Le chiavi di casa |
||||||||||||||
Un film di Gianni Amelio.
Con Kim Rossi Stuart, Charlotte Rampling, Alla Faerovich, Pierfrancesco Favino, Manuel Katzy, Michael Weiss (II), Ingrid Appenroth, Dimitri Süsin, Thorsten Schwarz, Eric Neumann, Dirk Zippa, Barbara Koster-Chari, Anita Bardeleben, Ralf Schlesener, Andrea Rossi
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 105 min.
- Italia, Francia, Germania 2004.
- 01 Distribution
uscita venerdì 10 settembre 2004.
MYMONETRO
Le chiavi di casa
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Clamoroso passo falso di Gianni Amelio
di DavidFeedback: 0 |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
lunedì 4 aprile 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Le chiavi di casa" è un film incoerente, incontrollato, sfuggito di mano al suo stesso artefice. Regia e recitazione vanno ognuna per conto proprio: l'esemplare asciuttezza dello sguardo, indurita dalla secchezza del montaggio e illividita dalla fotografia plumbea di Luca Bigazzi, contrasta violentemente con la stucchevolezza di una recitazione plateale, vistosa, sguaiata. Il rigore dell'impostazione semidocumentaristica è letteralmente disintegrato dal forte sapore di artificio che abita ogni spaesamento catatonico di Kim Rossi Stuart, ogni severo cipiglio di Charlotte Rampling, ogni battuta imboccata di Andrea Rossi. Per due terzi del film l'impietoso "primopianismo" di Amelio non lascia scampo agli attori, facendo precipitare ogni sequenza in una ricerca di intensità che sbanda, tanto involontariamente quanto inesorabilmente, in un'affettuosità artefatta, in un'emotività posticcia, in un calore affettato. Il sentimento paterno deraglia immancabilmente nel paternalismo e un reale contatto tra i due corpi, per quanto sempre attorcigliati, non si verifica mai, comunicando una sgradevole sensazione di estraneità sul set. Il viaggio in Norvegia respira maggiormente, allargandosi la scala dell'inquadratura e la fotografia di Bigazzi indovinando toni cinerei di grande suggestione atmosferica. Ma il finale, versione riveduta e (s)corretta di quello assai più trattenuto e sassoso de "Il ladro di bambini", getta nuovamente - e definitivamente - sulla pellicola la luce sinistra dell'inautenticità, soltanto in parte riscattata dai titoli di coda, che valgono da soli più di tutte le bobine precedenti. Senz'altro la cosa migliore del film, insieme al suono in presa diretta.
[+] lascia un commento a david »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||