delle numerose inquadrature della sedia più grande del mondo a Manzano del Friuli. Che squallore...Le due protagoniste sono odiose, soprattutto la Liskova che è la lesbica perennemente incazzata con tutto e tutti.
[+]
Mah. Un film inutile. Noioso. Brutto. Le due lesbiche messe in crisi da un ragazzino arabo che ospitano in casa loro. E allora? La cosa più ridicola è la Medeiros che parla discretamente l'italiano, che è figlia di un'attrice teatrale e sorella di una comparsa che parla con cadenza friulana stretta. Ma come si può? Non si potevano avere i tre accenti simili? Tre componenti della stessa famiglia? E quei posti friulani fotografati molto tristemente. I posti scelti di una tristezza...La fabbrica di scarpe, il grande magazzino. Per non parlare delle numerose inquadrature della sedia più grande del mondo a Manzano del Friuli. Che squallore...Le due protagoniste sono odiose, soprattutto la Liskova che è la lesbica perennemente incazzata con tutto e tutti. Mamma mia. Per non parlare dei problemi di edizione. Le due arrivano insieme in un posto e poi la Liskova se ne va dalla stesso posto in motorino. La Medeiros, ricca manager di una grossa azienda vestita come una poveraccia. Non si capisce dove vada a parare il film. Che cosa volesse raccontare. Perchè siamo andati a vedere questo film?
[-]
[+] scusa sei iscritto a forza nuova!!!!!!
(di onimo140737 hasta siempre)
[ - ] scusa sei iscritto a forza nuova!!!!!!
[+] potevi far più bella figura
(di demo)
[ - ] potevi far più bella figura
[+] stessi tuoi commenti appena fuori la sala:
(di fotofa)
[ - ] stessi tuoi commenti appena fuori la sala:
|
|
[+] lascia un commento a ilconformista »
[ - ] lascia un commento a ilconformista »
|
|
d'accordo? |
|
marina v.
|
martedì 22 gennaio 2008
|
un "riparo" vincente per il cinema italiano
|
|
|
|
Sempre più di frequente, il cinema italiano dà voce alle problematiche insite nella forzosa immigrazione di questi anni, ora in chiave di commedia, vedasi il delicato contributo della Comencini "Bianco e nero" che sposa l'amore interrazziale, ora in termini decisamente più drammatici come in quest'opera seconda del bravo Puccioni; Riparo è un film asciutto, semplice nella sua essenzialità, eppure colpisce al cuore lo spettatore, rimane scolpito nella mente per i numerosi spunti di riflessione a cui dà la stura nelle quasi due ore di narrazione. In qualche modo, tutti e tre i protagonisti sono alla ricerca, appunto, di riparo dal mondo, e si illudono di trovarlo sostendendosi a vicenda in un equilibrio tanto fragile quanto inevitabilmente effimero.
[+]
Sempre più di frequente, il cinema italiano dà voce alle problematiche insite nella forzosa immigrazione di questi anni, ora in chiave di commedia, vedasi il delicato contributo della Comencini "Bianco e nero" che sposa l'amore interrazziale, ora in termini decisamente più drammatici come in quest'opera seconda del bravo Puccioni; Riparo è un film asciutto, semplice nella sua essenzialità, eppure colpisce al cuore lo spettatore, rimane scolpito nella mente per i numerosi spunti di riflessione a cui dà la stura nelle quasi due ore di narrazione. In qualche modo, tutti e tre i protagonisti sono alla ricerca, appunto, di riparo dal mondo, e si illudono di trovarlo sostendendosi a vicenda in un equilibrio tanto fragile quanto inevitabilmente effimero. La coppia di partenza è composta da due donne, Anna e Mara, apparentemente pacificate nel loro amore e disposte a sfidare la visione piccolo-borghese della ricca società del nord-est italiano, pur di affermare la loro alterità al concetto comune di famiglia. Ma nel loro rapporto, fin dall'inizio, si avverte l'incrinatura, addebitabile alla diversa estrazione sociale: Anna è la padrona della fabbrica dove, come operaia, lavora Mara. Lo squilibrio della coppia è già in nuce. A mettere ulteriormente in crisi questo rapporto, interviene un giovane marocchino, infilatosi nel bagagliaio dell'auto delle due, di ritorno da una vacanza in Tunisia; il ragazzo usa il passaggio clandestino per superare la frontiera, ma una volta giunto in Italia, fa affidamento sulle due donne per trovare una sistemazione stabile. Anna non ha cuore di mandarlo via e lo ospita a casa sua, contro il parere della compagna. Da qui si diramano le due direttrici del film: Anis, il giovane maghrebino, si insinua giorno dopo giorno nel rapporto già pericolante delle sue ospiti, scardinando le loro fragili certezze ed alla fine facendo implodere la loro storia con i suoi continui perché, con le sue buffe richieste di spiegazione sullo strano rapporto di cui è spettatore critico, disapprovando vistosamente ciò che esula dalla sua visione ancorata all'equazione amore=uomo, donna. E riesce talmente bene nell'intento di insinuare il dubbio che una sera Mara, per debolezza, per disperazione, cede alle sue evidenti richieste d'amore. Dall'altro lato Puccioni ha il merito di sviluppare il coté sociologico, descrivendo in maniera efficace lo sfruttamento sottile di manodopera in nero su cui si reggono tante volte le fortune di certe fabbriche nostrane, pronte anche a brutali licenziamenti che non fanno altro che alimentare risentimenti sociali e di razza. Sotto un'apparente amalgama delle tante sfaccettature di cui si compone l'odierna realtà umana del nostro Paese, in realtà la diversità è ben lontana dall'accettazione, sia che si presenti nelle forme di altre culture, sia che attenga alla sfera dei sentimenti più intimi. Tutto questo è ben raccontato nel film, che si avvale peraltro di ottime interpretazioni (un plauso a Trevisan), ed in particolare delle intense interpretazioni dei tre protagonisti, la spontaneità e la simpatia del giovane Ouadi, la partecipata caratterizzazione della de Medeiros e la conferma di A. Liskova come uno dei volti più significativi di oggi, a riprova che non sempre le fiction producono nullità attoriali. Unica nota dolente, ma non una novità: la carente distribuzione. Dobbiamo rassegnarci a vedere solo "Natale in crociera"? Dopo aver apprezzato "Riparo", si spera che nulla tornerà come prima.
[-]
[+] errata corrige
(di marina v.)
[ - ] errata corrige
|
|
[+] lascia un commento a marina v. »
[ - ] lascia un commento a marina v. »
|
|
d'accordo? |
|
hasta siempre
|
lunedì 21 gennaio 2008
|
finalmente un film senza infiltraggi del vaticano
|
|
|
|
in tempi in cui la morale è dettata dal Vaticano e non dalla giustizia sociale dalla libertà dal rispetto, quest film veramente bello arriva come la prima rondine a primavera portando la storia di tre figli di un Dio minore parefrasando una citazione letta andiamolo a vedere amiamo questi rari gioiellini non abbuffiamoci di roba filtrata dai benpensanti e dalla CEI
|
|
[+] lascia un commento a hasta siempre »
[ - ] lascia un commento a hasta siempre »
|
|
d'accordo? |
|
saz
|
mercoledì 16 gennaio 2008
|
uff!!
|
|
|
|
Cavolo! ho visto sul sito ufficiale del film che venerdì uscirà in pochissimi film e nemmeno uno a Padova o città liitrofe! UFF!
|
|
[+] lascia un commento a saz »
[ - ] lascia un commento a saz »
|
|
d'accordo? |
|
aurora
|
domenica 13 gennaio 2008
|
m'ispira
|
|
|
|
mmm.... la donna di Henry and June, il nord-est, l'omosessualità, il razzismo.... sembra davvero interessante! Speriamo non lo buttino in vacca!
[+] finalmento distribuito
(di gash)
[ - ] finalmento distribuito
|
|
[+] lascia un commento a aurora »
[ - ] lascia un commento a aurora »
|
|
d'accordo? |
|
w scorsese
|
giovedì 26 aprile 2007
|
yes!!!!!!!!!!111
|
|
|
|
IO CI HO FATTO LA COMPARSA NEL FILM....
[+] wow
(di liskovina90)
[ - ] wow
|
|
[+] lascia un commento a w scorsese »
[ - ] lascia un commento a w scorsese »
|
|
d'accordo? |
|
|