Africa addio

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Un film di Franco Prosperi, Gualtiero Jacopetti. Documentario, durata 140 min. - Italia 1966. MYMONETRO Africa addio * * * - - valutazione media: 3,22 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Innocenza e decenza addio! Valutazione 1 stelle su cinque

di Dandy


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giovedì 18 ottobre 2012

Dopo aver affinato le tecniche manipolatorie("Mondo Cane2",da cui poi Stelvio massi dirigerà altri inenarrabili epigoni),e confermato in modo inequivocabile la propensione alla misoginia("La donna nel mondo")il duo Jacopetti/Prosperi fiuta un'altro soggetto da incassi stratosferici:l'Africa postcoloniale e tutte le sue bellezze/bruttezze.Come da copione,gli ingredienti sono quelli di sempre.Violenze a iosa su animali(tutte rigorosamente vere e se necessario,scrupolosamente "costruite" al momento),plateali e sontuose messe in scena di fatti narrati(si va da avvenimenti di cronaca precisi a scene di guerriglia per le strade a scenette giornaliere di vita tipica,sia di neri che di bianchi),razzismo che lascerebbe senza fiato anche David W.Griffith(almeno fino ad "Addio zio Tom")più insopportabile quando si cerca a tratti di prendere un punto di vista obbiettivo e di addossare all'occidente le proprie responsabilità.E naturalmente,il solito commentaccio fuori campo(letto da Riccardo Rossi,doppiatore tra gli altri,dello scomparso Leslie Nielsen) dove secondo me,la parola "negro"viene pronunciata più che in "Pulp Fiction",e non a scopo gergale.In questo caso,a fare raccapriccio e schifo non sono(o non dovrebbero essere)solo le immagini più "crude" o la totale mancanza di rispetto per i nativi africani.Ma la sconvolgente maniacalità  e precisione con cui il tutto è messo assieme.Tutt'altro che un'accozzaglia.Qui Jacopetti dimostra una inquietante perizia tecnica nella scelta delle riprese,dei materiali di repertorio,delle inquadrature e talvolta dei primi piani delle comparse(ma in questo caso potrebbe non essere volontaria).Si ricava l'impressione di un uomo portato a fare del proprio perverso lavoro una missione assoluta(come in certi filmati di propaganda nazisti).Un lavoro, seppur in parte fittizio,assai faticoso e frustrante ma portato fin troppo egregiamente a termine,e che ha finito per dare i soliti frutti(marci).Ennesimo successone(e un David di Donatello per giunta!),ma anche tante critiche negative,accuse di inesattezza storica(ad esempio la rivoluzione di Zanzibar),razzismo(meno male) e di apologia al colonialismo.E finalmente,ci si accorse anche che talvolta ciò che si vedeva non era affatto reale(e i registi in seguito confermarono).Rispetto agli esordi,il fascino che si prova è innegabilmente maggiore,allora e in parte,oggi.Gli si può riconoscere una sua logica perversa.Ma perversa resta,così come perverso è l'unico fascino possibile che può derivarne,allora e oggi.Come ho già affermato l'accostamento di certe riprese,la musica del fedele Riz Ortolani danno il via a diverse scene che possono persino catturare e affascinare,ma ciò che l'occhio divorerà voracemente saranno i massacri.Vacche giustiziate dopo essere state menomate alle zampe,scimmie impiccate oramai ridotte a mummie pelose,zebre falciate(bisogna dirlo,le riprese in questo caso sono piuttosto notevoli),gnu,elefanti,ippopotami e altro ancora trucidati a fucilate o dilaniati dalle lance.E poi c'è anche qualche cadavere umano vero.E gente giustiziata in diretta(due persone nella versione che ho visto io,ma mi son sembrate finte).Tutto diritto allo stomaco e al cervello di spettatori deliziati nel sentir stimolare i propri istinti perversi(e tengo a precisare che il sottoscritto non è certo da meno).E per veder gioire gli autori di tutto ciò,alla vista del conto in banca che arriva al cielo.In questo caso leggendo i commenti pro ho riscontrato un'ingenuità sconcertante.Sembra che molti miei precedenti recensori ignorino del tutto che questo è un documentario più fittizio che altro.Ancora una volta sembra che ai più sfugga la più semplice deduzione che si possa fare:Jacopetti corrompeva,fingeva,faceva sterminare,manipolava,ridicolizzava,distorceva e prevaricava per realizzare i suoi lavori.Ma in documentario che tale vuol definirsi,questo non può e non deve essere tollerabile.E ora veniamo al famigerato scandalo dell'esecuzione sospesa per cambiare l'obbiettivo.Rivelato a suo tempo dall'"Espresso",fece conoscere all'Italia la vera natura del regista e la "qualità" della sua realtà.Ma ciò non impedì nè la realizzazione di "Addio zio Tom",nè tantomeno degli altri epigoni che sarebbero apparsi di lì a poco("Africa ama","La magia nuda",ecc....).Come oggi non si ha impedito a Parenti e co di continuare coi cinepanettoni pur sapendo che vengono finanziati con fondi pubblici.La gente li vuole,e bisogna dare sempre alla gente ciò che si vuole.Nel bene e soprattutto nel male.

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