La Madre |
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Un film di Andy Muschietti.
Con Jessica Chastain, Nikolaj Coster-Waldau, Megan Charpentier, Isabelle Nélisse.
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Titolo originale Mama.
Horror,
durata 100 min.
- Spagna 2013.
- Universal Pictures
uscita giovedì 21 marzo 2013.
- VM 14 -
MYMONETRO
La Madre
valutazione media:
2,91
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il cugino Itdi Germano F.Feedback: 1250 | altri commenti e recensioni di Germano F. |
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giovedì 4 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ci sono film che ti rimangono impressi per la profondità del linguaggio visivo o per la straordinaria interpretazione dei protagonisti o per l'emozionante capacità catartica con cui l'autore riesce a coinvolgerti e a farti dimenticare i guai quotidiani e le preoccupazioni future. "La madre" non è uno di questi. Il regista Andy Muschietti confeziona una pellicola dalle immagini piuttosto banali, con attori molto al di sotto delle proprie capacità (in particolare Jessica Chastain). Una pellicola che non ha alcuna possibilità di squotere e depurare l'animo regalando quelle emozioni forti, tipiche alla categoria dei film horror a cui questo film a stento appartiene. La trama è oggettivamente tirata per i capelli : due bambine abbandonate in una casa nel bosco da un padre impazzito, campano cinque anni a pochissime ore di macchina dalla loro città, aiutate e adottate dal fantasma di una donna morta anni prima anch'essa pazza scatenata. Le due bambine crescono cibandosi solo di ciliegie (?) e accudite dallo spirito protettivo. Una volta ritrovate vengono affidate da un giudice (probabilmente pure lui un po' fuori di testa) al fratello del padre, uomo praticamente senza un soldo, e alla sua compagna, bassista in un gruppo rock, che neanche troppo in apparenza ha tutto tranne che un'affinato istinto materno. Il fantasma le segue in questa nuova casa e anche lì si prende cura di loro, cercando di eliminare la concorrenza : lo zio prima e la compagna poi. Nel mezzo troviamo uno psichiatra che, curando le bambine, scopre la Madre e tenta di mettersi in contatto con lei. Quando e come vi chiederete voi ? Ma ovviamente di notte, al buio, nella vecchia casa abbandonata, da solo, senza neanche una torcia ( è proprio vero che a volte una laurea non serve proprio a niente). Alla fine tutti i protagonisti della trama si ritrovano quasi per caso su una rupe a strapiombo sul mare. In particolare ci si chiede come cavolo ci sia arrivato lo zio, visto che era ricoverato in ospedale e ha semplicemente fatto un sogno un po' confuso e ingenuo che miracolosamente lo conduce proprio lì, proprio in quel preciso momento di risoluzione finale. Ma non c'è da preoccuparsi, la sua presenza è comunque inutile per l'economia del film, visto che quasi immediatamente sviene a terra come un sacco di patate (di nuovo), colpito da Madre (gli uomini quando servono...). Tutto sembra legato alla carlona senza un reale nesso logico e senza preoccuparsi di dare alla sceneggiatura un pizzico di sano realismo. Senso del reale che avrebbe indubbiamente giovato ad una storia di per sè sfilacciata e fumettistica. A volte comicamente fumettistica. La rappresentazione dello spirito della Madre con i suoi movimenti disarticolati ed il suo volteggiare eterea ad alta velocità incuriosiscono lo spettatore piu che spaventarlo. In particolare questi capelli così folti e ingombranti ci riportano subito al Cugino It della Famiglia Addams. Soprattutto quando si muovono ondeggiando sul pavimento come un tappeto da solotto. Per chi ha visto il corto "Mamà" del regista Muschietti (che ha convinto Guillermo Del Toro a produrre poi il lungometraggio) si rende subito conto che la pellicola è praticamente tutta incentrata sulla scena delle bambine che scappano su per le scale inseguite dallo spirio di Madre infuriato. Sicuramente un bel piano sequenza, ben composto e modulato, in cui la tensione emotiva è data dall'alternarsi di una discesa dalle scale lenta e guardinga e da una risalita veloce e rocambolesca. L'effetto è convincente e riesce qui a creare quella contrapposizione di ritmi diversi ricercato invano per gran parte del film. E' comunque un po' poco per un'opera prima che mai riesce a sorprendere o anche solo a far riflettere per mezzo di metafore malamente abbozzate. Un film che traballa per tutta la sua durata e naufraga rovinosamente e definitivamente con un finale infantile, che ricorda quei banali tentativi di rendere didattica una storia che non è stata confezionata per tali misure.
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