The Judge |
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Un film di David Dobkin.
Con Robert Downey Jr., Robert Duvall, Vera Farmiga, Billy Bob Thornton, Vincent D'Onofrio.
continua»
Drammatico,
durata 141 min.
- USA 2014.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 23 ottobre 2014.
MYMONETRO
The Judge
valutazione media:
3,02
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Duello tra gigantidi Melvin IIFeedback: 12378 | altri commenti e recensioni di Melvin II |
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martedì 28 ottobre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il biglietto d’acquistare per “The Judge” è 4)Ridotto
“The Judge” è un film del 2014 diretto da David Dobkin, scritto da Nick Schenk, Bill Dubuque, prodotto dalla Warner Bros, con: Robert Downey Jr, Robert Duvall, Vera Farmiga, Vincent D'Onofrio, Billy Bob Thornton.
Quando si diventa veramente grandi? Molti sostengono quando si è capaci di vedere i propri genitori come uomini con i loro pregi e soprattutto difetti.
Alzi la mano chi non ha avuto almeno una volta una discussione con il proprio padre o madre sfociata in periodo di ostinato e reciproco silenzio.
E’ raro poter parlare e condividere qualcosa con il proprio padre e spesso nascono conflitti e rivalità quando c’è una profonda differenza d’età o personalità forti che si contrappongono
“The Judge” racconta la storia di un padre e di un figlio ,diversi e lontani per mentalità e carattere, ma comunque legati da un affetto anche se non ammesso per orgoglio.
Il padre è il giudice Joseph Palmer(Duvall) da 42 anni in un piccola cittadina nell’Indiana, il figlio è Hank Palmer(Downey jr) avvocato di successo a Chicago. Il primo è un rigido conservatore, scorbutico, moralista sposato da 50 anni, il secondo è arrogante, disinvolto moralmente nella professione forense, cinico, provocatore e divorziato.
Due mondi opposti che non si parlano e vedono da anni, ma costretti dalla tragica morte della moglie del giudice a confrontarsi di nuovo. Tra i due sono subito scintille verbali e Hank dopo il funerale vorrebbe tornare in città quando il fratello maggiore Glen(D’Onofrio), un tempo promettente star del baseball e dopo un drammatico incidente stradale con Hank invece divenuto solo un modesto gommista, lo ferma perché il padre viene accusato di aver ucciso un uomo, ex galeotto da lui condannato in tribunale, in un incidente stradale.
La preparazione e lo svolgersi del Processo stesso sono la scusa per i due protagonisti per confrontarsi e rinfacciarsi anni di silenzi e incomprensioni.
Il giudice, seppure gravemente malato, non accetta nessun patteggiamento pur di difendere il suo onore ed è disposto ad andare in carcere.
Hank deve combattere non solo aula contro il procuratore giustizialista Dickham(Thornton), ma soprattutto scontrarsi con il padre sulla loro diversa idea di Giustizia.
La sceneggiatura ben scritta e incentrata sullo scontro tra i due protagonisti, esaltandone le personalità e sfumature lascia però sullo sfondo la storia e gli altri personaggi. Lo stile è abbastanza incalzante e avvolgente, anche se nella seconda parte il testo risente di una eccessiva retorica e ridondanza morale che diventa stucchevole e noiosa. I dialoghi sono ben costruiti e soprattutto magistralmente interpretati.
La regia ha il merito di lasciare alla coppia Duvall-Downey la possibilità esprimersi liberamente e di scandire i tempi del racconto, alzandoli e abbassandoli con il loro talento, ma manca però una coralità e armonia nella struttura narrativa come se il duello tra padre e figlio sia assestante rispetto al resto della storia e ciò rende specie nella seconda parte meno fluida e godibile la visione del film.
Duvall e Downey jr danno entrambi una toccante e imperdibile prova d’Attore. Una coppia perfetta che riesce a regalare allo spettatore vivide emozioni, toccando le giuste corde dell’emozioni alternando i vari sentimenti in maniera convincente e credibile. Difficile stabilire chi sia più bravo tra i due, forse Downey jr ogni tanto sembra Tony Stark in gita in Indiana, ma i duelli verbali con Duvall sono la dimostrazione che due attori di talento riescono a dare un quid in più a buon testo di partenza.
Il resto del cast è comunque all’altezza del compito e si rivelano delle comprimari di riguardo per le due star.
Il film in vero poteva concludersi in vari modi, il regista ci presenta almeno tre pre finali per poi scegliere un quarto che probabilmente è il più scontato e retorico, ma che comunque grazie all’abilità di Downey risulta apprezzabile, invitando lo spettatore a risolvere le diatribe che si hanno con i propri genitori prima che sia troppo tardi così da essere non più figlio, ma uomo a tutto tondo.
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