Mario Gromo
La Stampa
Già nel 1923 il nostro cinema affrontò la vicenda dei Foscari, regista Mario Almirante, con Alberto Collo, Amleto Novelli e Ninì Dinelli. Il soggetto che da quella vicenda si può trarre ha in sé tutte le risorse del drammone: basta parafrasare o variare i dati storici, qua e là abbastanza oscuri; il che, per i soggettisti, è quasi un vantaggio, certo un invito alla cosiddetta fantasia. La rivalità esistente tra i Foscari e i Loredano, l'assunzione al dogato di Francesco Foscari, la sua audace e sovente malcompresa politica d'espansione in terraferma, l'ostilità crescente del Consiglio dei dieci (istigata dal Loredano) che doveva giungere a deporre il vecchio Doge; e ancora la dolorosa odissea da lui vissuta per essere stato replicatamente accusato da suo figlio Jacopo d'intelligenza con il nemico, con ogni volta un appassionante processo e una :non lieve condanna: tutto ciò è stato liberamente elaborato dal Fulchignoni, dall'Antonioni e dal Doletti in una sceneggiatura che non trascura certo i suoi effetti pur di comporre uno spettacolone denso e con frequenti colpi di scena. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (2115 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 23 dicembre 1942
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