Gravity |
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Un film di Alfonso Cuarón.
Con Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 92 min.
- USA, Gran Bretagna 2013.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 10 giugno 2024.
MYMONETRO
Gravity
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il vuoto che ci circondadi Germano F.Feedback: 1250 | altri commenti e recensioni di Germano F. |
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domenica 6 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La prima immagine dell'ultimo film di Alfonso Cuaròn è una porzione del nostro pianeta, luminosa, bella, rasserenante. E' una gradevole sensazione, quasi appagante. Si è lì seduti (con questi grotteschi occhialini 3D in plastica nera) ancora un po' stressati dalle vorticose giornate di quest'ultima settimana di vita e all'improvviso ci fermiamo ad osservare un pezzo della Terra piano, lentamente, con la calma necessaria per poterne apprezzare l'incontenibile vastità. Si respira e si osserva e il regista con noi, il quale con delicatezza ci porta al centro dell'azione, in mezzo a questo piccolissimo gruppo di astronauti che come formiche sta svolgendo una serie di manutenzioni al di fuori del loro shuttle. Una pioggia di detriti sconvolgerà le loro esistenze e farà emergere l'istinto di sopravvivenza dei due protagonisti Stone (Sandra Bullock) e Kowalsky (George Clooney). Il film è di per sè semplice e molto lineare. La trama non prevede clamorosi stravolgimenti psicologici e i dialoghi sono a volte anche un po' riciclati e ruffiani. Ma questa ultima fatica di Cuaròn riesce a portarti verso riflessioni più profonde ed intime grazie alla forza della fotografia straordinaria di Emmanuel Lubezki e all'alternarsi di un ritmo di ripresa assolutamente perfetto : si passa dal lento e delicato movimento dei nostri corpi in assenza di gravità al vorticoso e violento sopraggiungere di forze esterne (i detriti del satellite e la stazione orbitante che esplode) che tutto distruggono e da cui non si può far altro che fuggire. Il film induce alla riflessione. Inevitabilmente. Qualunque sia il nostro grado culturale o la nostra propensione a recepire un'esperienza cinematografica del genere. L'idea personale, intima per alcuni, metafisica per altri, che ognuno di noi può avere dell'universo, in questo film trova pieno e completo sbocco. Le immagini, il ritmo e il silenzio che il regista ci fa pervenire tramutano la visione in riflessione : a volte appagante, altre angosciante, ma conducono sempre e inesorabilmente all'apprezzamento della vita e alla conservazione di essa. Tutto questo è reso possibile dalla mano capace di Cuaròn nel cogliere l'importanza di ogni singola immagine, da un'ottima fotografia (come già detto), da meravigliosi effetti speciali che riescono a stupire senza insultare l'intelligenza dello spettatore, da un misurato George Clooney che sa non essere invadente o narciso, da una bravissima Sandra Bullock (bellissimo il suo corpo arcuato che lentamente riesce finalmente a riprendere ossigeno all'interno della stazione orbitante). Ma sono poi tante le immagini che ti rimangono in testa (o nell'animo) in soli 90 minuti di film : il respiro accelerato e angosciato di Stone che ruota velocemente verso il nulla e noi con lei, prima dall'esterno e poi piano piano sempre più vicini fino ad entrare con lei nel suo casco, respirando con lei, sentendosi perduti con lei, avendo paura con e come lei; i detriti spaziali che ripetutamente ti piovono addosso; la calma (da non confondersi con la stupida freddezza di tanti superuomini hollywoodiani) di Kowalsky nel gestire le situazioni di rischio estremo e nel saper razionalizzare i pericoli; Sandra Bullock che esce dall'acqua e ritorna alla vita, respirando a più non posso e incamminandosi verso un presente fatto (forse) di nuove consapevolezze. E c'è infine la Terra, mai inquadrata interamente, ma sempre a piccole porzioni per renderla probabilmente più soggettiva e quindi più vicina e dunque ancora più straordinaria. Luci, montagne, foreste, mari, isole, strade e tutto il resto. Tutte queste cose appaiono ai nostri protagonisti così affascinanti e così delicate, così commoventi : l'unica vera motivazione per tornare. Una Terra che non è più ormai la nostra Madre, ma, forse, più una figlia. La nostra figlia. E come tale Cuaròn, sembra suggerci, dovremmo considerarla e curarla.
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Ultimi commenti e recensioni di Germano F.:
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