Sono d’accordo con te. Il film è intrigante e interessante, ma purtroppo soffre di uno squilibrio tra la forza visiva del suo impeccabile aspetto formale-figurativo e quella del racconto surreale alla sua base. Il primo è molto curato tra meravigliosi effetti 3D alla “Avatar”, straordinari CGI, evocative e liriche atmosfere, spettacolari inquadrature e suggestive messe in scena. Il secondo invece risente troppo dell’invadenza letteraria del libro da cui è tratto, e poteva essere meno schematico e trattenuto, soprattutto nelle scene più epiche o introspettive. I momenti più riusciti sono nella relazione tra Pi e la tigre, tra le reciproche diffidenze e complicità, sguardi e sfide.
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Sono d’accordo con te. Il film è intrigante e interessante, ma purtroppo soffre di uno squilibrio tra la forza visiva del suo impeccabile aspetto formale-figurativo e quella del racconto surreale alla sua base. Il primo è molto curato tra meravigliosi effetti 3D alla “Avatar”, straordinari CGI, evocative e liriche atmosfere, spettacolari inquadrature e suggestive messe in scena. Il secondo invece risente troppo dell’invadenza letteraria del libro da cui è tratto, e poteva essere meno schematico e trattenuto, soprattutto nelle scene più epiche o introspettive. I momenti più riusciti sono nella relazione tra Pi e la tigre, tra le reciproche diffidenze e complicità, sguardi e sfide. Però alla fine, questa fiaba speranzosa riesce comunque a commuovere e a coinvolgere emotivamente; ed è lodevole il fatto di aver vinto una duplice ambiziosa sfida: adattare un romanzo “inadattabile”, e ambientare un film solo su una barca in balia dell’oceano. Merito della forza di volontà! Pi docet…
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