Anno | 2007 |
Genere | Drammatico |
Durata | 400 minuti |
Regia di | Robert Dornhelm |
Attori | Clémence Poésy, Alexander Beyer, Alessio Boni, Malcolm McDowell, Andrea Giordana Brenda Blethyn, Violante Placido, Toni Bertorelli, Hannelore Elsner, Benjamin Sadler, Pilar Abella, Ken Duken, Hary Prinz, Vladimir Ilin, Dmitri Isayev. |
Tag | Da vedere 2007 |
MYmonetro | 3,11 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 14 giugno 2009
In tempo di guerra e in tempo di pace si compie il destino dei Rostov: dei loro figli sui campi di battaglia e della loro Natasha, figlia adorata e promessa sposa al nobile Andrej Bolkonskj.
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo la vittoria francese ad Austerlitz e un periodo di pace apparente concordato da Napoleone con lo Zar di Russia, l'esercito di Bonaparte torna a marciare in direzione di Mosca travolgendo la vita dei suoi cittadini e della sua ricca aristocrazia terriera. In tempo di guerra e in tempo di pace si compie il destino dei Rostov: dei loro figli sui campi di battaglia e della loro Natasha, figlia adorata e promessa sposa al nobile Andrej Bolkonskj.
Il cinema non è nuovo a rievocare e a sfruttare spettacolarmente episodi storici remoti impressi nella memoria popolare. La possibilità della settima arte di visualizzare la scena storica con realismo superiore a quello del romanzo trasposto era un'attrazione irresistibile per il cinema primitivo e persiste come malia fascinosa in quello contemporaneo.
Il romanzo storico, che il romanticismo europeo aveva imposto come uno dei generi di maggior fortuna popolare alla nascente industria culturale, cerca e trova nella versione televisiva di Robert Dornhelm una propria e matura dimensione originale. La monumentale trasposizione dell'opera letteraria di Lev Tolstoj, "Guerra e pace", diventa una riserva inesauribile di avventure romantiche ed epiche, che al di là dei preziosismi calligrafici, freme di risonanze emotive. Co-produzione europea che comprende anche la (inizialmente) ritrosa Russia, Guerra e pace è una serie televisiva in quattro puntate che scorre sette anni di storia bellica e romantica (1805-1812), di vicende umane e amorose dell'aristocrazia moscovita e di quella pietroburghese.
Una vicenda "kolossale" di passioni e tradimenti impostata sul registro del melodramma e interpretata da un cast squisitamente europeo, che confronta gli stili nazionali di recitazione. La scuola britannica di Malcom McDowell e Brenda Blethyn mantiene inalterato il connotato originario, che colora di ironia morbida e crudele, di ambiguità anglosassone e controllo emotivo, il carattere russo dei rispettivi personaggi. Quella tedesca di Alexander Beyer e Ken Duken, essenziale e limpida è lontana dall'impeto allucinato espressionista e interpreta l'abbandono tutto romantico di un intellettuale e un soldato incantatore. L'identità francese ha il volto inquieto e il gesto febbrile di Clémence Poésy, l'aggraziata Fleur Delacour di Harry Potter e il calice di fuoco, portatrice sana e incantevole di una grande tradizione attoriale, capace di eliminare la distinzione fra finzione e realtà. Infine quella nazionale, ragguardevole per partecipazione e impegno profuso, più affine ai canoni imposti dalla recitazione televisiva, priva della scintilla anarchica di McDowell e più prevedibile e impermeabile alle sfumature dei personaggi interpretati dai corpi maschili di Alessio Boni, Andrea Giordana e Toni Bertorelli, e da quelli femminili di Violante Placido e Valentina Cervi.
Se nelle prime due puntante il riferimento storico viene filtrato attraverso la soggettività del personaggio, nelle ultime due (meno efficaci e organiche) la formulazione del giudizio storico e dell'interpretazione politica viene oggettivata dalle scenografie. La loro monumentale ricostruzione coglie l'individualità della morte che interrompe il funereo imperversare della battaglia. La scelta stilistica di privilegiare i dati comportamentali e i tratti rituali della gestualità dei personaggi nella società, ha sacrificato l'autorità tolstoiana e la riflessione filosofica sul senso del vivere, sulla capacità di costruirsi il proprio destino e dargli un significato una volta determinato dagli eventi. A restare intatto è piuttosto il senso didattico, l'intento morale e pedagogico di un'opera (e non un prodotto) televisiva destinata al "popolo". Si intenda popolare, come pregio e valore.
E' la migliore realizzazione filmica di "Guerra e pace", sia come ambientazione e paesaggi che come interpretazione, in particolare quelle di Alessio Boni e Clemence Poesy. Le scene sono molto fedeli alla descrizione di Tolstoj, c'è estrema meticolosità e cura dei particolari, che però non compromette la realizzazione d'insieme del film, né impedisce [...] Vai alla recensione »
E' un film suggestivo,il piu' grande Alessio Boni,un'attore completo affascinante che lascia un'impronta indelebile,nella mia anima.