fabrizio friuli
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giovedì 23 febbraio 2023
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remy- le petit grand chef
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In una zona di campagna francese, vive in una soffitta, una colonia di ratti che deve nascondersi dalla proprietaria della casa, e di questa colonia fa parte un giovane ratto di nome Remy che sogna di essere un cuoco di talento come il suo idolo Auguste Gusteau, il miglior cuoco della Francia, inoltre, Remy ha degli atteggiamenti che lo fanno se,brare un umano e per questo ha un rapporto burrascoso con suo padre ( anche se in realtà, suo padre vuole che sia un vero ratto come gli altri per vivere in armonia con gli altri suoi simili e non avere a che fare con gli umani , nemici mortali dei ratti ). Tuttavia, quando Remy si divide dalla sua colonia, riesc ad insediarsi nel ristorante di Gusteau, essendo stato guidato dal fantasma del cuoco francese ( egli è morto di dolore a causa di una critica elaborata dallo spietato critico gastronomico Anton Ego ), ed ovviamente, per lui , non sarà affatto facile realizzare il suo sogno che appare come una chimera da inseguire, essendo un ratto.
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In una zona di campagna francese, vive in una soffitta, una colonia di ratti che deve nascondersi dalla proprietaria della casa, e di questa colonia fa parte un giovane ratto di nome Remy che sogna di essere un cuoco di talento come il suo idolo Auguste Gusteau, il miglior cuoco della Francia, inoltre, Remy ha degli atteggiamenti che lo fanno se,brare un umano e per questo ha un rapporto burrascoso con suo padre ( anche se in realtà, suo padre vuole che sia un vero ratto come gli altri per vivere in armonia con gli altri suoi simili e non avere a che fare con gli umani , nemici mortali dei ratti ). Tuttavia, quando Remy si divide dalla sua colonia, riesc ad insediarsi nel ristorante di Gusteau, essendo stato guidato dal fantasma del cuoco francese ( egli è morto di dolore a causa di una critica elaborata dallo spietato critico gastronomico Anton Ego ), ed ovviamente, per lui , non sarà affatto facile realizzare il suo sogno che appare come una chimera da inseguire, essendo un ratto.
Il lungometraggio di animazione di Brad Bird è un lungometraggio di alta qualità, specialmente per come hanno realizzato la magnifica capitale francese, infatti, quando Remy sale sul tetto di una casa o di un palazzo, osserva esterrefatto Parigi durante la sera, ed è proprio come vedere Parigi dal vivo, per giunta, i topi, quando si muovono a quattro zampe sembrano dei roditori veri, forse sarebbe stato meglio, anzi, sarebbe stato decisamente meglio, dare all' antagonista principale del film un aspetto meno macchiettistico, data la sua altezza decisamente scarsa che lo fa sembrare ad uno dei sette nani di Biancaneve, mentre gli altri personaggi sembrano delle persone autentiche, partendo da Linguini: egli è un ragazzo molto dolce ma anche molto maldestro che non sembra avere aspirazioni ma sembra essere una persona che ama gli animali, perché lui non ha avuto il coraggio o meglio, la crudeltà di uccidere un piccolo animale indifeso come Remy dopo averlo chiuso in un barattolo, la protagonista femminile del film Colette Tatou invece, ha dimostrato di essere una donna estremamente fiduciosa, sebbene non creda pienamente alle parole di Linguini ( che ha avuto il coraggio di proteggere Remy dagli altri cuochi e di dire a tutti loro di non essere un vero cuoco , facendo allontanare tutti dal ristorante la sera in cui Anton Ego si è presentato per valutare nuovamente il ristorante ) infatti , lei è stata l' unica ad essere tornata indietro per aiutare Linguini e Remy e gli altri topi della colonia ) e l' ultimo personaggio che merita di essere analizzato approfonditamente è lo " spietato " critico gastronomico Anton Ego, perché all' inizio, appare come un uomo ombroso e gelido come un iceberg, ma quando assaggia la Ratatouille, preparata da Remy, gli viene in mente un ricordo dell' infanzia e quella stessa sera scopre il grande artista che ha creato il capolavoro culinario e nel film , la sua recensione viene impostata come un superbo monologo teatrale ( interpretato in italiano da Pietro Biondi ).
Nel corso della scena egli stesso ammette che al " nuovo " servono sostenitori, perché il mondo è spesso avverso verso i nuovi talenti, ed è vero, dato che le possibilità non vengono quasi mai offerte al nuovo , e ciò avviene in qualsiasi ambiente artistico, specialmente nell' ambito dello spettacolo, e in quella stessa scene viene dimostrata la grande complessità del personaggio che comprende il vero significato di ciò che ha detto Auguste Gusteau ( chiunque può cucinare ) egli voleva dire che non tutti possono diventare grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque. Il film termina con la chiusura del ristorante di Auguste Gusteau ( perché i topi hanno imprigionato Skinner , l' antagonista principale del film insieme ad un ispettore sanitario in una dispensa della cucina ed hanno dovuto obbligatoriamente liberarli ) però, il cuoco Remy concretizza il suo sogno , lavorando in piccolo e frequentato Bistrot frequentato da Anton Ego e nel quale lavorano anche Colette e Linguini, ed il nome del bistrot francese è proprio Ratatouille.
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greatsteven
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venerdì 7 luglio 2017
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pixar a capofitto nell'universo del cibo parigino!
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RATATOUILLE (USA, 2007) diretto da BRAD BIRD & JAN PINKAVA.
Rémy è un topolino dall’olfatto sviluppatissimo che vive con la numerosa colonia, di cui fanno parte il padre Django e il fratello émile, nel sottosuolo di Parigi. Grazie alla sua dote naturale nel riconoscere gli odori del cibo, viene eletto assaggiatore ufficiale della colonia. A differenza dei suoi simili, Rémy non ama la spazzatura e preferirebbe nutrirsi con pietanze di miglior qualità. Un pomeriggio piovoso, dopo un incidente nella casa di una combattiva vecchietta in pigiama rosa, la sua colonia viene scoperta e tutti i ratti devono fuggire nelle fogne attraverso delle barchette improvvisate, ma Rémy non riesce a raggiungerli per via del libro di Auguste Gusteau che vuole trascinarsi dietro, e rimane disperso.
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RATATOUILLE (USA, 2007) diretto da BRAD BIRD & JAN PINKAVA.
Rémy è un topolino dall’olfatto sviluppatissimo che vive con la numerosa colonia, di cui fanno parte il padre Django e il fratello émile, nel sottosuolo di Parigi. Grazie alla sua dote naturale nel riconoscere gli odori del cibo, viene eletto assaggiatore ufficiale della colonia. A differenza dei suoi simili, Rémy non ama la spazzatura e preferirebbe nutrirsi con pietanze di miglior qualità. Un pomeriggio piovoso, dopo un incidente nella casa di una combattiva vecchietta in pigiama rosa, la sua colonia viene scoperta e tutti i ratti devono fuggire nelle fogne attraverso delle barchette improvvisate, ma Rémy non riesce a raggiungerli per via del libro di Auguste Gusteau che vuole trascinarsi dietro, e rimane disperso. Questi altri non è che il più celebre chef francese, proprietario e gestore di un ristorante a cinque stelle, il Gusteau’s, declassato a tre stelle in seguito alla morte del cuoco e al gradimento drasticamente calato della critica culinaria della capitale. Il topolino si ritrova proprio all’interno del decaduto ristorante, e il caso vuole che si ritrovi a fare da insegnante ad un giovanissimo e imbranato sguattero di origine italiana, Alfredo Linguini, figlio segreto di Auguste Gusteau e di Renata Linguini (la madre è nota, il padre inizialmente no). Nascostosi nella toque del lavapiatti, assunto in tale veste al ristorante, ma poi promosso grazie ad una zuppa improvvisata da Rémy, ma attribuita logicamente allo sguattero, il roditore, tirando i capelli del ragazzo, inizia a fargli da mentore nella preparazione dei piatti, e la loro collaborazione porta entrambi a sfornare specialità gastronomiche di prima qualità, grazie anche all’aiuto dell’affascinante e determinata vice-chef Colette Tatou. In breve Linguini diventa la punta di diamante del Gusteau’s, ancora di più quando se ne scopre la paternità del defunto e intramontabile maestro, ma la cosa fa imbestialire Skinner, erede di Gusteau che ha assunto le redini della direzione del ristorante, il quale capisce fin da subito su quale improbabile aiuto conti l’ex lavapiatti, ora indiscusso genio emergente dell’arte culinaria, per cucinare le sue prelibatezze. Le cose sembrano peggiorare quando la colonia ritrova Rémy e il padre tenta di convincerlo, mostrandogli i veleni e le trappole, di cosa gli esseri umani siano capaci nei confronti degli animali da loro odiati, e specialmente quando Alfredo rivela a tutti i colleghi della cucina chi si celi dietro le squisitezze che prepara. Ma quando il temibile gastronomo Anton Ego si propone di tornare a recensire il ristorante che aveva demolito con infido autocompiacimento e si presenta in qualità di cliente ad ordinare la cena, Rémy e Linguini devono superare il temporaneo allontanamento, rimettersi in squadra e affrontare insieme il suo implacabile giudizio. Con cosa? Ego non fornisce nessuna direzione, proferendo soltanto di aspettarsi prospettiva. Rémy propone un piatto povero, a base di verdure cotte: una ratatouille. L’esperimento ha successo, e il merito va all’intera colonia che decide, su suggerimento di Rémy, di collaborare col neo-chef per l’esito inaspettatamente magnifico dell’impresa. Ottavo lungometraggio animato della Pixar, dedicato all’animatore canadese Dan Lee, creatore di Alla ricerca di Nemo, è una commedia simpatica e vivace sul superamento degli stereotipi e imperniata sull’amicizia quasi impossibile, ma pur sempre benefica e fruttifera, fra un umano timido e inibito che non crede nel suo potenziale e un piccolo, geniale animaletto che utilizza il proprio talento innato per il cibo a vantaggio del successo del suo nuovo amico. Interessante come vengono rese poetiche la cucina e la cantina del Gusteau’s, e anche l’analisi a posteriori del suo ispiratore scomparso di recente e ingiustamente utilizzato, a livello di immagine, per sfruttarne la popolarità allo scopo di promuovere prodotti stranieri fortemente pubblicizzati. Gusteau è l’autore di un libro dal titolo Tout le monde peut cuisiner, e ne esplica il significato affermando che non tutti possono essere bravi cuochi, o meglio, artisti della cucina, ma in chiunque si può annidare un artista che abbia genio creativo in termini gastronomici. Una galleria di personaggi esilaranti, sia nel reparto animalesco (in cui si distinguono, oltre al protagonista splendidamente doppiato da Nanni Baldini, il fratello ghiottone e un po’ ottuso di questi e il padre a lui affezionato malgrado l’algida severità) che in quello dei nostri simili (il giovane rampollo del mondo culinario Alfredo Linguini, dotato effettivamente di un talento fuori dal comune nell’apprendere con velocità in situazioni pericolose; Colette, unica donna nel personale della cucina, che ha ottenuto quella posizione affermandosi con vigore, che diventa la scopritrice ufficiale del suo innamorato protetto; Skinner, capocuoco dall’altezza di un nano, mellifluo e manipolatore, e con una mimica facciale che si adatta con straordinaria efficacia alle sue perfide emozioni; ovviamente Gusteau, che appare come frutto dell’immaginazione di Rémy che lo idolatra addirittura; e infine Anton Ego, altissimo e magrissimo critico culinario, che si ricrede sulle qualità autentiche del ristorante che in passato ha stroncato, ed egli stesso polemico sul suo mestiere in merito ad una compiaciuta autoreferenzialità, ma capace in conclusione di innamorarsi delle portate che giudica con favore o disprezzo), tutti dinamici, nel senso che attraversano una crescita interiore e spirituale ben amalgamata con la vicenda. Una trama ad incastri che funziona dal principio alla fine, privilegiando il movimento e l’azione coordinata per il piacere dei più piccoli, e rompendo ogni sorta di perbenismo e buonismo per il divertimento e la serenità dei grandi. Una serie di immagini ormai lanciate sulla via del perfezionato definitivo, con dei disegni artigianali nei titoli di coda che sprizzano vitalità da ogni poro, e si capisce che ormai la Pixar Animation Studios, malgrado sia trascorso un decennio dall’uscita di questa pellicola, premio Oscar 2008 per il miglior film d’animazione, ha esplorato numerosi territori nella gamma dei cartoni animati. Di più: quello che perde in termini di originalità della storia, lo guadagna lavorando per migliorare la veridicità dell’immagine, curando con attenzione l’impianto e impatto grafici e facendo sì che la loro scorrevolezza sullo schermo risulti credibile e fluida. Un esito raggiunto appieno, considerata l’infinita squadra di animatori assoldati per l’occasione, e il vastissimo lavoro da dietro le quinte per riprodurre nel mondo più veritiero la Parigi odierna. È anche una scampagnata scanzonata e piacevole nei meandri del lavoro del cuoco, intendendo lo chef come un maestro d’armi (o ancora meglio, d’arte) e l’apprendista come un novellino che deve imparare a maneggiare padelle, pentole e posate come fossero strumenti artistici, e fare del proprio mestiere un’arte in cui si sappia tanto improvvisare quanto seguire i regolamenti, ma in cui serve soprattutto stupire. E Ratatouille (stupendo il gioco di parole fra l’inglese rat e il tipico piatto parigino) non manca a tal proposito di sorprendere, dal primo all’ultimo fotogramma di salubre divertimento mai fine a sé stesso, ma sempre educativo, amabile e adeguato a tutti i target.
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laurence316
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sabato 4 febbraio 2017
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nuovo capolavoro per brad bird
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Al suo 3° film da regista, Bird supera sé stesso con questo nuovo, strepitoso lungometraggio, divertentissimo e pieno di trovate geniali, dialoghi spiritosi e veloci, infiniti spunti comici, azione (la scena dello scivolamento nelle fogne ha un ritmo infallibile ed è più complessa di quella dell'immissione nella corrente del Golfo di Nemo), citazioni e personaggi riusciti (a cominciare dal protagonista, Rémy, ma difficili da dimenticare sono anche il maldestro Linguini, il severo critico Anton Ego e anche la cuoca Colette). Sembrava impossibile, ma con l'8° lungometraggio alla Pixar sono riusciti ancora una volta a rinnovarsi e a superarsi, anche sul piano tecnico.
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Al suo 3° film da regista, Bird supera sé stesso con questo nuovo, strepitoso lungometraggio, divertentissimo e pieno di trovate geniali, dialoghi spiritosi e veloci, infiniti spunti comici, azione (la scena dello scivolamento nelle fogne ha un ritmo infallibile ed è più complessa di quella dell'immissione nella corrente del Golfo di Nemo), citazioni e personaggi riusciti (a cominciare dal protagonista, Rémy, ma difficili da dimenticare sono anche il maldestro Linguini, il severo critico Anton Ego e anche la cuoca Colette). Sembrava impossibile, ma con l'8° lungometraggio alla Pixar sono riusciti ancora una volta a rinnovarsi e a superarsi, anche sul piano tecnico. Ratatouille segna un netto passo avanti per il processo Renderman, ed è il primo film della Pixar a superare i 150 milioni di budget. Ottima come sempre la qualità delle animazioni, che in alcune sequenze toccano vertici di realismo impressionanti. Di ritmo ineccepibile, inventivo e con una storia d'amore non banale incorporata, Ratatouille è uno tra i migliori film della stagione, autoironico e spassoso, un altro colpo vincente per l'autore de Gli Incredibili e Il gigante di ferro. Nato da un'idea di Pinkava che la maturava già dal 2001, viene affiancato nel 2005 da Bird, il quale rivede la storia e ne diventa il regista, facendo in modo che il film entri finalmente in produzione e completandolo in poco più di un paio d'anni. Da non perdere anche il simpatico corto collegato, Il tuo amico topo, diretto da Jim Capobianco che con la sua durata (11 minuti) risulta essere il più lungo corto della casa californiana, oltre che il primo realizzato prevalentemente in animazione tradizionale.
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annalisarco
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domenica 10 aprile 2016
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non si è mai troppo piccoli
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Ciò che rende unici i lavori firmati Pixar e distinguibili da qualunque altro film o cartone animato, è un motto presente in tutti i loro lavori e alla base di ogni storia: un grande artista può celarsi in chiunque. Così dicendo, il talento da scoprire non viene confinato soltanto al campo artistico, bensì all'eccellere in qualcosa, trovare il proprio punto di forza ed essere in grado di sfruttarlo. Che si tratti di un giocattolo che vuole tornare a casa, o di un padre che per quanto piccolo sfida l'oceano per ritrovare suo figlio, poco importa, l'importante è credere in sé stessi. Difficile immaginare origini più umili di Remy,un topino dall'animo sensibile all'arte, che sogna ad occhi aperti guardando la Torre Eiffel illuminata di notte, che non si accontenta di mangiare del cibo non lavorato come fanno i suoi fratelli.
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Ciò che rende unici i lavori firmati Pixar e distinguibili da qualunque altro film o cartone animato, è un motto presente in tutti i loro lavori e alla base di ogni storia: un grande artista può celarsi in chiunque. Così dicendo, il talento da scoprire non viene confinato soltanto al campo artistico, bensì all'eccellere in qualcosa, trovare il proprio punto di forza ed essere in grado di sfruttarlo. Che si tratti di un giocattolo che vuole tornare a casa, o di un padre che per quanto piccolo sfida l'oceano per ritrovare suo figlio, poco importa, l'importante è credere in sé stessi. Difficile immaginare origini più umili di Remy,un topino dall'animo sensibile all'arte, che sogna ad occhi aperti guardando la Torre Eiffel illuminata di notte, che non si accontenta di mangiare del cibo non lavorato come fanno i suoi fratelli. No, Remy sceglie gli ingredienti migliori e li combina tra loro, a volte anche osando e sperimentando, sempre creando piatti unici e speciali degni di uno chef. Se solo non fosse un topo, se solo qualcuno gli desse una possibilità..giusto? Non è forse questo che porta all'abbandono dei propri sogni per la maggior parte di noi? Il non sentirsi adeguati perché non si rientra nei canoni che qualcuno ha stabilito, non vedere riconosciuto il proprio talento, essere visti come dei sognatori perditempo che inseguono qualcosa di impossibile. Perché Remy è un topo, e come tale deve dedicare la sua vita a rubare del cibo per sopravvivere, usando il suo talento per annusare gli scarti trovati e controllare se ci sia del veleno presente. Questo è quello che vuole suo padre, la sopravvivenza, l'accettazione di una realtà che non si può cambiare, almeno secondo lui. Sì, perché la realtà può cambiare eccome, nel momento in cui qualcuno si ribella e trova il coraggio di diventare ciò che è davvero. Il legame tra cibo e ricordi, che con i loro sapori, odori, colori riescono a portarci indietro nel tempo, a quando da ragazzini le nostre mamme ci preparavano quel piatto che noi amavamo tanto. Chi ce lo fa più in quel modo? Magari un piatto semplice, ma dimenticato. E al primo boccone è subito un salto indietro in un ricordo felice. Sensibilità, passione, umiltà, curiosità e fiducia in sé stessi. Questo ci insegna Remy, aggiungendo un ingrediente segreto: non importa quanto più grande di noi siano gli ostacoli, non si è mai troppo piccoli per superarli.
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renato c.
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sabato 4 ottobre 2014
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simpatico film d'animazione
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Un topo torna ad essere il protagonista di un film Disney, e si può dire che sia un omaggio allo zio Walt. Walt Disney ha fatto di Topolino il suo emblema e nei primi tempi era egli stesso a doppiarlo; solo che Topolino è molto umanizzato ed ha ben poco l'aspetto di un topo. Dei topi, in particolare Gas e Giak, sono coprotagonisti del film "Cenerentola", questi avevano senz'altro di più l'aspetto da topi ma in ogni caso erano sempre bipedi e vestiti. Saranno loro a salvare Cenerentola dalle cattiverie della matrigna. Qui i topi son proprio topi, e quando si muovono in branco hanno proprio le movenze dei topi veri e non nascondo che un po' di ribrezzo lo fanno! Tuttavia quando sono in primo piano sono simpatici, in particolare il protagonista Rémy.
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Un topo torna ad essere il protagonista di un film Disney, e si può dire che sia un omaggio allo zio Walt. Walt Disney ha fatto di Topolino il suo emblema e nei primi tempi era egli stesso a doppiarlo; solo che Topolino è molto umanizzato ed ha ben poco l'aspetto di un topo. Dei topi, in particolare Gas e Giak, sono coprotagonisti del film "Cenerentola", questi avevano senz'altro di più l'aspetto da topi ma in ogni caso erano sempre bipedi e vestiti. Saranno loro a salvare Cenerentola dalle cattiverie della matrigna. Qui i topi son proprio topi, e quando si muovono in branco hanno proprio le movenze dei topi veri e non nascondo che un po' di ribrezzo lo fanno! Tuttavia quando sono in primo piano sono simpatici, in particolare il protagonista Rémy. Il film vuole far vedere che ci può essere del buono anche in questi animali tanto odiati dall'uomo! (Non senza motivo perchè più di una volta hanno causato la peste!)Ma nella classica mentalità disneyana uomini e topi si aiutano reciprocamente e l'unico "cattivo" è un uomo: lo chef!
Certo che vorrei vedere se qualche cliente di un ristorante di lusso mettesse il naso in cucina e vedesse quell'orda di topi, che reazione avrebbe! Invece nel film alla fine la gente fa la coda per cenare in un ristorante sapendo bene che i cuochi sono topi! Rémy fa anche da cupido tra i due protagonisti umani: Linguini e Colette e tutto finisce nel classico happy-end!
Film piacevolissimo per grandi e piccini!
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venelope
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venerdì 15 agosto 2014
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tutti possono cucinare
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Il Julia Child al maschile dei roditori fa impazzire grandi e piccini in questo spassosissimo cartone firmato Pixar. Dietro le sembianze di un topo si nasconde il talento di un incredibile chef, che troverà libero sfogo alle sue creazioni culinarie aiutando un giovane cuoco in difficoltà. Ratatouille finirà per conquistare l'ammirazione anche del temuto e severo critico Ego, cucinando per lui un piatto, per l'appunto la ratatouille, in grado di riportargli alla memoria, al primo assaggio, la sua spensierata e felice infanzia. Una pellicola ricca di buoni sentimenti e importante messaggio: "don't judge the book from its cover", non fermarsi alle apparenze.
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Il Julia Child al maschile dei roditori fa impazzire grandi e piccini in questo spassosissimo cartone firmato Pixar. Dietro le sembianze di un topo si nasconde il talento di un incredibile chef, che troverà libero sfogo alle sue creazioni culinarie aiutando un giovane cuoco in difficoltà. Ratatouille finirà per conquistare l'ammirazione anche del temuto e severo critico Ego, cucinando per lui un piatto, per l'appunto la ratatouille, in grado di riportargli alla memoria, al primo assaggio, la sua spensierata e felice infanzia. Una pellicola ricca di buoni sentimenti e importante messaggio: "don't judge the book from its cover", non fermarsi alle apparenze.
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trammina93
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sabato 26 luglio 2014
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tanta spensieratezza con questo film!
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Consigliatissimo se si vuole vedere uno spassoso film d'animazione e ritornare bambini per una sera senza guardare cinema impegnato. La Pixar dimostra di essere ormai la degna avversaria della Disney, anzi ormai da un pò d'anni appartiene alla Disney quindi le idee geniali da parte di entrambe di sono fuse e ne vengono fuori film d'animazione eccezionali. Ratatouille, così come gli altri film Pixar hanno sempre trame innovative, non ti capita mai di vedere un film che ti sa di già visto, con temi triti e ritriti e luoghi comuni. Già ho apprezzato il fatto di aver usato un topino per protagonista ma non averlo reso sciocco. Spesso risultano sciocchi gli animali che parlano nei film d'animazione, gli assegnano voci idiote e gli fanno dire sciocchezze, magari riescono anche a comunicare con gli umani.
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Consigliatissimo se si vuole vedere uno spassoso film d'animazione e ritornare bambini per una sera senza guardare cinema impegnato. La Pixar dimostra di essere ormai la degna avversaria della Disney, anzi ormai da un pò d'anni appartiene alla Disney quindi le idee geniali da parte di entrambe di sono fuse e ne vengono fuori film d'animazione eccezionali. Ratatouille, così come gli altri film Pixar hanno sempre trame innovative, non ti capita mai di vedere un film che ti sa di già visto, con temi triti e ritriti e luoghi comuni. Già ho apprezzato il fatto di aver usato un topino per protagonista ma non averlo reso sciocco. Spesso risultano sciocchi gli animali che parlano nei film d'animazione, gli assegnano voci idiote e gli fanno dire sciocchezze, magari riescono anche a comunicare con gli umani. Invece qui il topino parla in modo serio, tra l'altro è doppiato dal fantastico doppiatore di Chuck che ha una voce molto simpatica, e non parla con gli umani, si fa capire con qualche espressione facciale o gesto ma non parla con gli umani, per quanto li capisca. Ho adorato tanto l'ambientazione di tipo gastronomico, tutte quelle animazioni di cibi facevano venire l'acquolina in bocca. Le animazioni erano decisamente tutte fantastiche, accurate nei minimi dettagli. Tutti i personaggi erano disegnati benissimo: il ragazzo impacciato e goffo che fa danni, la cuoca donna fantastica col suo forte carattere da machiaccio, il cuoco cattivo Skinner tarchiato e basso, il critico Ego del tutto particolare fisicamente, macabro. Al di là del tema della cucina vengono affrontate anche altre tematiche piuttosto serie, ad esempio il rapporto padre-figlio, co l padre protettivo che ha paura dell'allontanamento del figlio dalla sua ala protettiva. Poi fantastico è il ritratto della critica che viene dato in questo film: i critici che godono a stroncare con le loro recensioni il lavoro altrui seppure frutto di tanta fatica. Molto significativo anche il messaggio dato per tutto il film, motto del cuoco Gusteau da cui nasce la catena di ristoranti, di credere nei propri sogni e credere che chiunque può fare qualsiasi cosa. C'è persino una critica alla cucina casareccia che si sta perdendo sempre di più per far nascere catene di fast food. Che dire se non di guardarlo quanto prima?
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feccino71
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venerdì 6 settembre 2013
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capolavoro assoluto!
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Definirlo capolavoro d'animazione è forse riduttivo, la verità è che Ratatouille è un capolavoro nel senso più ampio del termine. Trama mai banale e melensa, personaggi perfetti, dialoghi azzeccatissimi (compreso lo straordinario monologo finale del critico). Un film stupendo che va visto e fatto vedere..!
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asdrubale03
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mercoledì 26 giugno 2013
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bellissimo
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un film da vedere assolutamente,molto divertente e originale
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eglute666
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venerdì 19 aprile 2013
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bello
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