Wall Street - Il Denaro non dorme mai |
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Un film di Oliver Stone.
Con Michael Douglas, Shia LaBeouf, Josh Brolin, Carey Mulligan, Eli Wallach.
continua»
Titolo originale Wall Street: Money Never Sleeps.
Drammatico,
durata 133 min.
- USA 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 22 ottobre 2010.
MYMONETRO
Wall Street - Il Denaro non dorme mai
valutazione media:
2,83
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il capitalismo secondo Stonedi CarmineAntonelloVillaniFeedback: 10849 | altri commenti e recensioni di CarmineAntonelloVillani |
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martedì 2 novembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il fascino del denaro non conosce confini. Lo sa bene il guru della finanza che in piena epoca reaganiana guadagnò un mucchio di soldi speculando anche contro le leggi dello stato. Sì, perché Gordon Gekko è appena uscito di prigione dopo una condanna per insider trading ed ora è deciso più che mai a riprendersi la poltrona. Dopo oltre vent’anni da quel capolavoro che valse a Michael Douglas l’ambita statuetta Oliver Stone torna dietro la macchina da presa per raccontare la vita dei pescecani in doppiopetto. Regia solidissima e qualche trovata di fino, “Wall Street –Il denaro non dorme mai-” può definirsi un film dalla doppia anima quando alla critica feroce alterna un velato atto d’amore per i bankers. Ma il tributo maggiore Stone lo fa alla propria città, le inquadrature dall’alto mettono in cornice una New York bella e maledetta. Tra bonus milionari Shia LeBeouf prepara la sua vendetta mentre Josh Brolin è coinvolto in una brutta storia di società off shore; nella moderna Sodoma spicca il vecchio Gekko che ritrova tra i suoi effetti personali persino un cellulare grande come una casa. A testimonianza dei tempi che furono, come i camei di Oliver Stone e Charlie Sheen diventato ricco grazie ai consigli del mentore. Ma è Michael Dougals a farla da padrone, il vecchio leone cattura il pubblico come una calamita quando è chiamato a parlare del suo libro. “L’avidità è una cosa buona?”, si chiede Gekko. Con sorprendente puntualità passa in rassegna le bolle finanziarie ed i crolli del 2008 dove sono fallite quasi tutte le banche d’affari: la risposta è un’accusa senza mezzi termini al capitalismo esasperato ed all’indebitamento fuori controllo. Analisi lucidissime eppure smentite dallo stesso protagonista che non ci pensa due volte a speculare con i “risparmi” della figlia. Come dire, i banchieri fanno ammenda ma non ci pensano davvero a cambiare il sistema. Business is business.
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