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Spettacolare ricostruzione d'epoca, che non solo fa rivivere atmosfere di tempi passati da un pezzo, ma che porta di nuovo alla luce un tipo di cinema che si credeva ormai estinto; evidentemente non è così. Il regista francese Hazanavicius dirige un fantastico Jean Dujardin ed una carinissima Bérénice Bejo. Un'opera unica e notevole, che riaffiora nell'era del digitale e del 3D, ma senza influenze tecnologiche, che ha concesso al pubblico 1 ora e 40 minuti di tregua da quella che è un'epoca di un cinema perlopiù freddo e anonimo. La tematica del film ricorda quella di 'Cantando sotto la pioggia', in cui si raccontavano gli albori del cinema muto in favore di quello sonoro; un tema che può tranquillamente essere accostato alla transizione che sta subendo oggi la settima arte. Girato come un vero e proprio film di quegli anni: in pellicola 35mm a 22 frame al secondo (anzichè 24), con scattosi movimenti di macchina, con le battute che escono a cartello tra un dialogo e l'altro e con un persistente traballamento dell'immagine. I costumi e le scenografie sono perfetti e così anche musiche e fotografia, rigorosamente in bianco e nero. Dunque una ventata di bei anni che sicuramente potrà essere goduta al 100% se lo si vede in sala, facendo perlomeno finta di essere uno degli spettatori che hanno avuto la fortuna di vivere quei momenti per davvero. AUTENTICO. ****
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recensioni di critica, pubblico e dizionari.
