Giornalista, scrittore e documentarista americano, Sebastian Junger nasce il 17 gennaio 1962 a Belmont, nel Massachusetts, da un fisico e una pittrice. Il padre, nato a Dresda, in Germania, si era trasferito negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, perché suo padre era ebreo. Cresciuto nel quartiere dello strangolatore di Boston - circostanza che avrebbe ispirato il suo libro del 2006, "A Death in Belmont" - Junger si è laurea alla Concord Academy nel 1980 e si specializza in Antropologia culturale alla Wesleyan University nel 1984. Amante della scrittura e curioso verso il mondo, diventa giornalista. La sua è una carriera brillante, che lo fa approdare come redattore delle pagine di reportage della rivista Vanity Fair. Ma a conferirgli la notorietà è la sua attività di scrittore, in particolare dopo la pubblicazione del libro "The Perfect Storm: A True Story of Men Against the Sea" (1997). Bloccato a letto da una ferita alla gamba, Junger decide di mettere su carta la storia vera della cosiddetta "tempesta perfetta", o "burrasca di Halloween", definita la peggiore tormenta di tutti i tempi, quella che devastò il Massachusetts nell'ottobre 1991, provocando diversi morti tra i pescatori. L'opera si concentra sulla perdita del peschereccio di Gloucester Andrea Gail e dei suoi sei membri dell'equipaggio. Definito il nuovo Hemingway, Junger ha rinnovato l'interesse per la narrativa di avventura non di finzione. Nel 2000 la Warner Bros ha prodotto un film tratto dal libro, La tempesta perfetta di Wolfgang Petersen, interpretato da George Clooney e Mark Wahlberg.

I reportage di guerra
Impegnato nella pubblicazione di reportage da varie zone di conflitto nel mondo, nel 2007 Junger racconta la vicenda del petrolio insanguinato nel Delta del Niger. Si sposta poi sul fronte dell'Afghanistan con il fotoreporter Tim Hetherington, con cui ha ricevuto diversi premi per l'inchiesta giornalistica "The Other War: Afghanistan", prodotta da ABC News e Vanity Fair e trasmessa all'interno del programma "Nightline" nel 2008. Junger e Hetherington trascorrono un anno con un'unità di paracadutisti dell'esercito statunitense di stanza nella valle di Korengal, definita la valle più letale dell'Afghanistan. Dal materiale girato durante questa esperienza è nato Restrepo (2010), vincitore del Gran premio della giuria al Sundance Film Festival e candidato all'Oscar come miglior documentario. Diretto e prodotto dai due colleghi, Restrepo, considerato dagli autori un lavoro apolitico, documenta la vita dei soldati al fronte, riprendendo i combattimenti, i momenti di relax e routine militare, gli scherzi tra commilitoni e il terrore nei momenti più difficili. Oltre al film, Junger rievoca il suo anno trascorso in Afghanistan nel bestseller "War", in cui racconta le storie di uomini troppo giovani alle prese con una guerra più grande di loro. Interessato alle conseguenze dei conflitti bellici sulle vite degli uomini che ne sono coinvolti, Junger decide di tornare dietro la macchina da presa per dirigere il documentario Which Way is the Front from Here? The Life and Time of Tim Hetherington (2013), commosso omaggio al collega e amico rimasto ucciso nel 2011 a Misurata, mentre svolgeva il proprio mestiere di fotoreporter nel corso della guerra civile libica. Il film dipinge Hetherington come un uomo amante della prima linea, teso al perseguimento della verità prima che dell'avventura.