Dopo il (giustamente) pluripremiato "Donnie Darko",
il giovane e talentuoso regista Richard Kelly continua il suo percorso autorale con questo suo ultimo lavoro, pazzo, sontuoso, bizzarro, coraggiosissimo e sperimentale a tal punto da "disturbare" fino alla repulsione gran parte di pubblico e critica (soprattutto americane).
Innanzitutto il film è quasi impossibile da catalogare e questo raramente giova al botteghino.
Commedia fantascientifica, satira dai forti (e forse troppi) risvolti sociali, tenta di far riflettere con ironia su ecologia, rapporti sociali moderni, apocalisse, imperialismo americano, pornografia, suicidio, scientismo,
reiserimento in società dei reduci di guerra, droga, libertà personali, violenza, invadenza dei mass-media e molto altro (evidentemente un'urgenza intellettuale del giovane film-maker...).
Il tutto condito da un violento stravolgimento degli stereotipi sul casting in cui una miscellanea mai così eterogenea di volenterosi attori si amalgama in un piatto ricco e sicuramente nuovo.
Qualche esempio?
Dwayne Johnson (ossia il wrestler THE ROCK) al suo primo ruolo da protagonista, è Boxer Santaros, un pavido attore di action movie con un dono speciale; Sarah Michelle Gellar (ex Buffy l'ammazzavampiri) è un'arrembante e credibilissima pornodiva con un grande occhio per gli affari; Justin Timberlake (ballerino e cantante, ragazzo della porta accanto scoperto dalla Disney) è uno spacciatore tossicodipendente reduce di guerra, Jon Loviz, Curtis Armstrong e Sean William Scott, celebri attori brillanti di commedie demenziali sono qui impegnati in ruoli drammatici...
Trovano un loro spazio addirittura il redivivo Christopher Lambert e un irriconoscibile Kevin Smith con un trucco a metà tra Karl Marx e Philip K. Dick.
La narrazione durante la pellicola procede lenta ma inesorabile, prendendosi i suoi tempi e procedendo per accumulo di informazioni e suggestioni fino a raggiungere picchi di irresistibile godimento.
Notevoli le surreali atmosfere e le strizzate d'occhio ai maestri Terry Gilliam e David Lynch.
In conclusione, un film incompreso, controcorrente, imperfetto ma necessario.
In un panorama massificatore in cui anche le pellicole si assomigliano tutte, un film da amare.
Voto finale: 3.5
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