
Anno | 2024 |
Genere | Commedia |
Regia di | Matteo Oleotto, Letizia Lamartire |
Attori | Maurizio Lastrico, Matteo Martari, Francesco Montanari, Pietro Sermonti Nicole Grimaudo, Alice Lupparelli, Sarah Felberbaum, Laura Adriani, Giulia Eugeni, Thony, Corrado Fortuna, Anna Favella. |
Tag | Da vedere 2024 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 30 maggio 2025
L'adattamento della serie spagnola Machos Alfa, diretto da Matteo Oleotto e Letizia Lamartire.
CONSIGLIATO SÌ
|
Mattia, Massimo, Riccardo e Luigi sono quattro amici, con i loro caratteri diversi, le loro esigenze personali e di coppia, e le loro idee sui ruoli e sull'amore. Si ritrovano in crisi, ognuno per motivi diversi, in una società che mette in discussione la figura del maschio e si iscrivono a un corso per capire come regolarsi, e scoprire quanto di tossico ci sia nei loro atteggiamenti. Tra pregiudizi e dinamiche varie con le loro compagne, capiranno la necessità di lavorare su se stessi.
È una serie divertente Maschi veri, adattamento italiano della spagnola Machos Alfa.
La premessa doverosa è che va presa per quello che vuole essere: non un documentario, un trattato sociologico o un saggio pretenzioso sulla guerra dei sessi, ma una semplice commedia ridanciana, a tratti farsesca, che con estrema leggerezza mira a prendere in giro ironicamente uomini e donne della nostra contemporaneità. Alcuni e alcune, non "tutti" gli uomini o "tutte" le donne: i maschi e le femmine della serie diretta da Matteo Oleotto e Letizia Lamartire sono solo dei personaggi, con caratteristiche umane e peculiarità caratteriali volutamente forzate secondo la legge della comicità, non metafore, archetipi o simboli.
Con un linguaggio volendo anche convenzionale, da commedia italiana commerciale, arriva tuttavia dritto allo spettatore, senza appesantirlo, il tema centrale della narrazione: l'urgenza di mettersi in discussione. Tutti, i maschi in primis, ma anche le donne nella serie lavorano su se stesse per capire che cosa vogliano davvero. Che sia qualche follower in più, come capita a Daniela, interpretata da Laura Adriani, che molto racconta del bisogno diffuso di riconoscimento di questa società malata di attenzioni, o un rapporto di coppia più stimolante come vorrebbero Iris e Tiziana. La prima propone al compagno di "aprire" la coppia, la seconda si lascia andare alla libertà di un rapporto extraconiugale con un uomo più giovane per non arrendersi all'idea di non piacersi più.
Punto di merito per una serie che ha come protagonisti già sulla carta gli uomini è non ridurre le loro partner a mere figure di supporto o accessorie: sono a tutti gli effetti delle coprotagoniste, hanno una loro forza, un loro spazio e una loro dimensione autonoma, e sono portatrici di valori e volontà spesso in grado di ribaltare completamente le aspettative e le certezze del maschile tradizionale a cui si accompagnano.
C'è anche un maschile "illuminato" e sensibile, rappresentato da Maurizio Lastrico e dal tutor del corso sulla mascolinità tossica Corrado Fortuna, a riprova che la serie non mira affatto ad essere un'invettiva "contro" i maschi, ma una bonaria presa in giro per tutti gli otto episodi. Lo sguardo su di loro non è mai furiosamente giudicante, ma sempre comprensivo, si raccontano le persone per ciò che sono, con i loro limiti, i vizi e le clamorose imperfezioni. In modo lieve e apparentemente "inoffensivo" il trio di sceneggiatori Furio Andreotti, Giulia Calenda e Ugo Ripamonti ha il merito di trattare tematiche enormi senza mai renderle indigeste: la stanchezza nella coppia, l'egoismo/narcisismo di chi non si cura di altri che di se stesso, il diritto alla felicità e al piacere, l'importanza del rispetto dei propri e altrui spazi, l'urgenza di rapporti lontani dalla tossicità, dal controllo, dalla gelosia e dalle prevaricazioni. All'obiezione di banalità che si può muovere alla serie risponde la voglia di continuarla a guardare, episodio dopo episodio, per capire come andranno a finire le diverse storie dei differenti personaggi. É il merito di ogni narrazione corale, specie di quelle a cui sanno dare vita e corpo attori amati dal pubblico come i protagonisti di questa serie (tutti convincenti, con una nota di merito alla tenera e brillante coppia Thony-Sermonti).
Che poi qualche personaggio risulti insopportabile (come l'ottimo Matteo Martari, inguaribile aspirante patriarca) è perfettamente voluto, i macchiettismi e i tratti caricaturali di alcuni stanno a rappresentare meglio difetti riconoscibili in certi italiani e in generale in una società sempre meno abituata a lavorare su se stessa, a fermarsi, a mettersi in discussione e in ascolto dell'altro. Sarebbe davvero un grande risultato se dopo aver visto questa serie si iniziasse finalmente a farlo.