Fracchia contro Dracula

Questo"Fracchia contro Dracula", del regista fiorentimo Neri Parenti(1985), la cui sceneggiatura e il cui soggetto è dello stesso Villaggio, certo in collaborazione, dimostra la validità di certo tipo di film comico che rielabora in chiave grottesca dei miti, come quello di Dracula(grande la presenza nel castello di Drakul in Transilvania, tra l'altro, un vero fenomeno turistico degli ultimi anni...con massiccia presenza italiana). Migliore forse la parte introduttiva, prima dell'ingresso di Villaggio e Gigi Reder(scomparso pochi anni fa, non saprei esattamente quando), con la scena al cinema, quella nella casa della girl-friend e quella nella  taverna con i tanti fraintendimenti linguistici(italiano e romeno sono due lingue neolatine, ma non per questo molto simili tra loro...)e le relative gags. C'è da dire che la coppia Villaggio_Reder era già rodata dagli anni Settanta con i vari film su Fantozzi, che quindi l'input era migliore già in partenza, ma comunque il tutto funziona bene, anche ovviamente per merito del regista Parenti, intelligente autore comico(anche se mi rifiuto per principio di vedere i suoi cine-panettoni, ma questo è un altro problema, legato all'aspetto produttivo, non tanto realizzativo-artistico, del cinema)che sa dosare la comicità e darle giuste scansioni, certo nella dimensione di fondo del grottesco. Quando poi si entra nel"draculesco", qualche battuta può risultare più scontata, meno incisiva... Per il resto, questo rimane un film divertente, ancora una volta nato da un personaggio tòpico se non archetipico del comico genovese, che segna il top dell'imbranamento e della"sperdutezza"nel mondo. Un esempio di comicità in qualche modo tipico del"villaggismo", quasi un film tagliato su misura(extralarge, volendo...)su Paolo Villaggio, che ne rispetta le manie -fobie che attribuisce al personaggio o forse proietta sullo stesso, come peraltro fa con Fantozzi. La frase"scandalosa"di un premio Nobel per la letteratura di grande risonanza internazionale che rispondeva alla domanda relativa al migliore scrittore italiano, indicando come tale appunto Villaggio, scandlaizzando l'intellettualità made in Iataly, ad iniziare da Alberto pincherle alias Moravia, deve farci riflettere: provocazioni a parte, Villaggio un posto nella cultura italiana, almeno in quella popolare(e forse non solo)se l'è meritato da tempo, mentre c'è chi ostina a considerarlo un"intruso", un"outsider" , uno"fuori da un coro"anche troppo facilmente identificabile e quantificabile. Ora che le sue interpretazioni cinematografiche sono quasi assenti e anche le partecipazioni a programmi TV sono(credo)fortemente ridotte sarebbe il caso di recupeare il Paolo nazionale, il personaggio e interprete che ha rivoluzionato la TV e ha sconcertato chi voleva programmi paludati e in qualche modo omologati come sempiterni, oltre ad aver contribuito a una vera e propria rivoluzione nel campo dello spettacolo e (perché no)anche della scrittura. Che poi Villaggio abbia anche preso qualche"cantonata"è vero; ma succede a tanti/e e comunque questo non è il caso   El  Gato