Tron - Legacy |
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Un film di Joseph Kosinski.
Con Jeff Bridges, Garrett Hedlund, Olivia Wilde, Michael Sheen, Bruce Boxleitner.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids,
durata 127 min.
- USA 2010.
- Walt Disney
uscita mercoledì 29 dicembre 2010.
MYMONETRO
Tron - Legacy
valutazione media:
3,74
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Formula logora per un fantasy datatodi CarmineAntonelloVillaniFeedback: 10849 | altri commenti e recensioni di CarmineAntonelloVillani |
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lunedì 7 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un seguito a distanza di trent’anni ha poco senso se il primo film non ha incassato cifre da capogiro eppure il regista Joseph Kosinski crede nel progetto ed investe un capitale per far rivivere il fantasy della Disney. Prodotto in 3D ed infarcito di effetti speciali, “Tron Legacy” riprende il filo lasciato in sospeso da un mago dell’informatica intrappolato nella rete; così ci vuole un figlio, ovviamente sveglio ed intraprendente, per mettere le cose a posto dentro e fuori il mondo virtuale. Storia che mescola filosofia a buon mercato e pistolotti dell’ultima ora, la morale è appiccicata in questo universo stereoscopico che sembra conoscere solo l’azzurro e il rosso: il mondo bicromatico richiama fin troppo il sistema binario dei computer. Lotte a bordo di veicoli fantascientifici che diventano cavalli da battaglia, inseguimenti in un labirinto popolato da porte e ponti levatoi, la fantasia dei videogiochi non ha limiti e serve solo un “creatore” per portare ordine tra programmi e cloni non meglio specificati. Si aspira alla perfezione quando la perfezione non è certo nella natura umana, si parla di algoritmi intelligenti che si manifestano al programmatore di turno e s’inscena infine una guerra tra mondo reale e mondo virtuale. Il vecchio adagio della macchina che prende il sopravvento sull’uomo è oramai logoro, forse per questo il film non riesce a convincere come trent’anni fa. Riguardo all’aspetto visivo il seguito supera il primo episodio grazie ad una tecnologia che ha fatto passi da gigante ma il monito arriva smorzato. Jeff Bridges si sdoppia nel suo alter ego digitale, ovviamente cattivo, e si ritrova a meditare in abito da santone tra le stelle di un universo artificiale. Solo i due giovani protagonisti –Olivia Wilde e Garrett Hedlund- sono a loro agio in così poca sostanza e tanta virtualità.
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