Rita Celi
La Repubblica
Tutti sono gentili e carini con i bambini, specialmente se sono malati, dice Gianni, un padre che si trova all'improvviso a dover trattare con un figlio quindicenne affettuoso e allegro, ma con gravi problemi di handicap. Gianni ha il volto spaesato e tenero di Kim Rossi Stuart, protagonista di "Le chiavi di casa" di Gianni Amelio, terzo italiano in concorso, accolto con applausi alle prime proiezioni per la stampa. Come dice il protagonista nel corso del film, è facile commuoversi di fronte ai bambini, ma Andrea Rossi, che interpreta Paolo, il figlio quindicenne, ha convinto con la sua spontanea e aggressiva esuberanza, gioiosamente incosciente dei limiti della sua malattia. "Io porto gli occhiali perché ci vedo doppio. Tu come ci vedi, singolo?" chiede al papà.
Padre e figlio si incontrano su un treno diretto a Berlino, dove Paolo deve affrontare nuove cure. In ospedale Gianni conosce Nicole (Charlotte Rampling), madre di una ragazza le cui condizioni sono più gravi di quelle di suo figlio. Nicole si stupisce di vedere il padre insieme al ragazzo: "E’un lavoro sporco che spetta alle madri. I padri trovano sempre un motivo per evitarli" dice. Nicole si accorge che Gianni è impacciato e impreparato, gli suggerisce di leggere il libro "Nati due volte" di Giuseppe Pontiggia (cui è liberamente ispirato il film, scritto da Amelio con Stefano Rulli e Sandro Petraglia). Ed è lei che offre uno dei momenti più intensi e dolorosi, quando con voce sommessa confida a Gianni cosa vuol dire essere da vent'anni madre di una ragazza malata che non potrà mai guarire.
"Le chiavi di casa" segna il ritorno al cinema di Gianni Amelio (da "Così ridevano" del '98), ed è l'unico dei tre italiani in gara ad aspirare a qualche riconoscimento. Con la sua interpretazione Kim Rossi Stuart entra in lizza per la Coppa Volpi. Andrea Rossi, sedici anni, alla sua prima esperienza di attore, è stato l'unico candidato per interpretare Paolo. Nei giorni scorsi lo sceneggiatore Stefano Rulli ha conquistato gli applausi della Mostra con il suo film "Un silenzio particolare", proposto nella sezione Venezia Digitale, in cui affronta il tema della diversità portando sullo schermo una sorta di diario di famiglia che ruota attorno al figlio Matteo, affetto da un disagio psichico dalla nascita, e al quale il film è dedicato.
Da La Repubblica, 9 settembre 2004
di Rita Celi, 9 settembre 2004