| Anno | 2025 |
| Genere | Documentario, |
| Durata | 71 minuti |
| Regia di | Massimiliano Fumagalli |
| Uscita | martedì 21 ottobre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Mescalito Film |
| MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 ottobre 2025
Un viaggio universale nei grandi interrogativi dell'esistenza: la libertà, la sofferenza, il senso della vita e della morte. In Italia al Box Office Lasciatemi morire ridendo ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 7,2 mila euro e 492 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Stefano Gheller, affetto sin dall'adolescenza da una particolare e grave forma di distrofia muscolare progressiva, è stato il secondo italiano ad ottenere per vie legali l'autorizzazione al suicidio assistito in Italia. Il documentario ci mostra la quotidianità di vita, narrando anche il suo legame con la sorella affetta dallo stesso morbo, anche se ancora in una fase anteriore.
Un documento importante che merita la visione anche (e forse soprattutto) da parte di chi è contrario a consentire l'accesso alla procedura.
Su temi etici scottanti e inevitabilmente divisivi ci sono documentari che sono finalizzati fondamentalmente alla propaganda, ottenendo il risultato di convincere i già convinti e di radicalizzare ulteriormente i contrari. Il pregio particolare di questo lavoro di Massimiliano Fumagalli consiste nel fatto che Gheller ha chiesto e ottenuto l'autorizzazione al suicidio assistito ma poi non se ne è avvalso.
Questo è l'elemento che emerge dalla narrazione e che rende questo documentario un'occasione di confronto sul tema. L'autorizzazione è divenuta una garanzia di via d'uscita nel momento in cui, ciò che già era difficilmente sopportabile da chiunque sia in grado di intendere e di volere (al di là delle convinzioni etiche o religiose) avesse superato ogni limite di seppur faticosissima accettabilità.
Veniamo così accompagnati a conoscere un essere umano che da decenni si trova in una condizione progressivamente sempre più limitante in maniera irreversibile. Conosciamo la sua quotidianità e la vita e le riflessioni di chi gli è parente o amico.
A questo si aggiunge la testimonianza della sorella che ha di fronte a sé lo stesso destino e nei confronti della quale Stefano prova un grande senso di responsabilità sentendosi al contempo sostenuto e portatore di sostegno. La domanda che una delle intervenute si pone è quella che ognuno, vedendo, finisce con il porsi: quale decisione prenderei se fossi su quella poltrona, con quel respiratore, dipendendo totalmente dagli altri da decenni ma conservando una lucidità mentale che mi rendesse consapevole, come Stefano, della mia condizione?
Gli interventi dell'esponente dell'Associazione Luca Coscioni ci descrivono come si è proceduto con la richiesta e fanno luce anche su un aspetto politico interessante. La Regione Veneto è una delle istituzioni più all'avanguardia in questo campo. Questo ci invita a riflettere su come, anche nell'area politica più conservatrice e chiusa, ci sia chi è capace di mettersi concretamente all'ascolto di chi soffre lasciandosi alle spalle i pregiudizi ideologici e l'uso surrettizio di articoli di fede religiosa. Non a caso gli interventi del vescovo emerito interpellato in proposito, pur muovendosi su un'altra linea di pensiero, non si allineano al puro e semplice oltranzismo propagandista.
C'è un dolore immenso in questo Lasciatemi morire ridendo, quello di chi sa che non può vivere la propria vita, perché così ha voluto il destino, e nemmeno decidere della propria morte (liberatoria), perché così vuole lo stato. La storia è quella di Stefano Gheller, vicentino di Cassola, morto nel 2024 per complicazioni da COVID-19, dopo aver ottenuto la possibilità di accedere al suicidio assistito, [...] Vai alla recensione »