Slow Horses

Film 2022 | Thriller

Regia di James Hawes. Una serie con Chris Reilly, Gary Oldman, Rosalind Eleazar, Olivia Cooke, Kristin Scott Thomas. Cast completo Titolo originale: Slow Horses. Genere Thriller - USA, 2022, STAGIONI: 3 - EPISODI: 18

Condividi

Aggiungi Slow Horses tra i tuoi film preferiti
Riceverai un avviso quando il film sarà disponibile nella tua città, disponibile in Streaming e Dvd oppure trasmesso in TV.



Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.


oppure

Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.

Ultimo aggiornamento martedì 7 novembre 2023

Uno spy drama basato sui romanzi con Jackson Lamb scritti da Mick Herron. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO N.D.
Thriller spionistico urbano ambientato in Inghilterra.
a cura della redazione
venerdì 4 febbraio 2022
a cura della redazione
venerdì 4 febbraio 2022

River Cartwright è un agente dei servizi segreti inglesi che vigilano sulle minacce interne, il MI5, ma è pubblicamente caduto in disgrazia in seguito alla diffusione presso il grande pubblico il fallimento di una missione di addestramento. Trasferito (di fatto per punizione) a Slough House, un incubo burocratico. Qui, River e i suoi colleghi - noti come slow horses, cavalli lenti - iniziano a lavorare alacremente tra le scartoffie e gli impicci mentre Jackson Lamb, il loro superiore, non aspetta altro che si dimettano per via di frustrazione, noia e apatia sopraggiunta. Quel che nessuno si aspetta e che invece cambia completamente la situazione è la scoperta di una vicenda misconosciuta che riguarda Regent's Park...

Episodi: 6
Regia di James Hawes.

Aumentano azione e sparatorie, ma lo spirito della serie rimane intatto

Recensione di Emanuele Sacchi

Istanbul. Il capo della sicurezza dell'ambasciata, Sean Donovan, ha una relazione con l'agente dell'MI5 Alison Dunn: dovere e piacere si mescolano, con conseguenze disastrose. Un anno dopo Catherine Standish della Slough House, la sezione reietta dell'MI5, viene rapita: Jackson Lamb e i suoi colleghi indagano per ritrovarla e risolvere un intricato mistero, strettamente legato ai fatti di Istanbul.

La serie creata da Will Smith arriva alla terza stagione con le vele spiegate, forte di un consenso guadagnato mantenendo un elevato livello qualitativo in ogni suo aspetto.

Se da principio Slow Horses poteva apparire come un incontro tra La talpa e The Office, ovvero una rivisitazione dei romanzi di John le Carré in chiave tragicomica, la qualità della scrittura e delle caratterizzazioni dei personaggi ha finito per conferire alla serie un ruolo di autonomia e prestigio nel firmamento televisivo.

Anche la terza stagione prende spunto dalla serie di romanzi omonimi - in italiano tradotti con "Un covo di bastardi" - di Mick Herron e, dopo il terrorismo di estrema destra e il revival della guerra fredda delle stagioni precedenti, non poteva che affrontare una guerra civile all'interno dell'MI5, destinata a scoppiare quando verità scomode sono messe a nudo. Molti personaggi sono quindi obbligati a rivelare il loro lato più ferino e inatteso, perché è presto intuibile quale sia l'elemento trainante della nuova stagione: un incremento nella dose di violenza e di azione, che catapulta la spy story in una dimensione da guerriglia, con un body count destinato a crescere di conseguenza.

Meno spazio quindi per gli infiniti problemi di esseri umani difettati, come gli agenti della sezione della Slough House, e per lo stesso Jackson Lamb, più defilato rispetto alle stagioni precedenti. L'azione si svolge principalmente al chiuso - The Park, Slough House, l'archivio, il rifugio dei rapitori - in netto contrasto con la seconda stagione, che era prevalentemente in esterni. Aumenta così la sensazione di claustrofobia e il senso di prigionia dei protagonisti, intrappolati in una cospirazione molto più grande di loro. La visione nichilista sulle strutture governative e sulla sostanziale impossibilità di fiducia nel prossimo raggiunge nuovi picchi e a tratti arriva quasi a ricordare gli eccessi di 24 (ma in Slow Horses lo humour britannico aiuta sempre a smussare gli angoli).

L'operazione che porta gli uomini dell'MI5 a "sparecchiare la tavola" con un massacro o la brutalità dei metodi adottati sconcertano, ma è la mancanza di un fine che non sia l'ambizione o l'arricchimento personale a rappresentare il retrogusto più amaro. Una lotta intestina senza esclusione di colpi, che intercetta lo spirito del tempo e comunica il disagio crescente in seno alle cosiddette democrazie occidentali, chiaramente sull'orlo di una crisi di nervi.

Pur mutando lievemente forma e orizzonti, Slow Horses ha il raro privilegio di non barattare mai la propria identità, tornando periodicamente ai punti distintivi che hanno contribuito al suo successo. Affezionarsi ai protagonisti è inevitabile, almeno quanto prepararsi all'idea di doverli improvvisamente salutare o di scoprire in loro lati nascosti e inattesi, eticamente discutibili. Cosa si può chiedere di più a una serie?

Episodi: 6
Regia di James Hawes, Jeremy Lovering, Saul Metzstein.

Una seconda stagione che consolida i pregi di scrittura e di recitazione della migliore serie di spionaggio in circolazione

Recensione di Emanuele Sacchi

La seconda stagione di una serie è sempre la più difficile. Svanito l'effetto sorpresa, si tratta di mantenere viva l'attenzione e approfondire i personaggi senza ripercorrere pattern già visti. Slow Horses, confermata con entusiasmo fino alla quarta stagione dopo il successo della prima, mostra di aver compreso mirabilmente il meccanismo e sfrutta un cast micidiale in sei nuovi episodi che rappresentano assai più di un atteso more of the same.

A tenere banco sono i lasciti eterni della Guerra Fredda, ambiente di elezione per le spy story del XX secolo, tornati di stretta attualità con le tensioni attuali tra Usa e Russia. Le "cicale", ex spie del KGB rimaste inattive ma vigili nel Regno Unito sono risvegliate in tutta la loro brutalità per ordini che provengono da Mosca e che riguardano le trame oscure di alcuni oligarchi.

Il legame tra Slow Horses e la sua matrice originaria - "La talpa" di Le Carré, con Gary Oldman come ovvio anello di congiunzione - si fa sempre più stretto e la componente comica invece più labile, in virtù di un elevato tasso di violenza già concentrato nei primi episodi.

Quando i russi entrano in azione, d'altronde, i morti abbondano, come ci insegnano decenni di libri e film di spionaggio. L'iniziale apparente trasformazione del gruppo degli agenti reietti, coordinati da Jackson Lamb, in un efficiente e infallibile reparto del MI5 si rivela un chiaro MacGuffin. Divisi dalle circostanze, in una missione che li porta lontano dal sordido quartier generale della Slough House, River Cartwright e soci avranno ampio modo di dimostrare i loro limiti con atti eroici ed errori clamorosi, immancabilmente evidenziati dal sarcasmo di Jackson Lamb.

Ma la dose di caustico humour britannico e una sceneggiatura impeccabile, tanto nel meccanismo narrativo spy che nell'andamento psicologico dei personaggi, d'altronde, sono i punti di forza di una serie che sfrutta al massimo le proprie qualità per creare un microcosmo nostalgico e insieme contemporaneo, ammantato di pessimismo sugli abissi morali della natura umana. Inevitabile quindi che la serie si apra su un sexy shop e si chiuda su una commemorazione funebre, nella consapevolezza che uno solo è il destino che accompagna i misfits and boozers - così li apostrofa Mick Jagger nella canzone-tormentone che precede ogni episodio - che popolano la Terra.

Si tratta solo di capire quando e sforzarsi di posporre il più possibile l'appuntamento, lavorando al servizio segreto di Sua Maestà.

Episodi: 6
Regia di James Hawes, Jeremy Lovering, Saul Metzstein.

Cast micidiale e script all'altezza per una spy story che adatta al presente lo spirito di Le Carrè

Recensione di Emanuele Sacchi

Londra. River Cartwright, aspirante agente segreto dell'MI5 e nipote di una leggenda del mestiere, fallisce clamorosamente un test nell'addestramento e viene spedito a lavorare alla Slough House, la "casa nella palude", un distretto collaterale nel Barbican, in cui sono relegati coloro che hanno fallito irreparabilmente in servizio. A dirigere il reparto è Jackson Lamb, alcolizzato, petomane e sarcastico relitto di un'aurea stagione come spia, prima del crollo del Muro di Berlino. Mentre indaga su un giornalista vicino all'estrema destra, Cartwright pensa che ci sia una connessione con il rapimento di un giovane pakistano da parte dell'organizzazione terroristica Figli di Albione e decide di entrare in azione, disobbedendo ai propri superiori.

Tutt'altro che casuale la scelta del protagonista di Slow Horses. Rivolgersi a Gary Oldman per una spy story ambientata tra gli uffici e le strade di Londra significa cercare un ricongiungimento o un confronto immediatamente intuibile con la straordinaria interpretazione di Smiley in La talpa.

Ed è altresì immaginabile che Kristin Scott-Thomas torni nei panni di una spia in virtù del fulmineo ma indimenticabile ruolo in Mission: Impossible di Brian De Palma. Una sfida al typecasting vinta su tutta la linea da James Hawes - regista della serie di sei episodi per Apple Tv+ - al pari di quella su un terreno sempre meno frequentato, il regno degli adattamenti da romanzi di spionaggio ispirati alla maestria di John Le Carré.

Slow Horses è a sua volta il fedele adattamento di un libro, scritto da Mick Herron: un bestseller che ha dato inizio a una serie ambientata nel "purgatorio" dell'MI5. Benché il grigiore e la desolazione sia quella del regno intermedio illustrato da Dante Alighieri, sul piano gerarchico la Slough House ricorda più l'inferno, in cui a comandare è un aguzzino che al contempo è anche un dannato. Il suo nome è Jackson Lamb, personaggio romanzesco se ce n'è uno, che si contende con Cartwright il ruolo di protagonista della serie. Oldman lo interpreta come la versione trasandata e scoppiata di Smiley, la sua trasfigurazione bukowskiana e disillusa trasferita nel mondo che ha visto crollare il Muro e ripensare, non necessariamente in positivo, il ruolo degli agenti segreti al servizio di Sua Maestà.

Viziosi, doppiogiochisti e più sporchi che mai, i servizi segreti non sono diventati migliori nella loro incarnazione post-ideologica, anzi assomigliano a un'esasperazione dei peggiori tratti propri dell'umanità, corrosa da vanità ed egoismo. Slow Horses si immerge nel nero e nel macabro senza timore, ma senza mai abbandonare il sarcasmo del più feroce humour britannico, capace di trasformare quasi ogni riga di sceneggiatura in un insulto creativo.

E di regalare, nella suspense di indagini ben congegnate, gag come quella del lettore cd inchiodato su The Scientist dei Coldplay, imbarazzante rivelazione della psicologia del guidatore dell'auto. O ancora battibecchi in odore di corteggiamento tra colleghi che sembrano scritti dalla penna di Richard Curtis. Un successo così completo sotto ogni profilo che, per una volta, la delusione sta nella brevità delle serie anziché nella sua dilatazione. Sei episodi sembrano infatti troppo pochi per restituire la complessità dell'affresco di Herron e questo comporta qualche accelerazione più brusca di altre per arrivare al redde rationem conclusivo. Ma sono dettagli, pagliuzze che non devono disturbare l'ammirazione per una serie che ha tutte le qualità di quello che un tempo chiamavamo "prodotto televisivo", ideale sintesi di una grande cultura dell'intrattenimento messa al servizio di tempi e esigenze dell'intrattenimento domestico.

A volte sembra di essere saliti sulla macchina del tempo e di essere finiti nel posto giusto. Ciliegina sulla torta, la sigla che scorre sulle note di un brano inedito di Mick Jagger, fan illustre e devoto della serie di Herron.

Powered by  
NEWS
TRAILER
martedì 7 novembre 2023
 

Regia di James Hawes. Una serie con Chris Reilly, Gary Oldman, Rosalind Eleazar, Olivia Cooke, Kristin Scott Thomas. Dal 29 novembre su Apple TV+. Guarda il trailer »

TRAILER
giovedì 3 marzo 2022
 

Regia di James Hawes. Una serie con Chris Reilly, Sam Hazeldine, Jack Lowden, Freddie Fox, Jonathan Pryce. Dal 1° aprile su Apple TV. Guarda il trailer »

Vai alla home di MYmovies.it
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati