Anno | 2010 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Regia di | John Gray |
Attori | Karen Allen, Zachary Booth, Michael Drayer, Frosty Lawson . |
MYmonetro | Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 6 dicembre 2010
CONSIGLIATO NÌ
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Nella Brooklyn degli anni '70 c'è poco spazio per un ragazzo creativo come Brian, le cui ambizioni sono stritolate dal rapporto difficile con un padre violento e quello anche più travagliato con il fratello maggiore, dedito al furto con scasso. Ma un evento impensabile, la venuta dei Rolling Stones nel quartiere per un concerto, sembra destinato a cambiare il corso degli eventi.
La carriera di John Gray, fin qui dedito a un mesto anonimato, si trova con White Irish Drinkers di fronte a un bivio importante, quello che divide il riscatto dalla disfatta. È forse questo snodo esistenziale (velatamente autobiografico?) a infondere alla vicenda di Brian - ragazzo sensibile e creativo prigioniero della grettezza di una Brooklyn senza speranze né prospettive - quel pathos che è insieme punto di forza ed elemento limitante dell'opera.
Sullo sfondo i Rolling Stones (e un'impossibile via di fuga dalla porta principale per il protagonista) e in primo piano una quotidianità che opprime tutto e tutti, ma soprattutto chi sente l'urgenza di esprimere qualcosa che vada al di là delle bevute con gli amici o dei furtarelli di strada. Tematiche fondamentali per ogni racconto di formazione che si rispetti, di cui Gray si avvale con mano sicura negli intenti ma sovente grezza nei modi: i cliché si susseguono almeno quanto le reiterazioni di una sceneggiatura fragile e prolissa, desiderosa di veicolare una manciata di messaggi ma incapace di costruire attorno ad essi una vicenda all'altezza.
Dove White Irish Drinkers ritrova nerbo è affidandosi anima e corpo a un cast ben assortito: una rediviva Karen "Marion Ravenwood" Allen nei panni della madre premurosa ma subalterna e l'infallibile Stephen Lang in quelli del padre alcolizzato regalano spizzichi di eccellente kammerspiel e costituiscono l'ossatura poderosa di un racconto altrimenti esile.
Due fratelli legati fin da piccoli. Il maggiore che protegge il minore. Un padre violento. Una madre che sopporta. Una famiglia irlandese nella cornice di Brooklin: la storia di due fratelli. Uno che non ha paura di buttarsi nella delinquenza per meritarsi quel mondo migliore che non ha mai avuto; l'altro, introverso, che riesce a far sfociare il proprio disagio, identico a quello del fratello, [...] Vai alla recensione »
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