Kill Bill - Volume 2 |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Uma Thurman, Lucy Liu, David Carradine, Daryl Hannah, Michael Madsen.
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Titolo originale Kill Bill - Volume 2.
Azione,
durata 110 min.
- USA 2004.
MYMONETRO
Kill Bill - Volume 2
valutazione media:
4,06
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Kill Billdi Paolo MassaFeedback: 0 |
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domenica 20 novembre 2005 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
A dir poco indescrivibile, questo ultimo capolavoro di quel geniaccio di Quentin Tarantino, vero e proprio funambolo della settima arte. Alle prese con una storia tragica e violenta, il regista del cult “Pulp Fiction” ha cercato di dare sfogo a tutte le sue passioni cinefile, coltivate a lungo all’epoca dell’umile impiego presso una videoteca di Manhattan Beach. E’ lì che ha avuto inizio la ricerca del suo personalissimo modo di “vedere” e “fare” cinema. Già a partire dalla scelta di dividere il film in due parti (Kill Bill – volume1; Kill Bill – volume 2), onde evitare i tagli dei cinici produttori, si intuiva il desiderio di non archiviare nessuna delle scene girate, assemblate con un montaggio da brivido, in memoria di uno dei suoi più amati registi, l’indimenticabile Sergio Leone. Non a caso tutta la pellicola sembra essere un continuo omaggio ai più disparati generi narrativi: dal fumetto alla commedia, dal western al dramma, fino agli splendidi combattimenti a suon di spade, quasi a voler ricordare i balletti, stilisticamente perfetti, dei vecchi musical americani. Anche per questo, Kill Bill – volume 1 è apparso il più originale dei due episodi, se non il migliore: per l’impeccabile intreccio della trama, tra affascinanti flashback, a volte immersi in uno spettrale bianco/nero, altre avvolti nel cromatismo energico dello schermo a colori; per le intense interpretazioni degli attori (si pensi alla “rabbiosa” Uma Thurman; per non parlare dell’ “invisibile” David Carradine, il Bill del titolo; oltre che dell’encomiabile Michael Madsen, vecchia conoscenza dei tarantiniani di lunga data); per concludere con l’immancabile soundtrack, ottima occasione per educare il proprio orecchio alla buona musica. Insomma, sembra quasi che Kill Bill sia solo forma e niente sostanza, come se la storia non avesse la minima rilevanza: beh, a volte può accadere anche questo, a volte i modi di raccontarla, possono essere più importanti della storia da raccontare. Ad alcuni potrebbe apparire assurdo, perfino un difetto: ma, in fin dei conti, non basta raccontare, bisogna anche saperlo fare. Come Quentin!
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