
Pochi ma pronti a far saltar dalla poltrona i nuovi titoli in uscita.
di Edoardo Becattini
Sindrome spaziale
All'esatto opposto rispetto alle logiche vacanziere, i fine settimana che precedono Ferragosto sono da sempre quelli di "bassa stagione" per la distribuzione dei film nelle sale. E in questa stagione di bonaccia prolungata, con gli ultimi titoli "forti" come Toy Story 3 ed Eclipse usciti da più di un mese, sono come al solito gli horror e i thriller tenuti in cattività a cercare di far agitare le acque. Già il nuovo Predators concepito da Robert Rodriguez e il mistero della scatola di Richard Kelly (The Box), senza contare l'imminente mutante di Splice, hanno tentato di introdurre in queste ultime settimane tematiche fantascientifiche, allungandole col sangue alieno o con dissertazioni esistenziali prese in prestito da Sartre. Da oggi ci prova anche Pandorum – L'universo parallelo, thriller prodotto da Paul W.S. Anderson (Resident Evil; Punto di non ritorno) che cerca di fare sintesi fra alcuni capisaldi del genere come Alien, Solaris e i racconti di Philip Dick. Uscito in patria con alcuni mesi di anticipo rispetto al film di Cameron, Pandorum non ha niente a che vedere con il pianeta Pandora di Avatar. Eppure, curiosità vuole che anche la sua storia tratti di un processo di colonizzazione di un pianeta alieno dopo che le risorse naturali della Terra non sono più utilizzabili a causa degli sprechi e della sovrappopolazione. Solo che nel film di Christian Alvart tale pianeta si chiama Tanis, e Pandorum è invece il nome di una sindrome che colpisce i viaggiatori dello spazio soggetti ad allucinazioni e paranoia. E nel lunghissimo viaggio che porta l'astronave Elysium dalla Terra a Tanis, gli agenti Bower (Ben Foster) e Payton (Dennis Quaid) si trovano a dover fronteggiare questa misteriosa forza che sta decimando le varie migliaia di passeggeri.
Un film mortale
Di spazi bui e profondi parla anche l'altro titolo in uscita. Solo che, anziché dell'infinità delle galassie, in Coming Soon si parla dello spazio ben più conosciuto della sala di un cinema. Il cinema in questione è quello in cui i due macchinisti Shane e Yod girano con le loro videocamere delle copie pirata dei film proiettati. Quando il primo dei due si trova a guardare e a registrare il film "Evil Spirit", un vecchio horror thailandese avvolto da una grande aura di mistero, la realtà e le immagini cominciano a confondersi e a interagire in modo inquietante.
Che il potere realistico delle immagini sia qualcosa di perturbante non è certo una novità. E nemmeno il fatto che le immagini in movimento riescano a "fuoruscire" dallo schermo e terrorizzare lo spettatore. Ma, all'interno di un orizzonte piuttosto ampio di riflessioni metacinematografiche, Coming Soon si distingue per l'idea curiosa di aggiornare il terrore legato la pirateria (già presente nella serie di The Ring) all'era del bootleg digitale. E inoltre per il fatto di proporre una versione sicuramente più popolare (e molto meno raffinata) di una suggestione presente in un altro film thailandese che incontreremo nella stagione a venire (lo Zio Boonmee che ha trionfato quest'anno a Cannes): attraverso le immagini, i fantasmi del passato fanno ritorno alla realtà del presente.