ultimoboyscout
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sabato 2 gennaio 2010
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chi grida è perduto.
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Il male stavolta ha le simpatiche fattezze di un fantoccio (molto somigliante a quello di Saw l'enigmista) riesumato da chissacchì per vendicare l'assassinio della propria padrona ventriloqua avvenuto alcuni decenni prima. Noiosissimo, anche se il finale un pochino lo riabilita.
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cinemalove
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giovedì 12 novembre 2015
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wan in regia suona garanzia
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Siamo ai titoli di testa e già capisci chi sta dietro la macchina da presa. L'inquadratura introspettiva che sbuca da un occhio, l'avanzamento in progressiva della camera, in più suoni e rumori gestiti da vero maestro. James Wan conferma il suo stile nel tempo e anche svariati anni prima di Insidious e L'Evocazione, tramandava il suo essere allo spettatore. Il film è riuscito, di carne al fuoco ce n'è in abbondanza e il soggetto, o meglio dire i soggetti, rendono il doppio della bambola Annabelle di cui Wan ne ha prodotto la pellicola un anno fa. Il finale è una chicca abilmente gestita che conferisce un risvolto scatologico all'intera storia.
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Siamo ai titoli di testa e già capisci chi sta dietro la macchina da presa. L'inquadratura introspettiva che sbuca da un occhio, l'avanzamento in progressiva della camera, in più suoni e rumori gestiti da vero maestro. James Wan conferma il suo stile nel tempo e anche svariati anni prima di Insidious e L'Evocazione, tramandava il suo essere allo spettatore. Il film è riuscito, di carne al fuoco ce n'è in abbondanza e il soggetto, o meglio dire i soggetti, rendono il doppio della bambola Annabelle di cui Wan ne ha prodotto la pellicola un anno fa. Il finale è una chicca abilmente gestita che conferisce un risvolto scatologico all'intera storia.
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elgatoloco
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lunedì 25 maggio 2020
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discreto, certo non travolgente horror
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"Dead Silence"(2007, James Wan, ahche autore del soggetto)è un horror modesto, basato sul tema, certo non nuovo , della marionetta ventriloqua, su cui già , più di quarant'anni fa, un bellissmo film con Antohony Hopkins aveva dato e detto quasi tutto... Ma qui, comunque, non siamo nell'ambito della banalità: il film recupera la tematica delle tradizioni popollari, delle leggende"cittadine"(qui, in effetti, si parla di una piccola città, almeno per parametri USA, contrapposte alle"leggende metropolitane"), delle filastrocche, già ai bambini, permettono di esemplificare certe paure esorcizzandole. TUtto un repertorio che l'antropologia e, con diversi approcci, la sociologia e anche la psicologia sociale studiano, per vedere come tale tematica, quella delle paure ataviche, sorga e vada in qualche modo"calmierata", controlllata, ma non venga poi mai definitivamente"superata", come dimostra il favore che letteratura e filmografia deell'horror(ma anche cartoons afferenti al genere)dimostra ampiamente, sempre e in ogni latitudine e longitudine, con l'ovvia differenza, però, che nelle realtà più industrializzate e teconologicamente avanzate, come gli United States of America, la ricezione è diversa(e in parte anche più dura, come impatto)di quanto non lo sia in paesi nei quali leggende e miti siano ancora maggiormente presentei nella realtà quotidiana, come le realtà rurali in genere, ma soprattutto quelle che hanno meno rapporti con la"civiltà"(certo i"Tristes Tropiques"di Levy-Strauss sono ormai distanti, perhcè nel frattempo la civiltà, ad onta di chi rousseuaniamente sogna ancora"lo stato di natura"), ha fatto passi da giganti, "mangiando"larga parte anche dlela cuturlua poplare.
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"Dead Silence"(2007, James Wan, ahche autore del soggetto)è un horror modesto, basato sul tema, certo non nuovo , della marionetta ventriloqua, su cui già , più di quarant'anni fa, un bellissmo film con Antohony Hopkins aveva dato e detto quasi tutto... Ma qui, comunque, non siamo nell'ambito della banalità: il film recupera la tematica delle tradizioni popollari, delle leggende"cittadine"(qui, in effetti, si parla di una piccola città, almeno per parametri USA, contrapposte alle"leggende metropolitane"), delle filastrocche, già ai bambini, permettono di esemplificare certe paure esorcizzandole. TUtto un repertorio che l'antropologia e, con diversi approcci, la sociologia e anche la psicologia sociale studiano, per vedere come tale tematica, quella delle paure ataviche, sorga e vada in qualche modo"calmierata", controlllata, ma non venga poi mai definitivamente"superata", come dimostra il favore che letteratura e filmografia deell'horror(ma anche cartoons afferenti al genere)dimostra ampiamente, sempre e in ogni latitudine e longitudine, con l'ovvia differenza, però, che nelle realtà più industrializzate e teconologicamente avanzate, come gli United States of America, la ricezione è diversa(e in parte anche più dura, come impatto)di quanto non lo sia in paesi nei quali leggende e miti siano ancora maggiormente presentei nella realtà quotidiana, come le realtà rurali in genere, ma soprattutto quelle che hanno meno rapporti con la"civiltà"(certo i"Tristes Tropiques"di Levy-Strauss sono ormai distanti, perhcè nel frattempo la civiltà, ad onta di chi rousseuaniamente sogna ancora"lo stato di natura"), ha fatto passi da giganti, "mangiando"larga parte anche dlela cuturlua poplare., Sarebbero stati da valorizzare, filmicamente, gli episiodi e le sequenze(in genere)che attengono alla parte teatrlae, nella quale Mary Shaw, la terribile marionettista, protagonista, anche della famosa filastrocca, è appunto"in scnea"con i suoi pupazzi e dove poi l'unico superstite della coppia"dal terribile regalo"della marionetta si trova a dover affrontare una sorta di"vuoto"che in realtà è oltremodo"pieno"di realtà oltrremodo cattive, perverse e nocive... tra gli/le interpreti, da citare Ryan Kwanten e Amben Valletta, nella parte dei due cconiugi già citati prima, Donnie Whalberg e Judith Roberts, nella parte della terribile Mary Shaw, evocatrice di paure ataviche, difficili da abbattere e superare defnitivamente. Un film, in parte irisolto e"monco"forse anche(ma non è dato saperlo)per motivi di finanziamento, non essendo una produzione afferente alle"majors", un motivo che può essere fortemente dirimente, in questo caso, per non aver potuto lavorare meglio e maggiorente a livello scenografico, in particoalre. Ma forse questa è una spiegazione solo parziale, non del tutto soddifsfacente... Budget comuqnue ridotto, anche riguardo al cast e ciò può essere stato un motivo ulteriore che ha"penalizzato"in gran parte il film, che non è un classico(anzi per nulla)ma non è neppure da vedere come parte della"spazzatura"del genere horror, per la presenza rilevante e"intelligente"8nell'accezione letterale del lemma)degli elementi citati El Gato
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carloalberto
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martedì 15 settembre 2020
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più spaventoso il pupazzo di argento
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Non è il film più riuscito di James Wan, specialista degli horror. Questo Dead Silence appartiene di più al genere fantasy con un mostro demoniaco a metà strada tra la strega di biancaneve dei cartoni disneynani e la serie delle Annabelle. Il pupazzo protagonista, come del resto quello di Saw, somiglia in modo inquietante, o sospetto, al pupazzo che compare in una scena memorabile di Profondo Rosso. L’influenza di Dario Argento si percepisce, peraltro, anche nell’utilizzo della colonna sonora. Il cast, fatta eccezione per Bob Gunton, l’indimenticabile direttore del carcere delle Ali della libertà, non lascia traccia, risultando impalpabile ed evanescente come il fantasma vendicativo evocato nel film.
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Non è il film più riuscito di James Wan, specialista degli horror. Questo Dead Silence appartiene di più al genere fantasy con un mostro demoniaco a metà strada tra la strega di biancaneve dei cartoni disneynani e la serie delle Annabelle. Il pupazzo protagonista, come del resto quello di Saw, somiglia in modo inquietante, o sospetto, al pupazzo che compare in una scena memorabile di Profondo Rosso. L’influenza di Dario Argento si percepisce, peraltro, anche nell’utilizzo della colonna sonora. Il cast, fatta eccezione per Bob Gunton, l’indimenticabile direttore del carcere delle Ali della libertà, non lascia traccia, risultando impalpabile ed evanescente come il fantasma vendicativo evocato nel film. Il colpo di scena finale un poco bilancia la noia soporifera di quasi due ore di ripetuti spaventi infantili e suspense somministrata col contagocce.
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hiron93
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domenica 22 marzo 2009
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suggestivo..
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Si, è un film carino: la trama è ben studiata e anche interessante, ciò che mi ha colpito di più è stata l ambientazione, molto suggestiva, specialmente quel teatro ormai avvolto dagli arbusti e circondato dal laghetto. Per quanto riguarda gli effetti speciali sono rimasto un po deluso, a mio parere quella 'lingua' che tira fuori Mary Shaw risulta ridicola...ma non perchè sia fatta male, perchè mi da l'idea di voler cercare a tutti i costi di fare paura! Mote volte è proprio ciò che non si vede a fare più paura...
Un 'altra cosa che mi è piacuta è stata la realizzazione del pupazzo perfetto, ovvero il padre del protagonista, realizzato dalla sua compagna, cioè la reincarnazione di Mary Shaw.
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Si, è un film carino: la trama è ben studiata e anche interessante, ciò che mi ha colpito di più è stata l ambientazione, molto suggestiva, specialmente quel teatro ormai avvolto dagli arbusti e circondato dal laghetto. Per quanto riguarda gli effetti speciali sono rimasto un po deluso, a mio parere quella 'lingua' che tira fuori Mary Shaw risulta ridicola...ma non perchè sia fatta male, perchè mi da l'idea di voler cercare a tutti i costi di fare paura! Mote volte è proprio ciò che non si vede a fare più paura...
Un 'altra cosa che mi è piacuta è stata la realizzazione del pupazzo perfetto, ovvero il padre del protagonista, realizzato dalla sua compagna, cioè la reincarnazione di Mary Shaw. Esagerato ma geniale, in fondo è un film horror, l' esagerazione è d' obbligo
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damned soul
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domenica 3 maggio 2009
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interessante
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un film davvero interessante che vede come protagonista un ragazzo da poco vedovo che indaga sulla misteriosa morte della moglie. quando gli indizi lo conducono a ravens fair, il suo paese natale, capirà che dietro all'omicidio di sua moglie si cela un mistero che ha a che fare con una spaventosa leggenda di pupazzi. il tema del pupazzo che porta sventura è gia stato usato in molti altri film, ma non è questo un punto debole del film, anzi gli danno un aspetto ancoa più pauroso!! per non parlare della padrona della bambola, la vendicativa mary shaw, la anziana ventriloqua che si fece seppellire con i suoi 101 pupazzi! certamente non è un capolavoro, ma un ottimo film con una storia molto interessante.
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luca scialò
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martedì 15 febbraio 2011
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la ventriloqua assassina
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Jamie Ashen è sconvolto per la morte brutale della moglie Ella, trovata priva della lingua violentemente estirpatale. Lo stesso giorno a casa arriva per posta un pupazzo per ventriloqui e Jamie fin da subito sospetta che quel macabro oggetto potesse avere a che fare con l'omicidio. La polizia sospetta che sia stato lui ad ucciderla e non lo aiuta più di tanto nelle ricerche, e così si mette egli stesso sulle tracce dell'assassino. Così inizia a sospettare che si tratti di un essere paranormale: il fantasma della stramba Mary Shaw, ventriloqua linciata decenni prima perché accusata della scomparsa di un ragazzino.
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Jamie Ashen è sconvolto per la morte brutale della moglie Ella, trovata priva della lingua violentemente estirpatale. Lo stesso giorno a casa arriva per posta un pupazzo per ventriloqui e Jamie fin da subito sospetta che quel macabro oggetto potesse avere a che fare con l'omicidio. La polizia sospetta che sia stato lui ad ucciderla e non lo aiuta più di tanto nelle ricerche, e così si mette egli stesso sulle tracce dell'assassino. Così inizia a sospettare che si tratti di un essere paranormale: il fantasma della stramba Mary Shaw, ventriloqua linciata decenni prima perché accusata della scomparsa di un ragazzino. Non mancheranno per lui raccapriccianti scoperte.
Terzo film per il regista James Wan che torna all'horror dopo una parentesi thriller con Dead sentence, avendo esordito con Saw l'enigmista che ha riscosso un discreto successo commerciale. E torna anche con i pupazzi assassini, questa volta quelli utilizzati dai ventriloqui. Il risultato è comunque valido, con diversi colpi di scena e fasi inquietanti. Unica pecca varie ripetizioni, che a tratti danno al film il senso del "già visto", soprattutto di Argentiana memoria. Ma questo è un limite che il genere Horror si porta ormai da vent'anni, dunque bisogna quasi darlo per scontato o quanto meno, cercare di non farci caso.
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