Leggere le recensioni del pubblico, e soprattutto i commenti, da mymovies sta diventando sempre più sconfortante.
Chi gestisce il sito secondo me dovvrebbe ripulirlo dai troppi sproloqui.
Il film comunque è molto bello, la storia è narrata con la maestria di un vecchio leone di 84 anni come Lumet, attraverso una serie di salti temporali, scene che ritornano con giochi di punti di vista, e eventi che si susseguono in un montaggio che più che a Tarantino va accostato al giovane Kubrick di "Rapina a mano armata".
La complessità della psiche umana, la violenza e la malvagità della vita sono scandagliate, significativamente, all'interno di una famiglia, americana e borghese, dove ognuno ha la sua colpa, che si trova, per un piano scellerato reso funesto dal caso, a precipatare in una spirale di eventi tragici, dove non esiste il perdono.
Giustizia e vendetta si confondono, rese ancora più potenti dalla dissacrazione dell'indissolubile legame di sangue.
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arimo
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venerdì 4 settembre 2009
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recensione ben curata ma si tratta solo di fumo negli occhi: dove starebbe la bellezza di questo capolavoro???? Il film si apre con una scena che non ha alcuna giustificazione narrativa. Probabilmente inserita a metà della storia avrebbe ridestato qualche spettatore appisolato....e sì, perchè il ritmo, soprattutto nella prima parte è così lento da risultare noioso....l'uso della tecnica retrospettiva non contribuisce a ravvivare l'azione, è pretestuoso ( non se ne avverte il motivo dal momento che non vi sono storie parallele e la trama è talmente lineare da sembrare banale - non venite a dirmi che riflette la frammentarietà della vita reale, cazzate!!) e il continuo ricorrervi risulta alquanto fastidioso: i ripetuti flashback non fanno che appesantire lo svolgimento della narrazione e rendere le scene ridondanti e ripetitive.
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recensione ben curata ma si tratta solo di fumo negli occhi: dove starebbe la bellezza di questo capolavoro???? Il film si apre con una scena che non ha alcuna giustificazione narrativa. Probabilmente inserita a metà della storia avrebbe ridestato qualche spettatore appisolato....e sì, perchè il ritmo, soprattutto nella prima parte è così lento da risultare noioso....l'uso della tecnica retrospettiva non contribuisce a ravvivare l'azione, è pretestuoso ( non se ne avverte il motivo dal momento che non vi sono storie parallele e la trama è talmente lineare da sembrare banale - non venite a dirmi che riflette la frammentarietà della vita reale, cazzate!!) e il continuo ricorrervi risulta alquanto fastidioso: i ripetuti flashback non fanno che appesantire lo svolgimento della narrazione e rendere le scene ridondanti e ripetitive. A dispetto del dramma in cui precipitano i vari protagonisti ( attori tutti bravissimi ma P.S. Hoffman, come notato da molti, superlativo )l'atmosfera che si respira è fredda, asettica....l'occhio del regista e quindi dello spettatore è distaccato ( troppo!!); manca vero coinvolgimento, pathos, in 2 parole: non emoziona...il finale mi pare irrisolto e un po' troppo sbrigativo: il padre che poche scene prima in un tentativo di riconciliazione aveva chiesto perdono al figlio per le sue mancanze di genitore e che ora ha la lucidità di autoapplicarsi gli elettrodi con cui veniva monitorato Andy lascia quantomeno perplessi...non vorrei che nel proposito di far apparire tutti in qualche modo corrotti Lumet si sia fatto prendere la mano. Opera nel complesso passabile ma da qui a parlare di capolavoro....
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