La commedia del potere |
|||||||||||||
Un film di Claude Chabrol.
Con Isabelle Huppert, François Berléand, Patrick Bruel, Robin Renucci, Marilyne Canto.
continua»
Titolo originale L'ivresse du pouvoir.
Drammatico,
durata 110 min.
- Francia 2006.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 6 ottobre 2006.
MYMONETRO
La commedia del potere
valutazione media:
3,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
|||||||||||||
|
|||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Troppo realismo, poca immaginazionedi Odissea 2001Feedback: |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
martedì 24 aprile 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Forse bisognerebbe calarsi nella realtà politico-giudiziaria francese per capire perchè un regista noto, affermato ed esperto come Claude Chabrol abbia deciso di confrontarsi con un tema ostico e sgradevole come quello del potere. Il potere è cinico, vorace, si inebria di se stesso. E il magistrato protagonista dell'opera, una gelida e tagliente Isabelle Huppert, è convinto di poter alla fine sconfiggere il mostro, di poterlo ingabbiare. Ma perchè raccontare una storia dal finale fatalista, spiegare con la cinepresa come va sempre a finire, come se non lo avessimo già visto centinaia di volte nella realtà prima ancora che al cinema? Forse Chabrol è un uomo, prima ancora che un regista, che non si rassegna, che sotto sotto spera prima o poi di essere smentito, che vuole segnare il limite dell'umano quando si trova alle prese con l'universo morale ma desidererebbe tanto che questo limite qualche volta potesse essere varcato. Forse cerca un nuovo Gesù e non l'ha ancora trovato. Seguendo il ragionamento del regista e ribaltandolo: dove si trova alla fine la vera libertà se non sotto l'orizzonte della morale? Comunque il film risulta noioso e claustrofobico (l'ufficio del magistrato finisce per trasformarsi esso stesso in una cella, anche per lo spettatore) e continua a seguire il binario imboccato fin dall'inizio senza immaginazione, dimenticando - come diceva Wilde - che un romanzo, in questo caso un film, non deve essere per forza una copia carbonata del mondo in cui viviamo. Così si trasforma un'opera d'arte in una scontata anche se lucida e realistica fotografia dell'esistente. Che è così e così resta. Rappresenta il limite della nostra volontà e possiamo constatarlo tutti i giorni, nel micro e nel marcocosmo in cui ci muoviamo. Perchè raccontarlo, allora?
[+] lascia un commento a odissea 2001 »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni & Opinionisti | Articoli & News | Multimedia | Shop & Showtime |
|
Link esterni
Sito ufficiale |