Gli amici del Bar Margherita |
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Un film di Pupi Avati.
Con Diego Abatantuono, Laura Chiatti, Luigi Lo Cascio, Fabio De Luigi, Gianni Cavina.
continua»
Commedia,
durata 90 min.
- Italia 2009.
- 01 Distribution
uscita venerdì 3 aprile 2009.
MYMONETRO
Gli amici del Bar Margherita
valutazione media:
2,92
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gli amici del bar Margherita: Pupi's memoriesdi houssyFeedback: 30 | altri commenti e recensioni di houssy |
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mercoledì 13 maggio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Strano regista Pupi Avati, davvero strano, ogni suo film è un'incognita, una scommessa con lo spettatore. Chi ricorda La casa dalle finestre che ridono e Zeder, saprà a cosa mi riferisco, il buon Pupi infatti non disdegna l'horror (come nei due film appena citati), il film in costume (I cavalieri che fecero l'impresa) e soprattutto ama crogiolarsi nei ricordi dei tempi che furono (Una gita scolastica, Il cuore altrove). Gli amici del bar Margherita è l'ultimo capitolo di questa personalisima autobiografia cinematografica del regista bolognese, un film fortemente connotato dal tipo di umanità che affollava i pensieri dell'allora giovane cineasta. Chi fa cinema è per vocazione tentato di mettere la propria vita nel proprio lavoro, ma qui si esagera. Gli amici del bar Margherita infatti, è un insieme molto gradevole di siparietti e di piacevoli caricature, una collezione di delicati ritratti che difficilmente interesserà coloro che vivono fuori dalle mura della dotta Bologna. Il limite è proprio quello di non raccontare una storia comunque più alta, più universale, quando Scorsese per esempio dirige Quei bravi ragazzi (CAPOLAVORO!) mette molto di se stesso e della sua infanzia nel film, senza però tralasciare la storia e senza dimenticare di far volare il cinema. Avati compie l'esercizio contrario, cercando a tutti i costi di tenere il suo cinema al guinzaglio, di farlo apparire dimesso, minimale, leggero, rischiando infine di renderlo impalpabile e sfuggente. Quello che resta finita la visione è niente altro che una fotografia, bella sì, ma sempre e comunque una semplice fotografia, una cartolina a tinte seppia di un'epoca affascinante e lontana, troppo poco. LA SCENA CHE VALE IL FILM Su tutte il finale, davvero giusto e toccante.
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