
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Harmony Korine |
Attori | Jordi Mollà, Travis Scott . |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | 4,00 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 3 settembre 2023
La caccia di un sicario al suo prossimo obbiettivo. Un viaggio psichedelico in cui il limite tra predatore e preda quasi scompare. In Italia al Box Office Aggro Dr1ft ha incassato 807 .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Nella Miami più decadente e intrisa di criminalità, Bo presta i suoi servigi a chiunque li richieda come assassino numero uno al mondo. Tormentato dai propri demoni, talvolta in senso letterale, tra una missione e l'altra l'uomo torna a casa dove ad aspettarlo ci sono la moglie e i due figli. L'idillio familiare non può mai durare a lungo però, perché per Bo c'è sempre un nuovo nemico da eliminare.
A cinquant'anni, l'ex enfant terrible del cinema indipendente Harmony Korine sembrava essersi acquietato; padre di famiglia, pittore sempre più appassionato, l'ultima regia (Beach Bum) che era una fantastica chiosa leggera ed edonistica al periodo Spring Breakers.
E invece quattro anni dopo riecco un Korine estremo come forse non lo era mai stato prima, neanche da ragazzo quando sconvolgeva le platee con Gummo.
Estremo come ogni singola parte del suo nuovo Aggro Dr1ft, indescrivibile opera che si sistema in equilibrio all'incrocio tra proof of concept, demo e saggio multimediale, oggetto venuto da un futuro in cui il cinema completa la sua dissoluzione in qualcosa d'altro. Ma anche, al tempo stesso, un Korine strategico e armato di un integratissimo business plan, visto che il film esiste come emanazione e traino della sua nuova società Edglrd, una factory/collettivo che si occupa di produzione di contenuti, design e nuove frontiere estetiche.
Impossibile quindi trattare Aggro Dr1ft come un film tradizionale a sé stante ma - qualunque nome gli si voglia dare - si tratta di un'esperienza sensoriale unica e psichedelica. Il motivo più evidente sono le immagini completamente in termografia, riprese agli infrarossi che producono stralci di colore vividi e che in ogni frame fanno collassare in una singola entità il gusto pittorico di Korine, l'iconografia del thermal imaging militare dei first-person shooter, e vent'anni di avanzamento nella fotografia digitale per il cinema.
Ma non solo: le silhouette colorate del protagonista Jordi Mollà, del rapper Travis Scott e di tutti gli altri personaggi sono poi popolate di inserti digitali che agiscono come metadata ambulanti, tatuaggi in movimento, morphing organico, architetture corporee. Di fronte a tutto ciò, elementi come dialogo e trama non contano nulla: le parole si fanno litania ripetitiva, sfondo acustico a una cutscene senza fine, facendo un giro completo dello spettro cinematografico e finendo per agire come la celebre forma del monologo di Malick, mai da prendere alla lettera e anzi esercizio enunciativo anti-letterario.
In Aggro Dr1ft però non c'è panteismo che si manifesta nella natura; ci sono veri demoni con le corna digitali, renderizzati in rossi accecanti e dalle dimensioni gigantesche che si stagliano nel cielo di Miami, annichilendo qualunque sperimentazione visiva fatta dallo stesso Korine in Spring breakers e Beach Bum e prima di loro dal seminale Miami Vice di Mann. L'estetica di Korine è il gamecore che cannibalizza tanto il cinema quanto il linguaggio del videogioco, nel caotico tentativo di lasciarli esplodere l'uno nell'altro per vedere cosa viene dopo. Anni fa si sarebbe detta un'esperienza lisergica, se non fosse che ormai il lisergico si è normalizzato e va solo governato nell'alternanza dei supporti mediatici. Tie-in musicali grazie alla presenza di Scott (e all'incredibile colonna sonora di AraabMuzik), elementi modulari che si intersecano a scene filmate, manipolazioni dell'immagine sovrapponibili grazie all'intelligenza artificiale.
È sufficiente un'estetica drogata a produrre un'esperienza di droga estetica? Su questo scommette Korine, che di certo - in un sistema progettato per essere collettivo e auto-generante - porta ancora in dote una capacità artistica unica di riappropriazione dell'immaginario generazionale. Non diversamente da dieci anni fa, quando riuniva le protagoniste di Spring Breakers attorno al piano per cantare Britney Spears, intercettando e sbriciolando i codici dell'intrattenimento mainstream. Già allora ci appariva come una personale forma di avanguardia; alla luce di Aggro Dr1ft e della sua stampa di massa, non era che un monaco amanuense che cesellava una lettera alla volta.