chiara lazzeri
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domenica 24 agosto 2008
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l'italia del duemila su un campo di calcetto
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Nel titolo le tre parole chiave che definiscono il tema del film, ma anche tre punti chiave della società degli anni Duemila... "Amore e bugie" è un binomio classico nel mondo del cinema come nel mondo reale, ma oggi si aggiunge l'elemento del calcetto: sport nazionale, si potrebbe dire, ma anche istituzione ricreativa assurta al ruolo di valore fondamentale dell'italiano medio. I protagonisti del film, personaggi realistici rappresentanti delle generazioni di ventenni, trentenni e quarantenni del Duemila, ogni settimana bloccano ogni attività della propria quotidianità per quell'appuntamento fisso con il campetto del calcio a sette. E il campo diviene un microcosmo fedele al macrocosmo della vita reale, dove ognuno ricopre ruoli conformi alla sua personalià e gioca con l'intensità con cui vive.
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Nel titolo le tre parole chiave che definiscono il tema del film, ma anche tre punti chiave della società degli anni Duemila... "Amore e bugie" è un binomio classico nel mondo del cinema come nel mondo reale, ma oggi si aggiunge l'elemento del calcetto: sport nazionale, si potrebbe dire, ma anche istituzione ricreativa assurta al ruolo di valore fondamentale dell'italiano medio. I protagonisti del film, personaggi realistici rappresentanti delle generazioni di ventenni, trentenni e quarantenni del Duemila, ogni settimana bloccano ogni attività della propria quotidianità per quell'appuntamento fisso con il campetto del calcio a sette. E il campo diviene un microcosmo fedele al macrocosmo della vita reale, dove ognuno ricopre ruoli conformi alla sua personalià e gioca con l'intensità con cui vive. Il calcetto diventa poi l'occasione per sfogare gioie, rancori, dolori e frustrazioni e le dinamiche del gioco risentono dei rapporti tra i singoli membri della squadra nonchè delle loro vicende personali. Il film ritrae ottimamente il microcosmo-calcetto per arrivare ad offrire un affresco della società odierna e delle dinamiche interpersonali nell'era del cellulare e dei business su Internet. E c'è spazio anche per affrontare i grandi temi del giro di boa della mezz'età , dell'amicizia, delle piccole aziende inglobate dalle grandi società industriali, sempre con un'ironia di fondo e sempre mantenendosi nel genere della commedia brillante. Irresistibili performance di Bisio e Finocchiaro, credibili e in parte anche Bosca e Rocco. Una menzione particolare per Battiston, il cui ruolo è meno centrale, ma fondamentale per l'intera vicenda. Il suo personaggio è il giornalista-narratore, l'allenatore della squadra nonchè l'uomo che entra in campo solo per segnare i goal decisivi; la sua vita privata è quella meno indagata di tutte, solo accennata, ma i suoi consigli e il suo appoggio ai compagni di squadra sono sempre decisivi. Ottimo dispensatore di battute e al contempo di perle di saggezza: grande interpretazione. Prodotto molto ben confezionato, quest'opera di Lucini convince e batte le migliori aspettative.
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aristoteles
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mercoledì 30 settembre 2015
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venezia 74
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Aggiungo mezza stella in quanto è una commedia italiana ben fatta,divertente e che racconta la quotidianita' con sufficiente sincerità.
Chiaramente ci sono degli eccessi come il padre che si trastulla con la ex del figlio, che a sua volta tradisce il suo migliore amico e così via fino allo scambio di ruoli e all'infamone di turno.
Tuttavia la finzione non e' tanto distante dalla realtà quando racconta coppie in crisi,difficoltà lavorative e genitori meno maturi dei figli.
Il tutto avviene tramite il resoconto impeccabile che spesso, non sempre,si gioca a calcetto come ci si comporta nella vita di tutti i giorni.
Simpatica la presenza finale di bomber Schillaci e Mister Maifredi ,protagonisti del calcio genuino che fu.
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Aggiungo mezza stella in quanto è una commedia italiana ben fatta,divertente e che racconta la quotidianita' con sufficiente sincerità.
Chiaramente ci sono degli eccessi come il padre che si trastulla con la ex del figlio, che a sua volta tradisce il suo migliore amico e così via fino allo scambio di ruoli e all'infamone di turno.
Tuttavia la finzione non e' tanto distante dalla realtà quando racconta coppie in crisi,difficoltà lavorative e genitori meno maturi dei figli.
Il tutto avviene tramite il resoconto impeccabile che spesso, non sempre,si gioca a calcetto come ci si comporta nella vita di tutti i giorni.
Simpatica la presenza finale di bomber Schillaci e Mister Maifredi ,protagonisti del calcio genuino che fu.
Mina che tira le punizioni al tritolo e Venezia dribblomane di scorta,i miei personaggi preferiti.
Leggero,un po arrufone e divertente,il film si fa guardare volentieri.
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ultimoboyscout
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mercoledì 9 febbraio 2011
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in campo come nella vita.
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Commedia corale al maschile davvero ben riuscita con diversi amici-compagni di squadra che raccontano e si raccontano tra vizi e virtù, problemi e ossessioni, lavoro e famiglia. Molto ben interpretato in particolare sono bravissimi Bisio e "il Mina" Battiston, i nostri trovano nel campo e nello spogliatoio rispettivamente una valvola di sfogo e un confessionale, nel quale isolarsi, chiudersi ma nello stesso tempo aprirsi all'amico sudato e in mutande. Non è un film sul mondo del calcio, non si parla di giocatori professionisti (anche se qualche simpatico cameo c'è) si parla invece di amore, amicizia e di vita di tutti i giorni segnata da cose belle e altre meno belle.
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Commedia corale al maschile davvero ben riuscita con diversi amici-compagni di squadra che raccontano e si raccontano tra vizi e virtù, problemi e ossessioni, lavoro e famiglia. Molto ben interpretato in particolare sono bravissimi Bisio e "il Mina" Battiston, i nostri trovano nel campo e nello spogliatoio rispettivamente una valvola di sfogo e un confessionale, nel quale isolarsi, chiudersi ma nello stesso tempo aprirsi all'amico sudato e in mutande. Non è un film sul mondo del calcio, non si parla di giocatori professionisti (anche se qualche simpatico cameo c'è) si parla invece di amore, amicizia e di vita di tutti i giorni segnata da cose belle e altre meno belle. Amore bugie e calcetto: i tre grandi vizi dell'uomo italiano!
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[+] le bugie hanno le gambe corte....eh si ehhh
(di edmea2011)
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iuriv
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martedì 10 maggio 2016
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uno scialbo zero a zero.
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Il film mette in scena l'amicizia di sette uomini uniti dalla passione per il calcetto. E facendo propria la massima che recita “in campo come nella vita”, prova a stringere un raccordo tra il gioco molto serio praticato da questi uomini e la loro indole più intima.
Ci troviamo così di fronte a una serie di storie diverse, alcune delle quali molto promettenti, intersecate tra loro dalla particolarità dei rapporti che uniscono i sette. Ci sono argomenti scottanti in campo, come la prigionia della vita matrimoniale, la difficoltà della gravidanza indesiderata, la perenne insoddisfazione per i propri risultati.
Gli autori decidono di sciogliere le potenziali forze distruttive derivanti da questi punti di partenza nel mare della commedia.
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Il film mette in scena l'amicizia di sette uomini uniti dalla passione per il calcetto. E facendo propria la massima che recita “in campo come nella vita”, prova a stringere un raccordo tra il gioco molto serio praticato da questi uomini e la loro indole più intima.
Ci troviamo così di fronte a una serie di storie diverse, alcune delle quali molto promettenti, intersecate tra loro dalla particolarità dei rapporti che uniscono i sette. Ci sono argomenti scottanti in campo, come la prigionia della vita matrimoniale, la difficoltà della gravidanza indesiderata, la perenne insoddisfazione per i propri risultati.
Gli autori decidono di sciogliere le potenziali forze distruttive derivanti da questi punti di partenza nel mare della commedia. Una scelta rispettabile, che però risolve i conflitti attraverso dinamiche classiche e rassicuranti. Il risultato è una pellicola poco originale, priva di guizzi particolari e incapace di produrre quell’impatto che a tratti da l’impressione di poter dare.
Le interazioni tra i protagonisti funzionano abbastanza bene, almeno quando sullo schermo ci sono attori esperti. Più claudicanti i rapporti tra i più giovani, che a volte sembrano un po’ forzare le loro reazioni.
Poco coraggio nelle scelte musicali, immerse nel pop nostrano e che privilegiano brani immediatamente riconoscibili piuttosto che puntare su sonorità più evocative.
Nonostante tutto è un film che si lascia guardare e che, dopo un inizio zoppicante, trova il suo ritmo e scivola via bene fino al finale mieloso che tutti si aspettano.
Tuttavia mi è rimasta l’impressione di un’opera incompiuta, in cui i momenti tesi e cupi non sono stati sfruttati fino in fondo. Peccato.
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elgatoloco
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giovedì 17 settembre 2020
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bisio sempre ottimo, film a suo modo "intelligente
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"AMore, bugie e calcetto"(Luca Lucini, anche autore di soggetto e della sceneggiatura con Fabio Bonifacci, 2008), girato interamente a Triste, non ne ha però alcunca caratteristica specifica, dialettale o comunque specifica, ma racconta di un gruppo di amici o meglio colleghi di squadra, tra cui un papà e un figlio, in disaccordo per la ragazza(il padre frequenta biblicamente ò'ex del figlio)e tutti divorati da questioni personali per ii quali trovnao poi rifugio nel football. Classica commedia dolceamara(o rivesciate i termini, il prodotto non cambia...)nella quale problemi aziendali(nel 2008 incipiente la crisi che poi si sarebbe"attuata"in quela di Lehman Brothers e ra ben più che nell'aria, ormai,,,), sentimentali vari, come quello accennato, gravidanze inaspettare di ragazze troppo giovani e"senza una sistemazione", rivalità tra amcii etc.
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"AMore, bugie e calcetto"(Luca Lucini, anche autore di soggetto e della sceneggiatura con Fabio Bonifacci, 2008), girato interamente a Triste, non ne ha però alcunca caratteristica specifica, dialettale o comunque specifica, ma racconta di un gruppo di amici o meglio colleghi di squadra, tra cui un papà e un figlio, in disaccordo per la ragazza(il padre frequenta biblicamente ò'ex del figlio)e tutti divorati da questioni personali per ii quali trovnao poi rifugio nel football. Classica commedia dolceamara(o rivesciate i termini, il prodotto non cambia...)nella quale problemi aziendali(nel 2008 incipiente la crisi che poi si sarebbe"attuata"in quela di Lehman Brothers e ra ben più che nell'aria, ormai,,,), sentimentali vari, come quello accennato, gravidanze inaspettare di ragazze troppo giovani e"senza una sistemazione", rivalità tra amcii etc., il film si salva in pieno per la capacità del regista di dirigere.coordinare attori bravi di per sé, come Claudio Bisio, proprietario d'azienda, padre"fedifrago"e altro ancora, "kondor"in campo, Angela FInocchiaro , l'ex moglie, altri personaggi si contendono...nulla in realtà, ma cercano un'aurorealizzazione ai di fuori degli schemi auto-prefissati/autoassegnati, in una ricerca decisamnete spasmodica, che viene ad avere tratti anche drammatici(o meglio rischia di assumerli)in certi momenti"apicali", Nulla da rilevare in particolare, per un film d'interni, "psicologico",ma senza reali drammi, in cui , oltre algi interpreti citati, tra cui l'allora giovenissimo Andrea Bosca, figlio(sullo schermo)di Bisio , si segnala la partecipazione di Gisueppe Battiston, giornalista sportivo e "Mister"della "strana"equipe calcistica.... Decisamente valido, il tutto, purché nn ci aslpetti una sintesi tra Ingmar Bergman(che non c'entra per nulla)e Woody ALlen, anche lui distante bilioni di anni luce da questo prodotto"very italian", Da rimpiangere il fatto che Bisio faccia oggi quasi solamente TV e che Battison e (ritnego)anche la Finocchiaro abbiano optato più che alro per il teatro, elidendo(quasi)il cinema... Dove è da aggiungere, però, che in Italia è difficile che un interprete s egua(Nel senso di praticare attivamente, intendo) allo stesso tempo il teatro, il cinema e la TV, quasi fossero vasi"incomunicanti":.chiaramente le modalità produttive sono diverse, circostanza di cui bisogna tenere conto. El Gato.
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jonnylogan
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martedì 10 settembre 2024
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abc
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Pochi accorgimenti per narrare la vita di un gruppo eterogeneo sia in termini di età – il ventaglio anagrafico va dai venti ai cinquant’anni – dei giorni d’oggi. È infatti in questa fascia di età che si annidano tutte le possibili casistiche, e facce, della medesima medaglia dell’universo maschile odierno.
Si va dall’imprenditore incapace di rassegnarsi all’idea di non essere più in grado di correre indifferentemente dietro a ragazzine e pallone. Al figlio che odia il padre per aver ripetutamente tradito la madre e che non vuole assolutamente assomigliargli.
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Pochi accorgimenti per narrare la vita di un gruppo eterogeneo sia in termini di età – il ventaglio anagrafico va dai venti ai cinquant’anni – dei giorni d’oggi. È infatti in questa fascia di età che si annidano tutte le possibili casistiche, e facce, della medesima medaglia dell’universo maschile odierno.
Si va dall’imprenditore incapace di rassegnarsi all’idea di non essere più in grado di correre indifferentemente dietro a ragazzine e pallone. Al figlio che odia il padre per aver ripetutamente tradito la madre e che non vuole assolutamente assomigliargli. Dal consulente falloso e doppiogiochista sia sul campo che nella vita. Al padre di famiglia che è condannato, per accudire i suoi figli, a correre sia dietro loro che alla moglie, con la quale è ormai in rotta da qualche tempo. Per concludersi con lo studente universitario che ha organizzato la sua esistenza per filo e per segno, ma per il quale il destino ha programmato un piacevolissimo imprevisto. Il tutto filtrato per mezzo del calcetto e degli articoli che il coach, giocatore ormai non più praticante e giornalista di professione, verga dopo ogni incontro della squadra. Sport che per Lucini, cresciuto a ‘Pane e Videoclip’, e solo poi approdato al cinema, rappresenta sia la via di fuga dalla quotidianità, che specchio della vita.
Messaggio e pellicola che mischiano le carte, come spesso, anzi spessissimo, è capitato nel corso di miriadi di pellicole di questo genere ma messaggio/quesito che al tempo stesso viene mostrato agli spettatori, ma non fornisce le soluzioni, non scalfisce la superficie se non appena un po’ e diviene invece il pretesto per narrare la storia, molto normale, di un gruppo di amici. Riducendo i problemi di lavoro e di coppia, presunti o reali, a un’accozzaglia di palloni sospinti a fatica in rete, a pochi scambi di battute e situazioni fra il serio e il ridicolo, idonee per far sorridere il pubblico ma nulla più.
Cast di attori che vede in Giuseppe Battiston l’anima della squadra nella quale Claudio Bisio si limita a gigioneggiare fra un dribbling e un litigio con la moglie, una sapiente e misurata, come sempre, Angela Finocchiaro; e se questo vi basta, il destino della squadra di calcia(t)tori di “Amore bugie e calcetto” fa per voi, astenetevi se speravate in qualche cosa di più di due ore circa di spensieratezza che si concluderanno con un finale decisamente buonista.
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