brunomunari
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martedì 20 agosto 2013
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ottimo film
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Premetto di non aver visto i primi minuti del film e per questo mi sono chiesto a lungo chi fossero le due ottime attrici protagoniste, perfette nei loro ruoli; spontanee l'una nel ruolo della lesbica insicura e vagamente nevrotica e l'altra in quello dell'innamorata persa, disposta a tutto pur di non perdere la sua compagna. Entrambe vere al punto di chiedermi da dove fossero uscite, visto che in Italia le attrici di questo calibro sono davvero rare. Molto bravo anche il ragazzo. Decisamente meno invece, a mio parere, l'attore che sosteneva il ruolo del proprietario della fabbrica. Forse per via del suo ruolo meno appariscente, troppo definito all'interno dell'azienda e quasi null'altro.
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Premetto di non aver visto i primi minuti del film e per questo mi sono chiesto a lungo chi fossero le due ottime attrici protagoniste, perfette nei loro ruoli; spontanee l'una nel ruolo della lesbica insicura e vagamente nevrotica e l'altra in quello dell'innamorata persa, disposta a tutto pur di non perdere la sua compagna. Entrambe vere al punto di chiedermi da dove fossero uscite, visto che in Italia le attrici di questo calibro sono davvero rare. Molto bravo anche il ragazzo. Decisamente meno invece, a mio parere, l'attore che sosteneva il ruolo del proprietario della fabbrica. Forse per via del suo ruolo meno appariscente, troppo definito all'interno dell'azienda e quasi null'altro. Credibilissima anche l'attrice che sosteneva il ruolo della madre. Buona la regia, nonostante il presumibile budget molto ridotto. Film comunque avvincente, che nonostante la proiezione notturna in tv dopo una giornata per me massacrante, mi ha tenuto sveglio fino all'ultimo minuto.
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minamovies
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venerdì 12 febbraio 2010
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recitato bene, vero
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Innazitutto, grazie a tutti quei registi che escono dalla romanità che monopolizza il nostro cinema, e decidono di ambientare le loro storie in altre città. Qui siamo nella provincia friulana. C'è una azienda calzaturiera messa in crisi dalla fase economica, una coppia omosessuale messa in crisi da un terzo incomodo/scomodo (un immigrato che si nasconde nell'auto di due ragazze di ritorno dalle vacanze). E' un film sul disagio e l'esclusione, visti attraverso varie identità: l'omossessualità, l'immigrazione clandestina. I personaggi principali funzionano bene: la coppia (maria de medeiros, che però andava doppiata! e antonia liskova, gran presenza, energica, sensuale, incazzosa), il ragazzo (scusate non ricordo il nome dell'attore, ma molto bravo che con gli occhi dice molto), e il fratello della ricca, imprenditore che incarnato da v.
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Innazitutto, grazie a tutti quei registi che escono dalla romanità che monopolizza il nostro cinema, e decidono di ambientare le loro storie in altre città. Qui siamo nella provincia friulana. C'è una azienda calzaturiera messa in crisi dalla fase economica, una coppia omosessuale messa in crisi da un terzo incomodo/scomodo (un immigrato che si nasconde nell'auto di due ragazze di ritorno dalle vacanze). E' un film sul disagio e l'esclusione, visti attraverso varie identità: l'omossessualità, l'immigrazione clandestina. I personaggi principali funzionano bene: la coppia (maria de medeiros, che però andava doppiata! e antonia liskova, gran presenza, energica, sensuale, incazzosa), il ragazzo (scusate non ricordo il nome dell'attore, ma molto bravo che con gli occhi dice molto), e il fratello della ricca, imprenditore che incarnato da v.trevisan è più vero del vero, armato che non sa sparare.
Certo carne al fuoco ce n'è tanta, forse manca un focus, ma questo film ha una sua forza, una sua ragione d'essere: anzitutto, il coraggio di raccontare storie così lontane dalla tendenza del cinema italiano attuale. Se guardiamo alla quasi totalità della produzione, ci troviamo di fronte alla borghesia romana o milanese che si guarda allo specchio, con crucci tipici della classe agiata. Oppure si fanno film su personaggi del passato, teroristi, criminali, santi o poeti. Un film che cerchi di scandagliare l'oggi, con partecipazione e coscienza civile, è impresa difficile, non a caso tentata dai migliori nostri attuali registi (garrone, sorrentino). quando l'impresa riesce, il cinema italiano ha qualcosa da dire al mondo. Quindi, è un piccolo film, ma la strada è quella giusta.
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coppina
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domenica 12 luglio 2009
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bravi attori
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bravissime le attrici..emzionanti
nel film compare anche alessandro predonzan..attore da tenere d'occhio!!!!
un pò triste l'ambientazione...
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luis
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sabato 10 maggio 2008
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modesto
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Con curiosità mi sono avvicinato alla pellicola perché presentata in modo intrigante, ma la delusione alla fine é stata totale. Ho trovato gratuita la trovata della coppia gay, poteva essere anche etero con differenze sociali od economiche rilevanti, la fuga del ragazzo dal Marocco via Tunisia (forse per paura della polizia di frontiera spagnola)senza genitori alla ricerca di un fantomatico zio, la collocazione geografica ad Udine, perché sembra che oramai quando si deve fare un film di denuncia sociale deve essere collocato in quell'area geografica. Banale é anche la trovata dell'attacco di gelosia della donna nella coppia, ricca ed industriale. Forse chi ha scritto la sceneggiatura era a corto di idee e non ha osato anche in trasgressione che avrebbe dato gusto al film, che comunque si lascia guardare.
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Con curiosità mi sono avvicinato alla pellicola perché presentata in modo intrigante, ma la delusione alla fine é stata totale. Ho trovato gratuita la trovata della coppia gay, poteva essere anche etero con differenze sociali od economiche rilevanti, la fuga del ragazzo dal Marocco via Tunisia (forse per paura della polizia di frontiera spagnola)senza genitori alla ricerca di un fantomatico zio, la collocazione geografica ad Udine, perché sembra che oramai quando si deve fare un film di denuncia sociale deve essere collocato in quell'area geografica. Banale é anche la trovata dell'attacco di gelosia della donna nella coppia, ricca ed industriale. Forse chi ha scritto la sceneggiatura era a corto di idee e non ha osato anche in trasgressione che avrebbe dato gusto al film, che comunque si lascia guardare. Infine il taglio mi é sembrato poco cinematografico e molto televisivo
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vale
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sabato 3 maggio 2008
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per pochi
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io credo sia un film per pochi, non per fare la spocchiosa ma credetemi, trattare due temi così scottanti come l'omosessualità e il mondo dei minori stranieri in maniera così perfetta..è da pochi.
e pochi possono cogliere l'essenza di questo film!!
ad ognuno la sua idea, certo che tutto si può dire tranne che sia banale, scontato e pieno di stereotipi.
carissima PAOLA ti consiglio di consultare un dizionario per vederti il significato dei termini che hai usato.
e...rimani sul cinema prettamente commerciale, lo dico per te
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paola
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mercoledì 30 aprile 2008
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film inutile
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Film inutile, infarcito di luoghi comuni. Personaggi e situazioni irreali. Dialoghi imbarazzanti.
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stryx
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lunedì 28 aprile 2008
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ridefinire il mondo
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Quello di RIPARO è un tentativo estremo di capire cosa si nasconde dietro le pieghe della realtà. In che costruzione ideologica stiamo vivendo? Perchè ci siamo ritrovati separati da muri, steccati, confini. Cosa ci è successo? Non abbiamo più cuore, siamo delle macchine "economiche" che eliminano le parti in eccesso, e producono senso rispetto a questo castello di bugie che ci circonda. Abbiamo tentato di allundare la mano , di autare gli altri, di immaginare un sistema più equo, che ristabilisca dei rapporti umani, per andare insieme davanti al nostro futuro, ma abbiamo fallito e in modo cinicio siamo tornati alla legge della giungla. RIPARO compie un miracolo di chiarezza, è razionale nella sua accusa al sistema, ma appassionato quando deve farti sentire vicino ai personaggi.
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Quello di RIPARO è un tentativo estremo di capire cosa si nasconde dietro le pieghe della realtà. In che costruzione ideologica stiamo vivendo? Perchè ci siamo ritrovati separati da muri, steccati, confini. Cosa ci è successo? Non abbiamo più cuore, siamo delle macchine "economiche" che eliminano le parti in eccesso, e producono senso rispetto a questo castello di bugie che ci circonda. Abbiamo tentato di allundare la mano , di autare gli altri, di immaginare un sistema più equo, che ristabilisca dei rapporti umani, per andare insieme davanti al nostro futuro, ma abbiamo fallito e in modo cinicio siamo tornati alla legge della giungla. RIPARO compie un miracolo di chiarezza, è razionale nella sua accusa al sistema, ma appassionato quando deve farti sentire vicino ai personaggi. A tutti, compresa la borghese "stronza" che ritira la mano. Anche lei non la puoi giudicare, perchè se sei onesta con te stessa, sai che tu non avresti fatto di meglio. Cos'è l'altruismo in un sistema come questo, fin dove può arrivarae, anche quando si hanno le migliori intenzioni, ma non si ha il coraggio di liberarsi del peso delle cose? Come si può amare in queste condizioni? GLi attori, la sceneggiatura e la limpida regia ci mettono di fronte al fatto. Puoi esere lesbica, ricca o povera, ma non sfuggi alle contraddizioni di questa società solo perchè fai parte di una minoranza. NOn basta essere discriminati per essere al riparo del demone della discriminazione di classe o di cittadinanza. Quasto film ci apre la testa e costringe a guardarci dentro, forse così riusciremo a fare un po' d pulizia.
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andy
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domenica 13 aprile 2008
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un ottimo film che respira il mondo
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è possibile raccontare , uno spaccato di vita senza fare proclami, senza clamore e soprattutto senza girare un manifesto? Sembrerebbe di sì, a giudicare da questa opera seconda di Marco Simon Puccioni che si distingue per il non comune connubio di rigore e leggerezza, frutto anche di una convincente direzione degli attori e di alcune interessanti scelte stilistiche.
Anna è una donna impulsiva, ansiosa forse di dare agli altri quell’accoglienza che le è sempre stata negata dalla madre a causa della sua diversità sessuale; donna borghese però, figlia di industriali, che tende a ricreare nella sua diversità gli stessi schemi e le stesse logiche che nel suo ambiente le impediscono di ottenere un riconoscimento.
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è possibile raccontare , uno spaccato di vita senza fare proclami, senza clamore e soprattutto senza girare un manifesto? Sembrerebbe di sì, a giudicare da questa opera seconda di Marco Simon Puccioni che si distingue per il non comune connubio di rigore e leggerezza, frutto anche di una convincente direzione degli attori e di alcune interessanti scelte stilistiche.
Anna è una donna impulsiva, ansiosa forse di dare agli altri quell’accoglienza che le è sempre stata negata dalla madre a causa della sua diversità sessuale; donna borghese però, figlia di industriali, che tende a ricreare nella sua diversità gli stessi schemi e le stesse logiche che nel suo ambiente le impediscono di ottenere un riconoscimento. La bontà che la contraddistingue e il suo costante agire per il bene degli altri trovano la loro controparte nella presunzione di capire sempre ciò che è buono per tutti, senza mai riuscire a pensarsi nel torto. Ed è per questo, a causa di questo altruismo opprimente, che il suo riparo rischierà di trasformarsi in una cappa, incapace di far fronte ai problemi quando si presentano nella loro effettiva crudezza, e per questo destinata ad esplodere. Impossibile ad esempio predeterminare le cose dell’amore: è il caso a mostrare tutta la fragilità di un rapporto apparentemente stabile e stabilizzato in forme canoniche (una coppia, ancorché lesbica, in cerca di “normalità” e riconoscimento borghese), il caso che rischia di trasformare l’idillio creato da Anna in un insopportabile e imprevisto ménage à trois – frutto di un momento di debolezza, di una sciocchezza del tutto episodica. Ma ecco allora scomparire la bontà e la concordia universale, sostituiti dal tentativo di rimettere tutto e ognuno al suo posto, come se niente nel frattempo fosse accaduto: senza capire invece che la causa della rottura di ogni legame è proprio questo atteggiamento conciliante e pacificatorio, che porterà inevitabilmente al disfacimento del suo riparo e alla fuga verso spazi aperti, lontani da esso.
Riparo è un film più che mai attuale perché trova nel racconto della società in cui ci troviamo a vivere una maniera intelligente per costringerci a ripensare criticamente, o ad abolire in maniera definitiva, un concetto canonico di “normalità”: pur non essendo per il resto un film sull’omosessualità, né sull’immigrazione, né sulla provincia italiana, né sulla situazione delle fabbriche del nord-est, bensì semplicemente (ma in maniera nient’affatto semplice) e oltre ogni etichetta costrittiva un’opera sulle relazioni umane, e sul valore supremo della libertà contro ogni forma di convenzione o costrizione sociale. Se il problema di tanto cinema italiano, allora, è di essere suo malgrado autoreferenziale, ecco finalmente un film italiano ma non italiota, anzi dall’ampio respiro europeo (dovuto certamente anche alle scelte internazionali del casting), che restituisce la politica alla vita, al di là di ogni militanza.
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oznerol
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venerdì 28 marzo 2008
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patetico
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L'ho trovato noioso e scadente, innanzitutto nella scelta dei dialoghi ORRENDI! Poi nella assoluta inveridicità dei personaggi, che cambiano non carattere, non umore, ma personalità in maniera assolutamente non credibile. Non c'è maturazione ma nemmeno una vera regressione: solo un gran miscuglio di emozioni che gli attori (bravi) sanno esprimere, ma senza una vita reale. Dal novero degli attori escludo assolutamente l'attore VITALIANO TREVISAN... orribile, ma che personaggio è?!?! Rimane la sensazione che sia uno di quei film che pretendono troppo da se stessi, e alla fine non ti lasciano proprio niente! Far riflettere sulle questioni della società attuale? Ma dove!!! Prova patetica di un regista poco capace, tutto fumo e niente arrosto, di quelli che costruiscono i film a partire da aforismi, costruendo un armatura troppo pesante per un film misero misero.
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saz
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venerdì 8 febbraio 2008
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ben fatto!
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Un sacco i temi affrontati in questo film. Dalla difficoltà di un rapporto omosessuale, alla differenza di classe fino all'immigrazione. Il rischio era di fare un calderone, invece devo dire che le dinamiche relazionali sono state sviluppate e descritte delicatamente e chiaramente. Le attrici bravissime, soprattutto Antonia Liskova, una piacevole sorpresa. Insomma mi è proprio piaciuto! Il regista dice che delle attrici italiane anche famose hanno rifiutato la parte per paura che un ruolo omosessuale gli pregiudicasse la carriera... un'ennesima occasione per dire: povera italia! Per fortuna però si riescono ancora a produrre film così!
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