dandy
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venerdì 25 marzo 2011
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inevitabilmente schiacciato dall'altro film.
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Non è proprio possibile evitare il confronto fra questo film e "Truman Capote-A sangue freddo",girato appena un anno prima.E la bilancia pende a mio parere più dalla parte di quest'ultimo.Qui il regista privilegia l'analisi dello scrittore dandy e cinico,il suo doppiogiochismo che non conosce limiti e che finrà per essere la sua rovina(dopo la stesura del libro e l'eseguzione di Hickok e Smith,cadrà in una depressione senza riprendersi più).L'attore protagonista,Jones,che viene dal teatro britannico,è straordinario quanto Hoffman,e forse anche più somigliante fisicamente al vero Capote(anche se il doppiaggio stavolta non è altrettanto perfetto).
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Non è proprio possibile evitare il confronto fra questo film e "Truman Capote-A sangue freddo",girato appena un anno prima.E la bilancia pende a mio parere più dalla parte di quest'ultimo.Qui il regista privilegia l'analisi dello scrittore dandy e cinico,il suo doppiogiochismo che non conosce limiti e che finrà per essere la sua rovina(dopo la stesura del libro e l'eseguzione di Hickok e Smith,cadrà in una depressione senza riprendersi più).L'attore protagonista,Jones,che viene dal teatro britannico,è straordinario quanto Hoffman,e forse anche più somigliante fisicamente al vero Capote(anche se il doppiaggio stavolta non è altrettanto perfetto).Ma a differenza del film del 2005 il regista è incerto sul metodo per raccontare la storia,e soprattutto sul punto di vista da adottare,in altalena tra melò e dramma.E poi è troppo insistita l'accentuazione dell'attrazione tra Capote e Smith,con tanto di bacio in cella(non proprio verosimile),mentre nell'altro film era tutto lasciato a intendere.Fastidiose le continue interruzioni del racconto con interviste ai protagonisti sull'accaduto.Forse si può apprezzare di più se lo si guarda per primo.Nel ruolo delle varie amiche snob di Capote:Sigourney Weaver è Babe Paley,Isabella Rossellini è Marella Agnelli,Gwyneth Paltrow è Kitty Dean.Sandra Bullock(Nelle Harper Lee)torna a recitare tra un film-spazzatura e l'altro,le commediacce alle quali sembra essersi relegata a vita.Il regista Peter Bogdanovich,è Bennet Cerf.
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torakiki
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sabato 20 marzo 2010
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infamous - un pessimo capolavoro
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Trattasi di film bruttino mascherato da capolavoro, se nn fosse per il bravo Toby Jones (protagonista) e il sempre splendido Daniel Craig, sarebbe un film davvero orribile,,,pare piuttosto una rimpatriata di nomi noti che danno il peggio di se , interpretando parti banali e evidentemente improvvisate....veramente disdicevoli le comparsate di Isabella Rossellini, che pare sia li giusto per dire "io c'ero" con i miei amichetti di hollywood...se proprio proprio volete vederlo, consiglio la visione pomeridiana infrasettimanale,,per chi lavora niente da fare non vale la pena sprecare del tempo (come ho fatto io) con un film del genere.
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ultimoboyscout
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sabato 20 febbraio 2010
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delusione.
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Dopo averne sentito tanto parlare (bene) mi sono preso la briga di vederlo...e non l'avessi mai fatto! Lungo, lento e noioso. Se non fosse per il fantastico personaggio interpretato da Toby Jones sarebbe tutto da buttare. Eppure il cast non era poi così scadente.
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paride86
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martedì 26 gennaio 2010
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splendido biopic
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L'unica pecca di questo film è l'essere girato come un documentario, con le finte interviste ecc. Per il resto si tratta di un ottimo ritratto di Truman Capote e del jet set dell'epoca.
La storia è la stessa di "Truman Capote - A Sangue Freddo", ma questo film è stato girato un anno prima; si parla, comunque, della genesi del più famoso romanzo del genio letterario americano e della sua ripercussione sulla vita dell'autore.
Ottimo biopic.
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atticus
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mercoledì 6 maggio 2009
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un capolavoro da recuperare
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Decisamente straordinario questo film di Douglas McGrath che ha ingiustamente pagato il prezzo di essere stato realizzato in contemporanea con il Capote di Bennett Miller che ha fatto vincere (meritatamente) l'Oscar a Philip Seymour Hoffman. Infamous è un film emozionante, ironico, tragico e struggente, tutte caratteristiche che il ben più celebrato film di Miller non possedeva. Clamoroso l'apporto del cast, assolutamente di un altro livello, Daniel Craig impressionante! Regia raffinatissima, sceneggiatura esemplare e tanti rimandi al mondo del cinema e della letteratura che gli appassionati come me apprezzeranno tanto. Un vero capolavoro che merita di essere scoperto!
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frank
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giovedì 8 gennaio 2009
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bel film...
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Indubbiamente un film ben fatto e interpretato benissimo...Toby Jones è perfetto e credibile nel ruolo di Capote e Daniel Craig ha avuto il coraggio di interpretare un personaggio non facile...persino il cast di comprimari è di primo livello con Sandra Bullock,
Sigourney Weaver e Isabella Rossellini;all'inizio del film c'è anche un cameo di Gwyneth Paltrow. Non avendo visto il film con Hoffman non posso fare un confronto ma questo Infamous rimane di sicuro un film valido, che avrebbe meritato maggior successo...
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mary
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lunedì 7 luglio 2008
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chi era truman capote?
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Non emerge nè in questo film nè nel precedente premiato con l'Oscar al protagonista. Là era una elucubrazione noiosa con ambizioni introspettive.Qui una vera macchietta. Si dà voce alla maschera di Capote; non alla sua scrittura e alla sua realtà tragica. Boccio tutti e 2 i film.Questo è meno noioso.Meglio, a chi interessa, leggere i suoi scritti.
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seanny14
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domenica 20 gennaio 2008
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what is this thing called love?
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Tra lo scintillio dei salotti newyorkesi e le aperte praterie del Kansas corre la storia di Truman Capote. Creare arte richiede sempre una grande spesa di sofferenza. Douglas McGrath dirige mirabilmente uno dei film più belli che mi è capitato di vedere ultimamente, capace di rendere visibile la difficoltà di sublimare le proprie emozioni nella creazione dell'opera d'arte. Tra glamour e violenza Toby Jones rende sullo schermo un Truman Capote da oscar (anche se non ho ancora visto il film di Miller), aiutato da una Sandra Bullock veramente ottima nel dipingere la sua Harper Lee, così semplice e lontana dal mondo di lustrini e paillettes in cui sguazza Truman, e da Daniel Craig che si conferma un attore da tenere d'occhio.
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Tra lo scintillio dei salotti newyorkesi e le aperte praterie del Kansas corre la storia di Truman Capote. Creare arte richiede sempre una grande spesa di sofferenza. Douglas McGrath dirige mirabilmente uno dei film più belli che mi è capitato di vedere ultimamente, capace di rendere visibile la difficoltà di sublimare le proprie emozioni nella creazione dell'opera d'arte. Tra glamour e violenza Toby Jones rende sullo schermo un Truman Capote da oscar (anche se non ho ancora visto il film di Miller), aiutato da una Sandra Bullock veramente ottima nel dipingere la sua Harper Lee, così semplice e lontana dal mondo di lustrini e paillettes in cui sguazza Truman, e da Daniel Craig che si conferma un attore da tenere d'occhio. Anche il resto del cast non è da meno (fantastica la prima scena con il cameo di Gwyneth Paltrow), e d'altra parte è un cast di gran classe. Gli occhi sono appagati dalla bellezza dei costumi e degli ambienti della New York più in, ma il cuore dello spettatore si ferma in Kansas, come quello di Truman. Il quale, diviso tra due mondi, l'amore per l'alta società e l'amore vero, non riuscirà a riprendersi: la vita non è una coppa di champagne, baby. Il regista ha mano ferma nel procedere con la storia, ed è davvero bella la trovata dei testimonium, come li chiama lui, ossia le finte interviste agli amici dello scrittore. Proprio attraverso l'ultimo di questi testimonium, con una Sandra Bullock intensa fino alla commozione, viene svelato il senso del film: quanto deve soffrire l'artista per portere alla luce la sua opera? Perchè raccontare la sofferenza significa in fondo soffrire. Amore, dolore, arte. La ricetta per l'opera perfetta. Ma a quale costo? Come dice la Marella Agnelli di Isabella Rossellini: può un libro valere una vita umana? Quella di Perry, quella di Truman. La risposta non c'è.
Un film intenso, forte, emozionante, che indaga l'animo umano, e specialamente quello dell'artista, senza giungere -giustamente- a una risposta. Alla fine torna alla mente la frase di Kitty Dean della prima scena: ma cos'è questa cosa che chiamiamo amore (o arte, o dolore)?
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matteo detz
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sabato 13 ottobre 2007
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il grande scrittore pettegolo
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Preciso che sono un amante dello scrittore Truman Capote.
Il film mostra chiaramente l' ambivalenza del grande scrittore-uomo di spettacolo-giornalista nei confronti di questo omicidio.
Fama...sentimenti...notorietà...pettegolezzi. Truman è stato un gran pettegolo e qui lo si vede all' opera.
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vittorio
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lunedì 2 luglio 2007
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bello e ben fatto!!
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Intrigante, commovente, una storia coinvolgente e mai banale, e poi l'interpretazione di Toby Jones è letteralmente da Oscar!! Semplicemente fantastico!!
Film da vedere...
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