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Prendi una sceneggiatura tutta buchi e salti logici, spunti narrativi buttati lì e bruciati senza una logica e senza un buon motivo, il giochino dei punti di vista alternati ripetuto fino alla noia più mortale ("n'ata vota!"), una sostanziosa dose di sangue e sesso che non guasta mai, avvolgi nella fotografia patinata con una punta di mistero e vediamo se ci cascano? Sì, ci cascano quasi tutti. È come una pasta innominabile di surrogato di Nutella made in China con ingredienti ignoti e ignobili, avvolto nella carta di Gobino (taroccata).
Quando sarti, mobilieri, architetti o cuochi improvvisati e senza talento cercano di far colpo su una clientela di parvenu adottano quasi sempre l'estetica del "tanto". Come si diceva di una ragazzona non proprio graziosa ma decisamente abbondante e tutta truccata: "Non è bella ma è tanta!" Basta che il pubblico sia abbastanza grezzo da cascarci.
Qual è il "tema"? Tanti, troppi: nessuno.
Basta che non sia "lento", l'unica colpa che il pubblico under 45 non perdona. Basta che ti venga servito un coup de théâtre al minuto, anche o soprattutto se assolutamente gratuito, anche se alla fine a forza di accumulare colpi di scena il garbuglio è tale che lo sceneggiatore e il regista non sanno più come uscirne (la protagonista che dopo un assassinio, una fuga in macchina, un ricovero, una conferenza stampa abbraccia il maritino senza aver trovato ancora il tempo di lavarsi da una cascata di passata di pomodoro!!!!!!!!) Ammesso che si fossero mai posti il problema di come uscirne.
Ricordate Tootsie-Dustin Hoffman (regista Peckinpah), che, per uscire dal groviglio in cui si era cacciato, improvvisa davanti alle telecamere ingarbugliando il pateracchio della soap opera fino a far naufragare tutto in un oceano di comicità? Quello era cinema. Questa una porcheria.
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