Ma non si diceva un tempo che la masturbazione causasse disturbi alla vista? Nell'ultimo film del taiwanese Tsai Ming-liang, I Don't Want to Sleep Alone, ci sembra piuttosto che provochi mutismo, o al limite la sordità del pubblico. Neanche un dialogo da parte del regista che già l'anno scorso a Berlino aveva vinto il premio Alfred Bauer per Il gusto dell'anguria, dove i protagonisti si scambiano giusto un paio di battute.

"Forse sono stato il primo tra i registi del mio paese a mostrare l'atto della masturbazione sul grande schermo, nel 1992, e poi con Vive l'amour ho vinto il Leone d'Oro nel 1994 e a quel punto ho pensato che tutti al mondo si masturbassero" scherza il regista. "Penso che in I Don't Want to Sleep Alone sia molto importante il ruolo della mano che ha un doppio significato, detiene il potere e può dare affetto. Nel film i protagonisti esprimono i loro bisogni attraverso di essa. La mano viene usata per asciugare una lacrima, ma anche per soffiare un bacio, che in Malesia è un gesto che indica il perdono".

"Nei miei precedenti lavori" continua Tsai Ming-liang "ci sono sempre state scene di nudi e di sesso, ma stavolta mentre si trattava di affrontarle mi sono arrestato. In una prima stesura c'era una scena di sesso molto forte tra i due protagonisti, ma poi ho pensato che ci fosse la possibilità di evitarla, esprimendo ugualmente la sensualità. Così quando Norman lava la schiena di Lee e gli mette addosso i panni puliti è un momento che ho trovato allo stesso modo sensuale e commovente e rende il ruolo di Norman molto più realistico". Peccato che gran parte del pubblico non sia riuscito a vedere questa scena, che giunge quasi sul finire del film, avendo già abbandonato le proprie poltrone per tornare nel casino del via vai del Lido.