Ghost Elephants

Film 2025 | Documentario 98 min.

Anno2025
GenereDocumentario
ProduzioneUSA
Durata98 minuti
Regia diWerner Herzog
TagDa vedere 2025
MYmonetro 3,32 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Werner Herzog. Un film Da vedere 2025 Genere Documentario - USA, 2025, durata 98 minuti. - MYmonetro 3,32 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 28 agosto 2025

Dalla Namibia all'Angola, il viaggio di una squadra di ricercatori e tracciatori alla ricerca degli elefanti fantasma, gigantesche creature di una terra inesplorata. In Italia al Box Office Ghost Elephants ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 2,3 mila euro e 891 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,32/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,63
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Trailer
Herzog trasforma la ricerca degli elefanti fantasma in un viaggio epico tra mito, scienza e poesia.
Recensione di Roberto Manassero
giovedì 28 agosto 2025
Recensione di Roberto Manassero
giovedì 28 agosto 2025

Da anni il biologo sudafricano Steve Boyes studia e cerca i misteriosi elefanti fantasma che abitano gli altipiani dell'Angola, in una zona pressoché disabitata grande quanto l'Inghilterra. A partire dal Museo Smithsonian di Washington, che conserva i resti del più grande elefante mai trovato, il film segue la spedizione in Angola di Boyes e altri due studiosi a partire dalla confinante Namibia, dove vivono i cacciatori e tracciatori che li aiuteranno a scovare le gigantesche creature nel loro habitat naturale. O forse sarebbe meglio lasciare che gli elefanti rimanessero creature mitologiche?

Herzog insegue come sempre l'assoluto della ricerca scientifica, trasformando una passione in un'avventura e un'ossessione. E nell'incertezza dell'esistenza di creature metà uomo e metà animale secondo la mitologia africani ritrova l'essenza del suo cinema.

Già in passato Steve Boyes è stato un personaggio televisivo per National Geographic, protagonista del documentario del 2018 Into the Okavango: l'ultimo paradiso. Su commissione dello stesso editore, che ha sede a Washington da dove parte anche questo viaggio - e cioè dalla riproduzione dell'elefante Henry, il più grande mai ritrovato, esposta nell'atrio dello Smithsonian e poi dalla visione dei suoi giganteschi resti conservati negli archivi sotterranei - Herzog ne segue nuovamente il viaggio ricorrendo ai soliti elementi del cinema documentario che ha regalato una seconda giovinezza alla sua filmografia: l'inconfondibile voce fuoricampo che commenta gli eventi e pone ai suoi interlocutori - e di rimando allo spettatore - domande dal valore universale; la straniante musica d'accompagnamento dei tenori sardi di Orisei; la grandiosità degli spazi naturali (e in questo caso anche degli animali selvatici) opposta alla finitezza dell'esperienza umana.

Ghost Elephants non regala nulla di nuovo a chi conosce il regista tedesco e, forse anche per limiti d'età (Herzog, che a Venezia 82 ha ricevuto da Coppola il Leone d'oro alla carriera, compirà 83 anni il prossimo 5 settembre), rivela la stanchezza del suo metodo e non da ultimo del suo fisico.

Herzog è infatti presente solo come voce, non come corpo, e questo toglie innegabilmente energia al film. Quel senso di partecipazione, d'empatia e condivisione di altre sue avventure (viene in mente la relazione con il vulcanologo Clive Oppenheimer in uno dei suoi ultimi grandi lavori, "Into the Inferno") qui inevitabilmente manca, lasciando alla camera il ruolo di semplice presenza nei momenti più spettacolari, come l'attraversamento in moto e in canoa di fiumi e torbiere o la soggettiva delle moto che sfrecciano nella boscaglia...

La presenza del regista si sente, per l'appunto, nelle sue riflessioni e nei dialoghi con Boyes, al quale chiede cosa proverebbe nel caso scoprisse per davvero l'esistenza dei suoi tanto agognati elefanti (i cui avvistamenti sono rarissimi e del quale ovviamente da anni la caccia è vietata) o, al contrario, ne dovesse accettare l'esistenza fantasmatica...

Per Herzog, che fin dalle sue origini usa il cinema come strumento per sondare i limiti fisici della conoscenza umana, la fatica del viaggio e della ricerca nascondono da sempre una dimensione imperscrutabile e spirituale, motivo per cui i suoi lavori seguono infinite tracce (di animali, storie, miti, racconti) e arrivano a sfidare i limiti stessi della rappresentazione cinematografica.

Con la sua traccia narrativa più lineare, invece, Ghost Elephants sembra accontentarsi della ricerca degli elefanti - una "caccia" di segno opposto a quella dei decenni passati e che Herzog mostra nella crudeltà ricorrendo a frammenti del film italiano Africa addio del 1966 - e nel momento dell'incontro con le straordinarie creature dell'Angola, significativamente riprese con uno smartphone dai ricercatori e non dagli operatori, sceglie di fare un passo indietro.

Come se Herzog volesse (volontariamente?) lasciare ai soli protagonisti del suo film la gloria di una scoperta straordinaria e agli abitanti di quelle terre d'Africa splendide e selvagge - bellissimo l'incontro con un re locale dei ricercatori e dei tracker - la responsabilità dello stretto legame che da sempre nei miti africani sull'origine della vita unisce l'umanità agli elefanti.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
domenica 7 settembre 2025
Grazia Paganelli
Duels.it

Un altro viaggio alle origini del mondo, o meglio, alle origine dell'uomo e del suo sguardo. Werner Herzog con Ghost Elephants torna in Africa per cercare con il tramite del biologo, entomologo ed esploratore sudafricano Steve Boyes i leggendari elefanti fantasma, la cui leggenda si perde nei racconti tramandati dalle tribù dei boscimani che vivono nell'altopiano dell'Angola.

martedì 2 settembre 2025
Massimo Causo
Film TV

La cristalleria è il tempo, ma l'elefante è un fantasma che si muove con la leggerezza di un'ipotesi che non fa danni. Werner Herzog come sempre disincarna l'ossessione dal gesto che la persegue, prendendola per quello che è: un luogo della coscienza da verificare a occhi chiusi. Eccolo ora nel cuore dell'Africa, in cerca dei suoi Ghost Elephants: il suo inglese teutonico dolcemente stentoreo detta [...] Vai alla recensione »

venerdì 29 agosto 2025
Cristina Piccino
Il Manifesto

«Non dovete aspettarvi un film sugli animali selvatici: questo è un film su una missione. Gli elefanti compaiono per pochi secondi e sono stati ripresi da Steve Boyes con il suo cellulare, perché nessun altro è riuscito a vederli. Ma quello che volevo era restituire il loro spirito» dice Werner Herzog parlando di Ghost Elephants, presentato fuori concorso all'indomani del Leone d'oro alla carriera [...] Vai alla recensione »

giovedì 28 agosto 2025
Lorenzo Ciofani
La Rivista del Cinematografo

Con l'apparente semplicità che solo i maestri (quelli veri) sanno trasmettere, Francis Ford Coppola ha detto che Werner Herzog "ha inventato categorie che ancora non hanno un nome" tanto da poter "riempire le pagine di una enciclopedia". L'occasione era la bella laudatio in occasione della cerimonia di consegna del Leone d'Oro alla Carriera assegnato al grande regista tedesco a Venezia 82: "Sono pronto [...] Vai alla recensione »

giovedì 28 agosto 2025
Aldo Spiniello
Sentieri Selvaggi

Quando in Ghost Elephants, Werner Herzog introduce per la prima volta il Dr. Steve Boyes, il biologo, entomologo, esploratore è smarrito in un'estatica contemplazione di Henry. Un elefante gigantesco, il più grande animale terrestre mai registrato, ucciso in una battuta di caccia negli anni '50 e fedelmente ricostruito in fattezze e dimensioni in una sala della Smithsonian Museum di Washington, là [...] Vai alla recensione »

giovedì 28 agosto 2025
Massimo Lastrucci
Cineforum

Sotto l'egida del National Geographic, il che è già una garanzia a prescindere, Werner Herzog ci propone uno dei suoi documentari più suggestivi, a illuminare il suo contemporaneo e meritatissimo Leone alla Carriera. Seguendo l'attività dell'antropologo Steve Boyes e del suo progetto-sogno, il "Buon Soldato del Cinema" (parole sue) si lancia alla ricerca di giganteschi elefanti che mai nessun uomo [...] Vai alla recensione »

giovedì 28 agosto 2025
Giampiero Raganelli
Quinlan

In molti dei suoi documentari a carattere scientifico, Werner Herzog si affida a ricerche di scienziati visionari e romantici, esploratori dell'ignoto, della natura e indagatori dei suoi segreti, come quei vulcanologi disposti a rischiare la vita avvicinandosi ai lapilli incandescenti, oppure come un martire quale l'ambientalista fanatico Timothy Treadwell, di Grizzly Man, che ama i suoi orsi.

giovedì 28 agosto 2025
Alvise Mainardi
NonSoloCinema

Si apre con la voce fuori campo di Werner Herzog la ricca sezione "Fuori Concorso" della 82esima Mostra del Cinema, rifugio sicuro per i documentari, cui per ignote ragioni è permesso solo di lambire il lotto più nobile. Del resto i fatti, con buona pace di chi s'è perso la rivoluzione ermeneutica, sono costruzioni logiche e il doc è un genere come un altro che non ha nessun rapporto privilegiato con [...] Vai alla recensione »

NEWS
MOSTRA DI VENEZIA
giovedì 28 agosto 2025
Roberto Manassero

Fuori Concorso a Venezia 82, un viaggio alla ricerca degli elefanti fantasma, gigantesche creature di una terra inesplorata. Vai all'articolo »

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