Titolo originale | Manaslu - Berg Der Seelen |
Anno | 2018 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Austria |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Gerald Salmina |
Attori | Hans Kammerlander, Reinhold Messner, Werner Herzog, Michael Kuglitsch, Dominik Maringer Robin Oberhollenzer, Leo Seppi, Simon Gietl, Christian Bianco, Marco Boriero, Sarah Born (II), Verena Buratti, Benno Steinegger, Stephanie Cannon (II), Hans Kammerlander, Neil McGarry, Martin Senoner. |
Uscita | martedì 14 gennaio 2020 |
Distribuzione | Mescalito Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,88 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 novembre 2021
Il ritratto della vita di Hans Kammerlander, uno dei più grandi scalatori del nostro tempo. In Italia al Box Office Manaslu - La montagna delle anime ha incassato 71,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Scalatore, guida alpina, maestro di sci, Hans Kammerlander, nato a Campo Tures (Bolzano) nel 1956, è un recordman di scalate su cime oltre gli ottomila metri. Nel 1984, con Reinhold Messner che lo vuole come compagno, compie l'impresa di due di seguito, il Gasherbrum I e II, nel giro di una settimana. Nel 1996 raggiunge la cima dell'Everest senza maschera d'ossigeno e ne discende in sci, detenendo un primato tuttora imbattuto che gli porta successo e fama mondiali. Temperato dalla fatica fisica appresa da bambino nel maso dei genitori, innamorato della montagna dall'età di 8 anni, non ha mai smesso di porsi obiettivi sempre più difficili ("Gli obiettivi sono più importanti dei ricordi" è uno dei suoi motti).
L'unica spedizione che segnato negativamente il curriculum di Kammerlander, ma prima di tutto la sua vita personale, è stata quella del 1991 sul Manaslu, in Pakistan, quando ha perso in tragiche circostanze gli amici e colleghi di scalata, ben più prudenti di lui, Karl Grossrubatscher e Friedl Mutschlechner.
Una ferita che lo accompagna (insieme a quella di un incidente provocato per ubriachezza alla guida) e che vorrebbe non superare ma in un certo modo onorare, chiudendo un ciclo e tornando a salire proprio quel monte pieno di pericoli.
È una produzione ricca e altisonante a restituire le gesta ineguagliate e le debolezze di uno sportivo della montagna. Manaslu - La montagna delle anime si presenta come uno spericolato mix di ricostruzione fiction (a partire da quando Hans è bambino e poi giovane guida alpina sui pascoli sudtirolesi), materiale d'archivio, privato e giornalistico, un incontro recente con il regista Werner Herzog curioso - ovviamente - dei suoi limiti umani, alcuni inserti di monaci buddisti che lavorano pazientemente a un mandala di sabbia, momenti in cui Kammerlander - in studio di registrazione - incide la sua voce come filo narrativo della propria storia. Il tutto mantenendo come linea guida la drammatizzazione delle sue temerarie imprese sportive, reinterpretate in età adulta da Michael Kuglitsch (e a 8 anni e da 20 a 30 alternativamente da Leo Seppi e Simon Gietl).
Uno sforzo produttivo non indifferente per un'altisonante biografia sportiva che rimette in scena il proprio oggetto affiancando di continuo le immagini e le parole del suo alter ego a quelle coeve del protagonista stesso.
Come quella di tanti colleghi più o meno celebri, anche la vita dell'alpinista Hans Kammerlander è tutta scandita da un'incessante dialettica di trionfi e ferite, di nobili slanci e di pulsioni oscure. Nel curriculum dell'altoatesino figurano diversi primati (12 ottomila senza ossigeno, la discesa dall'Everest e dal Nanga Parbat con gli sci) e altrettante tragedie (la morte di due compagni sul Manaslu, [...] Vai alla recensione »