serpis
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domenica 15 settembre 2013
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mitico chabrol
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Sono sempre stato un estimatore di Chabrol con le sue partenze sempre ammantate di normalità che con l'evolversi della trama diventano giochi perversi di sentimenti e azioni. Qui non è così,la corruzione in tutte le sue forme viene cercata,scoperta e una parte sconfitta.Forse è un film che esce dagli schemi di scoperta del sordido nel comportamento umano,ma resta sempre la ricerca del lato oscuro che è dell'umanità.Siamo lontani dalla struttura,per esempio,de L'urlo del gufo".
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kondor17
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mercoledì 15 agosto 2012
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raffinato e convincente
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L'introspettor Chabrol si tuffa questa volta a capofitto nel malaffare d'oltre manica. E lo fa con la solita nonchalance tutta francese, descrivendo con sagace maestria del linguaggio scenico la corruzione economico-politico-giudiziaria che, ahimè-ahinoi, infetta anche la Francia; raccontandoci dagli occhi di un giudice come certe battaglie rivolte al mondo del malaffare e, perchè no, della criminalità organizzata sono destinate miseramente a fallire in un modo o nell'altro. Tantopiù quando lo stesso procuratore capo è al corrente ed esso stesso, in fondo corrotto.
Ma che sia proprio vero che le battaglie di Jean, di Falcone e Borsellino, di tutti i giudici che hanno tentato
con fortune alterne tale strada,
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L'introspettor Chabrol si tuffa questa volta a capofitto nel malaffare d'oltre manica. E lo fa con la solita nonchalance tutta francese, descrivendo con sagace maestria del linguaggio scenico la corruzione economico-politico-giudiziaria che, ahimè-ahinoi, infetta anche la Francia; raccontandoci dagli occhi di un giudice come certe battaglie rivolte al mondo del malaffare e, perchè no, della criminalità organizzata sono destinate miseramente a fallire in un modo o nell'altro. Tantopiù quando lo stesso procuratore capo è al corrente ed esso stesso, in fondo corrotto.
Ma che sia proprio vero che le battaglie di Jean, di Falcone e Borsellino, di tutti i giudici che hanno tentato
con fortune alterne tale strada, non siano servite a niente?
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demien
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sabato 22 novembre 2008
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storie di corruzioni....alla francese
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Questa storia, pesantemente allusiva agli scandali finanziari francesi, potrebbe appartenere anche alla nostra Italia dove certo non mancano corruzione, politici prezzolati e buchi nelle finanze pubbliche. Non manca neanche chi vorrebbe un mondo ideale dove quello che conta non è l'immagine della giustizia, ma la giustizia in se e per se. La protagonista si butta anima e corpo nel suo lavoro per inchiodare i soliti furbacchioni, un attività incessante che le serve anche per sopperire ad una vita privata che sta andando a rotoli, ma poi si rende conto che certe cose non potranno mai cambiare.
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alfa
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sabato 22 settembre 2007
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bel film
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chico_marx
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sabato 15 settembre 2007
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come nel film il camorrista
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questo finisce allo stesso modo il presidente (nel film del il camorrista - cutolo)all'ospedale che incontra il magistrato (commissario nel cammorrista) un pareggio, una sconfitta per entrambi.
tutto sommato credo un buon filme come si dice comandare è meglio che fare altro.
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everyone
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sabato 28 luglio 2007
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ma ce n'era davvero bisogno?
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La cronaca quotidiana ci ha assueffatto ai temi peraltro trattati in modo assia ovvio nel film.Si rimane davanti alla pellicola piu'che altro per inerzia e alla fine si tira un sospiro di sollievo.
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everyone
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sabato 28 luglio 2007
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ce ne era davvero bisogno ??
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La cronaca dei nostri giorni ci ha ormai assueffatto alle situazioni descritte peraltro in modo abbastanza ovvio nel film tanto da farci considerare il film stesso inutile sia per i temi trattati che per il modo con cui ciò è stato fatto.
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giulia gibertoni
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sabato 7 luglio 2007
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poteri deboli
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È un film incompiuto questo di Chabrol, nonostante il tentativo, nuovo nella sua filmografia, di dare una trattazione disincantata della corruzione ad alti livelli aziendali e del più grande mistero della fisica contemporanea: i buchi neri di denaro pubblico. Ed è un susseguirsi di situazioni ancorate a un’attualità fin troppo nota, che fanno riferimento alle quinte della politica e delle grandi aziende e al continuo e (neppure troppo) sussurrato mercanteggiare che costituisce la vera facciata di questo agire politico. Protagonisti della commedia in oggetto sono le aziende che cercano di ingraziarsi gli enti pubblici con tangenti ed assunzioni ad hoc, e gli uomini di paglia a capo di quelle stesse aziende che ricevono in cambio finanziamenti e spartizioni di denaro, possibilità di evasione fiscale variamente distribuita a seconda del livello e una parvenza di carriera almeno finché non si presenta un uomo di paglia più utile.
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È un film incompiuto questo di Chabrol, nonostante il tentativo, nuovo nella sua filmografia, di dare una trattazione disincantata della corruzione ad alti livelli aziendali e del più grande mistero della fisica contemporanea: i buchi neri di denaro pubblico. Ed è un susseguirsi di situazioni ancorate a un’attualità fin troppo nota, che fanno riferimento alle quinte della politica e delle grandi aziende e al continuo e (neppure troppo) sussurrato mercanteggiare che costituisce la vera facciata di questo agire politico. Protagonisti della commedia in oggetto sono le aziende che cercano di ingraziarsi gli enti pubblici con tangenti ed assunzioni ad hoc, e gli uomini di paglia a capo di quelle stesse aziende che ricevono in cambio finanziamenti e spartizioni di denaro, possibilità di evasione fiscale variamente distribuita a seconda del livello e una parvenza di carriera almeno finché non si presenta un uomo di paglia più utile. A un certo punto il pubblico ministero Charmant-Killmann comincia a porsi come arbitro in questa sequela di partite truccate e causa da subito non pochi inghippi nel rodato e untuoso meccanismo di questa gara di mediocri. In quanto tali, in fondo è facile scovarli, interrogarli, coglierli in castagna.
Di fronte a Jeanne, l’uomo di paglia medio ostenta diniego, sorriso falso e cravatta fluorescente su camicia rosa. Ma è più che mai facile smontare il suo castello di carte, proprio perché non è mai stato un castello vero se non nella sua testa.
Insomma sfilano gli interrogati, le querele e gli avvocati, piomba in mezzo al racconto anche una promozione-rimozione per il nostro valido magistrato. E intanto la sceneggiatura comincia a beccheggiare a non convince più quello stile tutto francese e casalingo di scriversi le trame e l’allegata pretesa di non dover rendere conto a nessuno dei salti e delle imprecisioni, dei personaggi che scompaiono e dei cambiamenti d’umore narrativo. Resta sotteso al film un tono generalmente qualunquista, che oppone la motivazione meccanica del magistrato a personaggi gonfiati, ma altrettanto facilmente sgonfiabili, vittime a loro volta di quel perfido dono di natura che è l’unione di ambizione sfrenata e di mediocrità oggettiva. Tono qualunquista che cozza infine con il titolo originale perché in fondo non c’è nessuna ebbrezza di potere, se non momentanea, nel magistrato Jeanne così come la descrive mastro Chabrol. Prevale invece la freddezza, che è poi la stessa che ci mette il regista nel girare. Altrettanto poco circostanziati e intercambiabili sono i personaggi secondari (il marito di Jeanne, il nipote del marito di Jeanne) e alcuni eventi che sembrano inseriti quasi a caso (il tentato suicidio del marito di Jeanne). Invece era potenzialmente interessante il cenno alla buona collaborazione tra Jeanne e la nuova collega; messe l’una accanto all’altra perché si ostacolino a vicenda per rivalità, trovano invece nella stima reciproca una ragione naturale per supportarsi professionalmente. Ma non ci sono innocenti in questa commedia umana dai risvolti patetici, non ci sono grandi, non ci sono nomi da ricordare. E scompariranno così i bulimici accumulatori di soldi e frodi, sia in proprio sia su commissione, per lasciare il posto ad altri, e poi ad altri ancora. Tutti uguali e tutti ugualmente dimenticati. E allo stesso modo non lascerà traccia di sé il fatalismo cinico della protagonista, che si lascia trasportare a sua volta da un vento d’ignavia in quella stessa commedia mal scritta.
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chabrol
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venerdì 22 giugno 2007
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chabrol
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surprise time
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giovedì 17 maggio 2007
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una barbaaaaaaaaaaaaaaaaa
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una barbaaaaaaa unica. Film noiosissimo e che non si fa seguire. personalmente non ho capito nulla della storia. Insopportabili i personaggi. film davvero da evitare. Girateci attorno.
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