redrose
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lunedì 14 gennaio 2008
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troppe mancate sfumature...
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Ne abbiamo veramente abbastanza di questo dilagare di temi sociali presi in prestito dal cinema 'povero' italiano per garantirsi un effimero consenso.
Il tema è inflazionato, abusato, esaurito, ridotto a caricatura di sé stesso....il film è ripetitivo, vincolato strettamente al titolo su cui gira e rigira e e l'intento e l'occhio della regista sono sempre fissi, statici, sia nelle scene che nei dialoghi, con una ripetizione estenuante e gratuita del concetto...ma dobbiamo ridere per sdrammatizzare o dobbiamo essere mortificati??non si è capito....
Perché allora se vogliamo fare un cinema impegnato non denigriamo un tema sociale a mero strumento di contorno...o come spunto per fare del sarcasmo gratuito e fuori luogo ma semplicemente narriamo di una storia d'amore 'diversa' ponendo l'accento sul tema dell'integrazione e meno banalmente, su un approccio interculturale, sull'incontro fra culture diverse.
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Ne abbiamo veramente abbastanza di questo dilagare di temi sociali presi in prestito dal cinema 'povero' italiano per garantirsi un effimero consenso.
Il tema è inflazionato, abusato, esaurito, ridotto a caricatura di sé stesso....il film è ripetitivo, vincolato strettamente al titolo su cui gira e rigira e e l'intento e l'occhio della regista sono sempre fissi, statici, sia nelle scene che nei dialoghi, con una ripetizione estenuante e gratuita del concetto...ma dobbiamo ridere per sdrammatizzare o dobbiamo essere mortificati??non si è capito....
Perché allora se vogliamo fare un cinema impegnato non denigriamo un tema sociale a mero strumento di contorno...o come spunto per fare del sarcasmo gratuito e fuori luogo ma semplicemente narriamo di una storia d'amore 'diversa' ponendo l'accento sul tema dell'integrazione e meno banalmente, su un approccio interculturale, sull'incontro fra culture diverse.
A me è sembrato più un film sui sentimenti, le emozioni, l'entusiasmo di una giovane coppia di amanti che sfuggono alla monotonia della vita di coppia (e anche qui quale è la novità?): comunqua sia i focal points restano la passione e il tradimento: tutto il resto fa da contorno sbiadito!
Fabio Volo non s'è l'è cavata male (considerando che faceva il panettiere prima di entrare nel mondo dello spettacolo), Ambra alla fine si arrangia sempre come può e comunque essendo tutto il cast di basso profilo erano tutti abbastanza allineati tra loro. I ruoli più riusciti restano quelli secondari, come la Bonaiuto, la Ricciarelli e la sorella della nera che hanno salvato veramente il film dall'oblio della retorica sentimentale e patetica...
Finale non del tutto scontato ma la sceneggiatura e i dialoghi lasciano veramente a desiderare. Qualche ispirazione giusta c'è, ma i personaggi non si mettono in discussione, non vivono vita autonoma.
Debole, leggero, scontato.
Una minestra riscaldata.
Veramente troppo anche per una Sociologa.
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il conformista
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sabato 12 gennaio 2008
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di buone intenzioni, ma didascalico, cerebrale.
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Innanzitutto la protagonista del film è una donna, Nadine, la nera. La Comencini fa film sulle donne, lo si note nelle piccole cose, nei piccoli gesti, nei dettagli dei suoi personaggi femminili. Fabio Volo fa il suo "accompagnatore". Ambra fa un parte piccola che si dice fosse stata offerta alla Mezzogiorno e che forse era più adatta al ruolo. Ambra però si impegna e se la cava abbastanza bene specialmente quando fa l'isterica. Il suo ruolo tutto sommato è spiacevole e lei lo ha reso più dolce. (La Mezzogiorno stronza era perfetta, così tutti eravamo più contenti che Volo la cornificava con la nera). Volo non fa granchè e adesso qui si comincia a percepire che non essere un attore è un limite.
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Innanzitutto la protagonista del film è una donna, Nadine, la nera. La Comencini fa film sulle donne, lo si note nelle piccole cose, nei piccoli gesti, nei dettagli dei suoi personaggi femminili. Fabio Volo fa il suo "accompagnatore". Ambra fa un parte piccola che si dice fosse stata offerta alla Mezzogiorno e che forse era più adatta al ruolo. Ambra però si impegna e se la cava abbastanza bene specialmente quando fa l'isterica. Il suo ruolo tutto sommato è spiacevole e lei lo ha reso più dolce. (La Mezzogiorno stronza era perfetta, così tutti eravamo più contenti che Volo la cornificava con la nera). Volo non fa granchè e adesso qui si comincia a percepire che non essere un attore è un limite. Il film è molto didascalico, non fanno che parlare di "bianco" e "nero" e non danno spazio alla storia. Non lasciano vivere i protagonisti. I ruoli più riusciti sono quelli secondari, come Branciaroli, la Bonaiuto, la Ricciarelli e la sorella della nera. Ci sono dei momenti divertenti, quando Ambra raconta alla sua famiglia che Volo l'ha tradita. Altre cose non fanno assolutmente ridere, ci sono alcune scene inutili e c'è un finale di troppo. L'ultima scena ricorda il finale di "Ricordati di me", quando la Bellucci incontra Bentivoglio, ma lì era girata magistralmente, era molto amara. Qui la Comencini la spreca completamente. Bene scene e costumi, tremenda la fotografia, da fiction Tv. Il buio alla fontana di trevi sbiancato completamente.
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antonello villani
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lunedì 18 febbraio 2008
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melting pot all'italiana pieno di luoghi comuni
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Passione travolgente con melting pot all’italiana. Cristina Comencini dirige una storia politically correct facendo scoppiare la scintilla tra un tranquillo padre di famiglia ed una ragazza di colore che lavora all’ambasciata. Commedia romantica che si affida al buonismo dell’ultima ora, “Bianco e Nero” si presenta come un manifesto antirazziale condido di luoghi comuni e spot di beneficenza; intenzioni lodevoli, per carita’, ma alla fine si resta intrappolati nella convinzione che l’africano lo faccia meglio, ha il ritmo nel sangue ed il sedere a mandolino. Nell’eccessivo didascalismo spiccano Ambra Angiolini –perfetta nella parte della moglie impegnata nel sociale e con qualche problema di coscienza- ma soprattutto Fabio Volo e Aissa Maiga che sembrano scolaretti alla prima cotta quando improvvisano un bagno nel fontanone.
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Passione travolgente con melting pot all’italiana. Cristina Comencini dirige una storia politically correct facendo scoppiare la scintilla tra un tranquillo padre di famiglia ed una ragazza di colore che lavora all’ambasciata. Commedia romantica che si affida al buonismo dell’ultima ora, “Bianco e Nero” si presenta come un manifesto antirazziale condido di luoghi comuni e spot di beneficenza; intenzioni lodevoli, per carita’, ma alla fine si resta intrappolati nella convinzione che l’africano lo faccia meglio, ha il ritmo nel sangue ed il sedere a mandolino. Nell’eccessivo didascalismo spiccano Ambra Angiolini –perfetta nella parte della moglie impegnata nel sociale e con qualche problema di coscienza- ma soprattutto Fabio Volo e Aissa Maiga che sembrano scolaretti alla prima cotta quando improvvisano un bagno nel fontanone. Perche’ la regista e’ brava nel cogliere i segnali dell’amore, indugia sui primi turbamenti e le successive diffidenze di Carlo e Nadine, mentre intorno ruotano madri petulanti e papa’ con insaziabili appetiti sessuali. Finale che salva capre e cavoli con Cupido trionfante nonostante la realta’ imponga altre scelte, una famiglia caffelatte e pure allargata: tempi che cambiano, l’integrazione e’ una realta’ anche da noi. Se il film fosse uscito in America, non si sarebbe fatto un gran parlare ma siamo nel Belpaese e la Comencini rischia di diventare persino originale.
Antonello Villani
(Salerno)
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britannico
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sabato 16 ottobre 2010
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nera e raffinata tra piacioni romani.
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Storia truccata, cosa centra il colore della pelle se ad averla è una donna bella, affascinante, colta, da far girare la testa a mezza Italia? Sproporzione evidente tra l'attrice Aissa Maiga, e Fabio Volo, storia inverosimile del loro amore della loro passione, come altrettanto truccato è il tentativo di mimare un che di passionale tra la Ambra Angiolini e Eriq Ebouaney.
Avere Comencini di cognome non è sufficiente per realizzare più della sufficienza, nonostante un Branciaroli in gran forma, insomma storia fuori asse, sceneggiatura improvvisata, Aissa Maiga merita altro che non un sovrappeso stempiato incolto quale è Fabio Volo.
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antrace
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sabato 4 dicembre 2010
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bianco pallore , livido nero
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Cristina Comencini vuole ferire le coscienze del nostro Paese ,senza esasperare i toni narrativi , suggerendo che non occorre scaldarsi , per toccare con mano i pregiudizi razzziali diffusi fra le brave persone . Ne viene fuori un'opera tenue , garbata , affidata in massima parte al" volatile" protagonista maschile ( in nome omen ), che incrina ,suo malgrado, con vezzi da intrattenitore la delicata interpretazione di un uomo occidentale, perdutamente innamorato di una donna africana .
La vicenda dei due amanti assume un sapore del tutto particolare, a causa delle loro diverse etnie : le risposte dei coniugi traditi sono parallele e speculari sia nella famiglia italiana che in quella senegalese , Entrambi gli adulteri verranno cacciati di casa , come avesssero tradito la propria tribù d'appartenenza oltre che il talamo nuziale .
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Cristina Comencini vuole ferire le coscienze del nostro Paese ,senza esasperare i toni narrativi , suggerendo che non occorre scaldarsi , per toccare con mano i pregiudizi razzziali diffusi fra le brave persone . Ne viene fuori un'opera tenue , garbata , affidata in massima parte al" volatile" protagonista maschile ( in nome omen ), che incrina ,suo malgrado, con vezzi da intrattenitore la delicata interpretazione di un uomo occidentale, perdutamente innamorato di una donna africana .
La vicenda dei due amanti assume un sapore del tutto particolare, a causa delle loro diverse etnie : le risposte dei coniugi traditi sono parallele e speculari sia nella famiglia italiana che in quella senegalese , Entrambi gli adulteri verranno cacciati di casa , come avesssero tradito la propria tribù d'appartenenza oltre che il talamo nuziale . La regista coglie le analogie dei comportamenti , per marcare le resistenze di tutti e due i ceppi a comunicare fra loro , per retaggio di costume e innate discordanze . Ovviamente il peso più forte dell'irrisolvibile "apharteid " resta sulle nostre spalle perchè abbiamo il dovere dell'ospitalità e dell'accoglienza , soprattutto in case benestanti e fra ceti colti . L'indice della Comencini è puntato sull'ipocrisia intellettuale di coloro che amano nei salotti buoni discettare dell'eguaglianza dei popoli , spendere parole vuote e falsi impegni civili per il terzo mondo , salvo provare disagio e imbarazzo se l'accostamento etnico diviene incrocio fisico . La moglie di Carlo , che lavora in una fondazione pro Africa , non sa darsi pace di essere stata sostituita da una donna di colore . Di fronte alle sue palesi contraddizioni sembra meno grave il ruvido , spontaneo atteggiamento del padre che vede nelle africane un miraggio erotico . D'altra parte la gente africana è irretita nel dialogo, perchè vede la società nostra come uno specchio per le allodole, capziosa,ingannatrice , un poco fatua., ma le bambine del Senegal covano in segreto il sogno delle bambole bionde alla Barbie , e il Professore, abbandonato dalla consorte, intimamente sogna un avventura sentimentale con una compagna bianca . Il film è intessuto di dubbi, sottintesi,
equivoci , inibizioni , come un puzzle inestricabile , e il tono bonario serve solo a lenire il retrogusto amaro .
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mardou_
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venerdì 2 giugno 2017
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tutto da rifare
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La prima cosa che ho pensato uscendo dalla sala è stata che se davvero siamo ancora così in difficoltà sull’argomento Coppie Miste , mia madre è stata anni luce avanti decidendo di sposare un uomo di colore nei lontani anni ’80…
Ho anche pensato però che “Indovina chi viene a cena?” con Spencer Tracy, Katharine Hepburn e Sidney Poitier vinse ben due Oscar nell’ancor più lontano 1967!!
Sì, però lì si sta parlando di America…
Ed allora che significato ha discutere di Bianchi e Neri oggi.
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La prima cosa che ho pensato uscendo dalla sala è stata che se davvero siamo ancora così in difficoltà sull’argomento Coppie Miste , mia madre è stata anni luce avanti decidendo di sposare un uomo di colore nei lontani anni ’80…
Ho anche pensato però che “Indovina chi viene a cena?” con Spencer Tracy, Katharine Hepburn e Sidney Poitier vinse ben due Oscar nell’ancor più lontano 1967!!
Sì, però lì si sta parlando di America…
Ed allora che significato ha discutere di Bianchi e Neri oggi..?
Credo che la questione sia molto più complessa ed attuale di quanto si immagini, ma in riferimento alla pellicola di Cristina Comencini spiace un po’dover constatare che nonostante le buone intenzioni il risultato appare medio, per non dire mediocre…
Tutto viene affrontato con superficialità: non soltanto la questione razziale, descritta con i soliti stereotipi e preconcetti e caratterizzata da personaggi minori che sembrano delle caricature…
Ma soprattutto la storia d’amore extraconiugale tra Fabio Volo(terribilmente sottotono)e la bella senegalese Aissa Maiga non viene approfondita ed appare come un’attrazione puramente fisica e passeggera che non avrà la forza di imporsi,tanto da regalare un finale per nulla scontato…
Sembra manchino gli argomenti insomma e che tutto si riduca ad una questione di colore della pelle…
Un’occasione mancata.
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lilli
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lunedì 4 febbraio 2008
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per sorridere e riflettere
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Un film che affronta il tema del razzismo(quello dei "bianchi" verso i "neri" ma anche quello dei "neri" verso i "bianchi") in maniera intelligente e non buonista. Il merito di questa pellicola è sicuramente quello di riuscire a suscitare, tra una battutina e l'altra, delle riflessioni profonde: più di una volta la storia pone lo spettatore davanti a quei pensieri che tutti vorremmo allontanare perchè ci fanno sentire "cattivi". Questi spunti sono offerti, ad esempio, dai commenti ingenui dei bambini e dalle parole dure dei due personaggi "traditi"(Elena e Bertrand), che inizialmente vivono il tradimento (che è sempre un’esperienza dolorosa) dei loro coniugi quasi come una vergogna, una cosa contro natura, impossibile da accettare e che, successivamente, scoprono di provare, l'uno per l'altra, la stessa "curiosità" che aveva spinto Nadine e Carlo (i veri protagonisti) ad avvicinarsi prima e ad innamorarsi poi.
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Un film che affronta il tema del razzismo(quello dei "bianchi" verso i "neri" ma anche quello dei "neri" verso i "bianchi") in maniera intelligente e non buonista. Il merito di questa pellicola è sicuramente quello di riuscire a suscitare, tra una battutina e l'altra, delle riflessioni profonde: più di una volta la storia pone lo spettatore davanti a quei pensieri che tutti vorremmo allontanare perchè ci fanno sentire "cattivi". Questi spunti sono offerti, ad esempio, dai commenti ingenui dei bambini e dalle parole dure dei due personaggi "traditi"(Elena e Bertrand), che inizialmente vivono il tradimento (che è sempre un’esperienza dolorosa) dei loro coniugi quasi come una vergogna, una cosa contro natura, impossibile da accettare e che, successivamente, scoprono di provare, l'uno per l'altra, la stessa "curiosità" che aveva spinto Nadine e Carlo (i veri protagonisti) ad avvicinarsi prima e ad innamorarsi poi. Se all'inizio la vicenda di Nadine e Carlo sembra essere, infatti, solo un "viaggio curioso" all'interno di un mondo che percepiscono come "diverso" dal proprio, essa si rivela in seguito essere una normale storia d'amore tra due persone che, conoscendosi, scoprono di amarsi talmente da non capire più nemmeno "di che colore sono io, di che colore sei tu.." (A mio giudizio la Comencini riesce ad evidenziare benissimo questa progressione). Un film d’amore ma non solo. Ci sono tutti i toni della commedia: dialoghi ironici, situazioni buffe e personaggi esagerati (es. Il padre “imbarazzante” di Elena o la sorella gelosa ed il cognato “mantenuto-sciupafemmine” di Nadine) strappano più di qualche sorriso. Una parola speciale per Katia Ricciarelli che conferma di essere perfettamente a suo agio nel ruolo di attrice: naturale e credibile. Da vedere.
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yore
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domenica 25 gennaio 2009
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buon ritmo
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film che tocca il tema dell'integrazione razziale partendo da lontano. inizia con tutti i buoni propositi, la famiglia media italiana con marito impiegato in un negozio di computer e impegnata in scopi benefici per i Paesi del Terzo Mondo. fin qui il film promette bene tanto che la solidarietà e il fair play di razza trabocca. fin che galeotto fu il computer rotto che fece scattare il colpo di fulmine tra il marito di Ambra, Carlo e Nadine, moglie di Bertrand, collega di Elena. ci sarà una brusca deviazione verso l'opposto e cominciano ad affiorare sentimenti di razzismo più esasperato da parte di entrambi. un odio millenario immutato e reciproco. la coppia fedifraga all'inizio sembra coperta da una campana di vetro che isola la loro felicità dalla tensione esterna ma alla fine capiscono che il loro amore non può continuare perchè non solo non accettato da nessuno ma che spaccherebbe la stabilità che hanno costruito entrambi, fatta di figli e responsabilità.
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film che tocca il tema dell'integrazione razziale partendo da lontano. inizia con tutti i buoni propositi, la famiglia media italiana con marito impiegato in un negozio di computer e impegnata in scopi benefici per i Paesi del Terzo Mondo. fin qui il film promette bene tanto che la solidarietà e il fair play di razza trabocca. fin che galeotto fu il computer rotto che fece scattare il colpo di fulmine tra il marito di Ambra, Carlo e Nadine, moglie di Bertrand, collega di Elena. ci sarà una brusca deviazione verso l'opposto e cominciano ad affiorare sentimenti di razzismo più esasperato da parte di entrambi. un odio millenario immutato e reciproco. la coppia fedifraga all'inizio sembra coperta da una campana di vetro che isola la loro felicità dalla tensione esterna ma alla fine capiscono che il loro amore non può continuare perchè non solo non accettato da nessuno ma che spaccherebbe la stabilità che hanno costruito entrambi, fatta di figli e responsabilità. decidono quasi all'unisono con una lettera di smettere di fare i ragazzini innamorati e di rituffarsi nella realtà...sembra finita quando allo scadere sarà l'amore di entrambi a trionfare su tutto, al di la delle divisioni e dell'odio. la Comencini ha confezionato un film gradevole, pieno di ritmo e di colpi di scena. ottimo Fabio Volo, nell'ennesima consacrazione, cosi cosi la Ambra isterica, splendidi Aissa Maiga ed Eriq Ebouney, razzisti i personaggi di contorno.
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tesla83
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giovedì 24 gennaio 2008
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bella la storia, bravo lui e splendida lei
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Bianco e nero è il titolo del film, che però non ne svela la vera essenza, ma lo pubblicizza, ci mette in condizione di averne un'idea prima di vederlo... Tuttavia, dopo averlo visto, ci si rende conto che, per quanto la discriminazione razziale sembri esserne il motivo centrale, ecco che nel finale il film si evolve nel racconto di una splendida storia d'amore, un racconto diverso, originale, che la Comencini sa mascherare e confondere con una delle peggiori pieghe della nostra società. Non è la curiosità nè l'attrazione di natura sostanzialmente sessuale che spinge Carlo verso Nadine ma un dolce riconoscersi, sentirsi simili, anche nel desiderio di evasione dalla realtà che non li rende felici, felici come sono quando stanno insieme.
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Bianco e nero è il titolo del film, che però non ne svela la vera essenza, ma lo pubblicizza, ci mette in condizione di averne un'idea prima di vederlo... Tuttavia, dopo averlo visto, ci si rende conto che, per quanto la discriminazione razziale sembri esserne il motivo centrale, ecco che nel finale il film si evolve nel racconto di una splendida storia d'amore, un racconto diverso, originale, che la Comencini sa mascherare e confondere con una delle peggiori pieghe della nostra società. Non è la curiosità nè l'attrazione di natura sostanzialmente sessuale che spinge Carlo verso Nadine ma un dolce riconoscersi, sentirsi simili, anche nel desiderio di evasione dalla realtà che non li rende felici, felici come sono quando stanno insieme..
Un film sorprendente, con attori sorprendenti.
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[+] centrato a pieno
(di zoidberg)
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