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Non è un mistero che nel 1986, quando Giuseppe Ferrara ha iniziato a pensare a un film sulla vicenda di Roberto Calvi per la parte del protagonista avesse in mente Gian Maria Volontè. Non solo l’ha detto più volte ma l’ha anche annunciato nei titoli di testa con una dedica esplicita per l’attore morto il 6 dicembre 1994 in Grecia sul set del film Lo sguardo di Ulisse di Theo Anghelopulos. Il fatto è la testimonianza di quanto sia stato difficile portare sullo schermo una vicenda che getta uno sguardo inquietante su un pezzo di storia d’Italia e sui suoi segreti. Ci sono voluti quindici anni per trasformare il progetto in realtà. La diffidenza, quando non l’esplicita contrarietà di gran parte dei produttori, non ha fermato la determinazione del regista che solo nel 2001 riesce a realizzare il suo sogno grazie a 4 miliardi e 800 milioni arrivati dal fondo di garanzia e alla difefrenza recuperata dal produttore Enzo Gallo della Sistina Cinematografica con il contributo di Rai Cinema e Tele+ e di Film Commission Piemonte.
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