siwon
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giovedì 11 febbraio 2016
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africa addio, ci rivedremo tra 50 anni!
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E’ l’ 11 Febbraio 1966 quando i registi Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi, dopo 3 anni di riprese in Africa, danno alla luce il loro più discusso lungometraggio, Africa addio.
Il mondo inorridisce!
Le immagini impresse sulla pellicola documentano i cambiamenti del continente africano da metà degli anni ’60.
La fine del colonialismo europeo apre una fase di transizione che vede come protagonisti nuovi massacri umani e animali.
Recita la voce narrante di Sergio Rossi: «L’ Europa, il continente che ha tenuto l’Africa a balia, non ce la fa più con questo grosso bambino nero, cresciuto troppo in fretta, […] e così lo abbandona, ancora inquieto e immaturo, proprio nel momento in cui avrebbe tanto bisogno di lei.
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E’ l’ 11 Febbraio 1966 quando i registi Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi, dopo 3 anni di riprese in Africa, danno alla luce il loro più discusso lungometraggio, Africa addio.
Il mondo inorridisce!
Le immagini impresse sulla pellicola documentano i cambiamenti del continente africano da metà degli anni ’60.
La fine del colonialismo europeo apre una fase di transizione che vede come protagonisti nuovi massacri umani e animali.
Recita la voce narrante di Sergio Rossi: «L’ Europa, il continente che ha tenuto l’Africa a balia, non ce la fa più con questo grosso bambino nero, cresciuto troppo in fretta, […] e così lo abbandona, ancora inquieto e immaturo, proprio nel momento in cui avrebbe tanto bisogno di lei.»
In assenza di un governo efficace, a causa delle mutazioni repentine che stavano avvenendo, il territorio africano si trasforma in un'immensa battuta di caccia, dove i bracconieri danno libero sfogo alla loro furia distruttiva. Quello che più disturba in questa pellicola è l'insistita attenzione sulle stragi ai danni di animali, impossibili da controllare, anche per gli organi che cercavano di occuparsi della tutela della fauna.
Contemporaneamente alla mattanza animale, il documentario risulta testimonianza storica, grazie alle proprie sequenze di immagini, della rivoluzione di Zanzibar (vennero massacrati più di 5’000 arabi nel 1964) e della Rivolta Mau-Mau in Kenya (tra il 1952 e il 1960 furono uccisi più di 12’000 indigeni). Le dolci note del compositore Riz Ortolani creano un contrasto efficace mentre scorrono le sanguinose immagini.
Africa addio è un documentario dalla reputazione sporca, venne condannato dalla critica di apologia al colonialismo, di ideologie razziste e neo-fasciste, scatenando non poche indignazioni e accusatorie da parte dei diplomatici africani e dei ministri internazionali. In molti stati europei le proiezioni vennero sospese. Si levarono proteste in Europa e tra gli stati africani contro il documentario.
A parere della critica è il più bieco dei figli nati dalla coppia di registi Jacopetti-Prosperi, altri lo definirono “trionfo del sadismo” oppure lo imputarono di razzismo “occulto e larvale”.
Jacopetti venne pure processato insieme al suo operatore e all’organizzatore generale per concorso in omicidio. Ne uscirono innocenti affermando che in realtà salvarono molte vite umane grazie al loro intervento.
Il critico cinematografico Roger Ebert commenta così: «Africa addio is a brutal, dishonest, racist film. It slanders a continent and at the same time diminishes the human spirit. And it does so to entertain us.» [n.d.t.: “Africa addio è un film brutale, disonesto e razzista. Diffama un continente e svilisce la natura umana. E fa questo per divertirci.”]
A 50 anni dalla sua prima proiezione la pellicola suscita ancora oggi interesse e merita di esser vista con occhi nuovi e avvezzi alle crude immagini di guerre e di morti propinate quotidianamente dai media.
Il film risulta una mostra delle atrocità, documentate sullo stile dei reality-tv moderni e il commento arguto del regista accompagna quelle immagini che ricordano tanto le odierne tragedie tra etnie e minoranze religiose dovute, come per la decolonizzazione africana, da scelte di management politico erronee.
L’opera più ardua e audace del regista-giornalista lucchese e del collega naturalista, entrambi amanti di quell’ Africa selvaggia e incontaminata che fu, si conclude con queste parole:
«La nuova Africa risorgerà lottizzata sulle tombe di qualche bianco, di milioni di negri e su quegli immensi cimiteri che una volta furono le sue riserve di caccia. L'impresa è così moderna e attuale che non è il caso di discuterla sul piano morale. Questo film vuole soltanto dare un addio alla vecchia Africa che muore e affidare alla storia il documento della sua agonia.»
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muttley72
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venerdì 5 luglio 2013
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crudo e sensazionalistico, ma non certo bugiardo
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Vidi questo film documentario molti anni fa ed oggi non lo ricordo bene (ma ho rivisto ora qualche scena da internet), tuttavia ricordo l'impressione complessiva che ho avuto e il senso percepito alla visione. Ho letto le contrastanti opinioni in merito alla pellicola espresse degli utenti di my movies e le critiche del Morandini ed altri critici di mestiere....
Mi sembra di capire che il film (riassumo e "banalizzo" le critiche) sia accusato: 1) di razzismo (verso gli africani 2) di una ricerca "a tutti i costi" di scene forti (al solo scopo di far cassa al botteghino del cinema) 3) di scarsa autenticità (a causa di alcune scene girate..... "a comando" per comodità del regista) 4) di scarsa compassione per gli animali 5) di una lettura anti-storica e falsata della realta storica africana.
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Vidi questo film documentario molti anni fa ed oggi non lo ricordo bene (ma ho rivisto ora qualche scena da internet), tuttavia ricordo l'impressione complessiva che ho avuto e il senso percepito alla visione. Ho letto le contrastanti opinioni in merito alla pellicola espresse degli utenti di my movies e le critiche del Morandini ed altri critici di mestiere....
Mi sembra di capire che il film (riassumo e "banalizzo" le critiche) sia accusato: 1) di razzismo (verso gli africani 2) di una ricerca "a tutti i costi" di scene forti (al solo scopo di far cassa al botteghino del cinema) 3) di scarsa autenticità (a causa di alcune scene girate..... "a comando" per comodità del regista) 4) di scarsa compassione per gli animali 5) di una lettura anti-storica e falsata della realta storica africana.
Il film-documentario del duo Prosperi-Jacopetti mostra alcune scene (tutte volutamente crude e violente) della realtà africana degli anni '60, allo scopo (dichiarato) di denunciare l'anarchia e la scarsa "maturità" del continente africano (cioè degli africani) dopo l'abbandono di esso da parte delle Nazioni europee (con la fine del colonialismo...). La voce narrante fuori campo, descrive tutte le scene con un tono narrativo "deciso", dando una lettura-spiegazione delle immagini. Non posso escludere che alcune scene siano poco "genuine" (non perchè false, in quanto in Africa avvenivano per davvero quelle cose, ma perchè magari furono girate "a comando" davanti alla cinepresa). Sicuramente il film è "sensazionalistico" (nel senso che ricerca appositamente le scene più "scabrose" e le mostra senza censure, cosa che NON vuol dire però che sia un film falso). Parimenti non so se la "lettura" che la voce narrante da delle immagini sia di parte o meno. So solo che a distanza di circa 40-50 anni dal film l'Africa è ancora ben lontana dall'esser giunta (complessivamente e salvo rare eccezioni positive) ad una condizione decente dal punto di vista dei diritti o di auto-sufficienza economica. L'immaturità tribale e l'arretratezza complessiva dei locali è ormai un fatto storico stra-confermato (vedi Sudafrica con "razzismo alla rovescia" e caos anche dopo la fine dell'aparteid, vedi le lotte tra somali ed eritrei e gli stessi clan somali (tra loro), vedi le presunte "primavere arabe" (con deposizione di presidenti magari pessimi o non filo-occidentali, ma eletti democraticamente, come in Egitto), vedi il Ruanda (con genocidio tra neri), ecc, ecc ,ecc. Che di questi tristi eventi-fatti siano corresponsabili (in piccola o in gran parte) anche gli Stati del "mondo occidentale" è palese e lo stesso può dirsi sulla permanenza di interessi politico-economico-commerciali di tali Stati sul continente africano..... ma questo non può cambiare il giudizio negativo complessivo sulla maturità dei locali....dando quindi ragione al duo Prospero-Jacopetti. Il ducumentario "Africa addio" da una lettura antitetica a qualla "buonista" per cui l'Africa è così com'è SOLO per colpa nostra... per cui dovremmo fare ammenda di ciò per sempre. Per una buona parte la colpa e l'immaturità è (anche) degli africani...e dirlo non è razzismo
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dandy
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giovedì 18 ottobre 2012
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innocenza e decenza addio!
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Dopo aver affinato le tecniche manipolatorie("Mondo Cane2",da cui poi Stelvio massi dirigerà altri inenarrabili epigoni),e confermato in modo inequivocabile la propensione alla misoginia("La donna nel mondo")il duo Jacopetti/Prosperi fiuta un'altro soggetto da incassi stratosferici:l'Africa postcoloniale e tutte le sue bellezze/bruttezze.Come da copione,gli ingredienti sono quelli di sempre.Violenze a iosa su animali(tutte rigorosamente vere e se necessario,scrupolosamente "costruite" al momento),plateali e sontuose messe in scena di fatti narrati(si va da avvenimenti di cronaca precisi a scene di guerriglia per le strade a scenette giornaliere di vita tipica,sia di neri che di bianchi),razzismo che lascerebbe senza fiato anche David W.
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Dopo aver affinato le tecniche manipolatorie("Mondo Cane2",da cui poi Stelvio massi dirigerà altri inenarrabili epigoni),e confermato in modo inequivocabile la propensione alla misoginia("La donna nel mondo")il duo Jacopetti/Prosperi fiuta un'altro soggetto da incassi stratosferici:l'Africa postcoloniale e tutte le sue bellezze/bruttezze.Come da copione,gli ingredienti sono quelli di sempre.Violenze a iosa su animali(tutte rigorosamente vere e se necessario,scrupolosamente "costruite" al momento),plateali e sontuose messe in scena di fatti narrati(si va da avvenimenti di cronaca precisi a scene di guerriglia per le strade a scenette giornaliere di vita tipica,sia di neri che di bianchi),razzismo che lascerebbe senza fiato anche David W.Griffith(almeno fino ad "Addio zio Tom")più insopportabile quando si cerca a tratti di prendere un punto di vista obbiettivo e di addossare all'occidente le proprie responsabilità.E naturalmente,il solito commentaccio fuori campo(letto da Riccardo Rossi,doppiatore tra gli altri,dello scomparso Leslie Nielsen) dove secondo me,la parola "negro"viene pronunciata più che in "Pulp Fiction",e non a scopo gergale.In questo caso,a fare raccapriccio e schifo non sono(o non dovrebbero essere)solo le immagini più "crude" o la totale mancanza di rispetto per i nativi africani.Ma la sconvolgente maniacalità e precisione con cui il tutto è messo assieme.Tutt'altro che un'accozzaglia.Qui Jacopetti dimostra una inquietante perizia tecnica nella scelta delle riprese,dei materiali di repertorio,delle inquadrature e talvolta dei primi piani delle comparse(ma in questo caso potrebbe non essere volontaria).Si ricava l'impressione di un uomo portato a fare del proprio perverso lavoro una missione assoluta(come in certi filmati di propaganda nazisti).Un lavoro, seppur in parte fittizio,assai faticoso e frustrante ma portato fin troppo egregiamente a termine,e che ha finito per dare i soliti frutti(marci).Ennesimo successone(e un David di Donatello per giunta!),ma anche tante critiche negative,accuse di inesattezza storica(ad esempio la rivoluzione di Zanzibar),razzismo(meno male) e di apologia al colonialismo.E finalmente,ci si accorse anche che talvolta ciò che si vedeva non era affatto reale(e i registi in seguito confermarono).Rispetto agli esordi,il fascino che si prova è innegabilmente maggiore,allora e in parte,oggi.Gli si può riconoscere una sua logica perversa.Ma perversa resta,così come perverso è l'unico fascino possibile che può derivarne,allora e oggi.Come ho già affermato l'accostamento di certe riprese,la musica del fedele Riz Ortolani danno il via a diverse scene che possono persino catturare e affascinare,ma ciò che l'occhio divorerà voracemente saranno i massacri.Vacche giustiziate dopo essere state menomate alle zampe,scimmie impiccate oramai ridotte a mummie pelose,zebre falciate(bisogna dirlo,le riprese in questo caso sono piuttosto notevoli),gnu,elefanti,ippopotami e altro ancora trucidati a fucilate o dilaniati dalle lance.E poi c'è anche qualche cadavere umano vero.E gente giustiziata in diretta(due persone nella versione che ho visto io,ma mi son sembrate finte).Tutto diritto allo stomaco e al cervello di spettatori deliziati nel sentir stimolare i propri istinti perversi(e tengo a precisare che il sottoscritto non è certo da meno).E per veder gioire gli autori di tutto ciò,alla vista del conto in banca che arriva al cielo.In questo caso leggendo i commenti pro ho riscontrato un'ingenuità sconcertante.Sembra che molti miei precedenti recensori ignorino del tutto che questo è un documentario più fittizio che altro.Ancora una volta sembra che ai più sfugga la più semplice deduzione che si possa fare:Jacopetti corrompeva,fingeva,faceva sterminare,manipolava,ridicolizzava,distorceva e prevaricava per realizzare i suoi lavori.Ma in documentario che tale vuol definirsi,questo non può e non deve essere tollerabile.E ora veniamo al famigerato scandalo dell'esecuzione sospesa per cambiare l'obbiettivo.Rivelato a suo tempo dall'"Espresso",fece conoscere all'Italia la vera natura del regista e la "qualità" della sua realtà.Ma ciò non impedì nè la realizzazione di "Addio zio Tom",nè tantomeno degli altri epigoni che sarebbero apparsi di lì a poco("Africa ama","La magia nuda",ecc....).Come oggi non si ha impedito a Parenti e co di continuare coi cinepanettoni pur sapendo che vengono finanziati con fondi pubblici.La gente li vuole,e bisogna dare sempre alla gente ciò che si vuole.Nel bene e soprattutto nel male.
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pisciulino
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domenica 23 ottobre 2011
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un dibattito in seno all'occidente
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Deve essere un bambinone questo Gualtiero Jacopetti, un bel ragazzo che faceva la corte a tutte le donne che vedeva (su di lui si ispirò Fellini per il protagonista de "La dolce vita"), autore assai discusso assieme all'amico Franco Prosperi di una serie di documentari. Due fotografi che con lo stile dei cinegiornali in voga negli anni '50 e '60 hanno costruito dei film che hanno avuto molto successo e molta critica, da parte di chi li ha accusati di un modo di fare spettacolo con la ricerca di ogni realtà alterata, al servizio di una tesi reazionaria. Questo particolarmente per film come "Africa addio", dove è esplicito il rammarico per la fine dell'era coloniale.
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Deve essere un bambinone questo Gualtiero Jacopetti, un bel ragazzo che faceva la corte a tutte le donne che vedeva (su di lui si ispirò Fellini per il protagonista de "La dolce vita"), autore assai discusso assieme all'amico Franco Prosperi di una serie di documentari. Due fotografi che con lo stile dei cinegiornali in voga negli anni '50 e '60 hanno costruito dei film che hanno avuto molto successo e molta critica, da parte di chi li ha accusati di un modo di fare spettacolo con la ricerca di ogni realtà alterata, al servizio di una tesi reazionaria. Questo particolarmente per film come "Africa addio", dove è esplicito il rammarico per la fine dell'era coloniale. Il film è stato accusato di manipolare la realtà e di razzismo. Ma se si esce dalle polemiche italiane, si vede un buon giudizio della critica di tutto il mondo, che rileva il talento visionario e la sagacia spettacolare. Una spudorata difesa della civiltà occidentale più conservatrice e della sua cultura.
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giofredo'
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martedì 20 aprile 2010
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africa addio , io ci ritorno su'
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Non rivendico una certa dimestichezza con questo genere, per quanto mi ha sempre affascinato;tuttavia , uno dei pochi pellicole , che ebbi l'oppurunita' di vedere e rivedere sfortunanatamnete non nelle sua interiezzza , e' stato :"africa addio".
Film/documentario tanto crudo e violento quanto reale, in cui attraverso una narrazione malinconica di una voce fuori campo , si racconta senza lasciare nulla a caso, gli aspetti piu' terrificanti di un Africa deturpata dai vari eventi storici, molto che piu' spesso lacerata da intrusioni di faccendieri di un opprtunismo estremo .
Jacopetti e tutta la sua trouppe, e riuscito, senza ulteriori escamatoge, a fotografare, quelli che sono stati gli aspetti e gli eventi piu nefasti e abominevoli, che la nutura umana potesse compiere, senza per questo camuffare, ho nascondere, ma contemporeanemente anche a demarcare indissolubilmente le tragedie che periodicamente si perpetuavano nella popolazione africana con la varie ostilita' o diatrabie che era parte integrante di un Africa constantamente in lotta tra loro.
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Non rivendico una certa dimestichezza con questo genere, per quanto mi ha sempre affascinato;tuttavia , uno dei pochi pellicole , che ebbi l'oppurunita' di vedere e rivedere sfortunanatamnete non nelle sua interiezzza , e' stato :"africa addio".
Film/documentario tanto crudo e violento quanto reale, in cui attraverso una narrazione malinconica di una voce fuori campo , si racconta senza lasciare nulla a caso, gli aspetti piu' terrificanti di un Africa deturpata dai vari eventi storici, molto che piu' spesso lacerata da intrusioni di faccendieri di un opprtunismo estremo .
Jacopetti e tutta la sua trouppe, e riuscito, senza ulteriori escamatoge, a fotografare, quelli che sono stati gli aspetti e gli eventi piu nefasti e abominevoli, che la nutura umana potesse compiere, senza per questo camuffare, ho nascondere, ma contemporeanemente anche a demarcare indissolubilmente le tragedie che periodicamente si perpetuavano nella popolazione africana con la varie ostilita' o diatrabie che era parte integrante di un Africa constantamente in lotta tra loro.
A questo, si aggiungeva la presenza di affaristi, che sotto la ferma egida del colonialismo e imperialismo non hanno fatto altro durante gli anni successivi, di aggravare notevolmente il processo di disgregazione di questo continante, che oltre ad avere il predominio, spesso dul potere politico,depredavano in tutto e per tutto le ricchezze, fino a fare dell'africa... l'ultimo dei continenti.
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giofredo'
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mercoledì 18 novembre 2009
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che ci sei andato a fare nel continente nero?
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Non sovente mi capita di rivedere questa triologia in televisione, nonostante l'ultimo dei tre film, inesorabilmente ha incominciato a perdere colpi, segno che oramai il tema,e , dietro ad asso,l'africa,da tutte le viccende nude e crude in cui e' stata oggetto sotto l'egida del colonialismo/imperialismo o di altre guerre interne tra tribu' locali non possedeva niente da cui oramai potergli "estirpare" (ma e' vero?).
Che il documentario/film sia stato prodotto da dati storici, non ho niente da recriminare;che si sia visto piu' di quello che avresti potuto aspettare, molto piu' dei soliti films di orrore, idem, e che infine, sia stato un piccolo capolavoro, nonostante, e io in primis, ritengo di non conoscere la varie vicende storiche, di questo continente, continuo ad accreditare a questo,ripeto, capolavoro, una sua vera valenza mediatica, storica ed artistica.
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Non sovente mi capita di rivedere questa triologia in televisione, nonostante l'ultimo dei tre film, inesorabilmente ha incominciato a perdere colpi, segno che oramai il tema,e , dietro ad asso,l'africa,da tutte le viccende nude e crude in cui e' stata oggetto sotto l'egida del colonialismo/imperialismo o di altre guerre interne tra tribu' locali non possedeva niente da cui oramai potergli "estirpare" (ma e' vero?).
Che il documentario/film sia stato prodotto da dati storici, non ho niente da recriminare;che si sia visto piu' di quello che avresti potuto aspettare, molto piu' dei soliti films di orrore, idem, e che infine, sia stato un piccolo capolavoro, nonostante, e io in primis, ritengo di non conoscere la varie vicende storiche, di questo continente, continuo ad accreditare a questo,ripeto, capolavoro, una sua vera valenza mediatica, storica ed artistica.Bravi i registi.
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(di giofredo')
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rutilio
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lunedì 11 maggio 2009
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e' un pilastro
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Rivisto dopo tanti,tanti anni,mantiene tutto il fascino,la poesia,la crudezza delle immagini .
Quello che sconvolge è che le stragi in Africa sono ancora attuali,come è attuale il modo di interpretarle o disconoscerle.
Dovrebbe essere studiato nelle scuole come esempio di scelte sbagliate ,di occasioni infrante e di realtà sottaciute.
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r
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domenica 22 febbraio 2009
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bellissimo
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hipsterical
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giovedì 20 novembre 2008
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grandissimo classico del razzismo
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Questo film si conclude dicendo che esso sarebbe "nato senza pregiudizi" e che "non vuole e non ha voluto crearne di nuovi" .
Ebbene se è nato senza pregiudizi certo se ne è fatti venire tanti, e alla svelta, da subito visto che esordisce con la più assurda e clamorosa autoassoluzione dal colonialismo mai vista. Secondo i due genii autori di questo film l'europa avrebbe dato all'africa (un "bambinone nero cresciuto troppo in fretta che frequenta i cattivi maestri" cioè l'URSS per chi non l'avesse capito) PIÙ DI QUANTO ABBIA PRESO. L'affermazione è a dire nulla da schiaffi e fa il pari con quella di chi nega la Shoah e pare dimenticare schiavismo, guerre coloniali, oppressione e sfruttamento sistematico degli uomini e del paese e chi più ne ha più ne metta.
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Questo film si conclude dicendo che esso sarebbe "nato senza pregiudizi" e che "non vuole e non ha voluto crearne di nuovi" .
Ebbene se è nato senza pregiudizi certo se ne è fatti venire tanti, e alla svelta, da subito visto che esordisce con la più assurda e clamorosa autoassoluzione dal colonialismo mai vista. Secondo i due genii autori di questo film l'europa avrebbe dato all'africa (un "bambinone nero cresciuto troppo in fretta che frequenta i cattivi maestri" cioè l'URSS per chi non l'avesse capito) PIÙ DI QUANTO ABBIA PRESO. L'affermazione è a dire nulla da schiaffi e fa il pari con quella di chi nega la Shoah e pare dimenticare schiavismo, guerre coloniali, oppressione e sfruttamento sistematico degli uomini e del paese e chi più ne ha più ne metta.
Quanto ai pregiudizi sarà vero che non ne inventa di nuovi ma di certo dà fondo a tutti quelli esistenti sui neri. Caspita, non manca neppure la storia del "senso del ritmo" innato, mancherebbe solo il panegirico dell'enorme membro virile e poi c'è tutto (a chi mancasse, si vada a vedere "nudo e Crudele").
La storia africana recente viene completamente e sistematicamente piegata all'esigenza di assolvere l'uomo bianco e fare figuracce a quello nero, immancabilmente ripreso mentre fa qualcosa alternativamente di stupido crudele o ripugnante, e mescolanze delle tre cose in un contesto narrativo tutto teso a creare nello spettatore risposte emotive di disapprovazione e repulsione.
Sarà anche vero che la troupe del film ha rischiato di essere passata per le armi in occasione di una rivolta in tanganica (se non ricordo male) ma questo non esime un documentarista da tendere verso la verità.
Jacopetti e Prosperi scoprono così che anche l'uomo nero può essere cattivo e crudele e non glielo perdonano. Poi passano in rassegna una sordida brigata di mercenari evidentemente pazzi e depravati esaltandoli oltre ogni decenza come figure romantiche ed eroiche che vanno in giro facendo collezione di teste umane mezze putrefatte.
Di seguito consideriamo l'accusa di aver cinicamente manipolato la realtà a fini spettacolaristici, in particolare con riferimento alle esecuzioni filmate. Senza entrare nel merito non credo che questa sia una colpa a loro imputabile e ritengo risibili le accuse di quanti trovano immorale chiedere di sospendere una esecuzione per filmarla. No signori. Un doumentarista vive per documentare e a meno che non si metta daccordo con qualcuno per falsificare la realtà, fa solo il suo dovere. Il vero delitto di cui questi due ipocriti sciovinisti si sono macchiati è di avere messo in giro un film che in due ore e passa di "spettacolo" ti inocula sapientemente l'odio per l'uomo nero ad ogni minuto di proiezione, non di aver provocato o preso parte a delle esecuzioni, accusa che mi pare incredibile.
Alla disperata ricerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte dimostrando così la loro imparzialità (!) J.& P. ogni tanto si ricordano di dare qualche ragione ai neri, si accorgono così dello sfruttamento e dell'apartheid in Sud Africa , ed ammettono che la terra che i farmer bianchi possedevano dopo averla rubata ai Kikuyu era "FORSE troppa per pochi" mentre una volta che i colonialisti sono stati cacciati a calci nei denti come meritavano diventa secondo questi due figuri "POCA per troppi (poca o tanta è roba loro e hanno il diritto di farne quel che vogliono).
Per concludere, è un film che non merita censura (sempre sbagliata) ma solo disapprovazione e risposte critiche.
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[+] very very radical schic
(di rutilio)
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[+] nere anime marce
(di sonofabeach)
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lidia
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mercoledì 18 giugno 2008
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da vedere!
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Ce ne fossero di documentari/film come questo, sui passati e presenti stermini di razze, umane e non umane! Ci aiuterebbero a capire certe realtà, troppo relegate in angoli della mente umana, troppo terribili per apparire reali.
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