Little Baby Jesus of Flandr

Suskewiet, Pitje Vogel e Schrobberbeeck sono tre poveracci che si mettono in Marcia la vigilia di Natale con l'idea di fare qualche soldo cantando canti natalizi. Raccolgono piu' denaro di quanto non pensassero. Cammin facendo pero' si inoltrano nel bosco e assistono stupefatti alla nascita di Gesu'. Commossi da questo evento donano tutto la neonato divino. L'anno successivo decidono di rifare l'esperienza ma non riescono ad accordarsi sull'uso da fare dei loro guadagni. Il litigio li separa. Gust Van Den Berghe ha deciso di portare sullo schermo l'opera di Felix Timmermans, autore di un Trittico Natalizio datato 1925 e molto popolare nelle Fiandre e in tutti i Paesi Bassi. Lo ha fatto grazie alla collaborazione di un gruppo di attori affetti dalla Sindrome di Down i quali offrono alla macchina da presa la loro disperata innocenza. Ripreso in un rigoroso bianco e nero (fatta eccezione per una sequenza, forse superflua, a colori) il percorso attraverso tre Natali di questa umanita' bisognosa di un Dio che ne accolga la fede intrisa di sofferenza risulta decisamente originale ed efficace. Lo spazio desolato e misterioso al contempo che la macchina da presa percorre nella lunga sequenza iniziale mostrera' progressivamente la sua marginalita' rispetto a una sedicente civilta' contraddistinta dal dominio delle fabbriche. Come nel "Gigante egoista" di Wilde Gesu' Bambino tornera' per portare con se' qualcuno mentre qualcun altro dovra' portare ancora con se il fardello di una solitudine contrassegnata da una stella su cui e' incollato un crocifisso. 